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Happy Birthdays - recensione

Un nuovo mondo da creare e plasmare.

I "simulatori di vita" o "simulatori di divinità" sono un genere gestionale molto apprezzato, che su console ha sempre faticato ad imporsi. Gli ecosistemi evolutivi spesso spaventano i giocatori meno esperti nel gestire mondi completamente aperti e plasmabili, motivo per cui serie storiche come Black & White e Populous sono rimaste confinate quasi esclusivamente su PC, lasciando alle console titoli più leggeri come The Sims o Harvest Moon. Proprio quest'ultimo titolo non è stato tirato in ballo a caso visto che uno dei suoi creatori, Yasuhiro Wada, è il responsabile di Happy Birthdays, il gioco di cui vi stiamo per parlare.

Non è un simulatore di compleanni come il titolo potrebbe farvi pensare. È invece una colorata simulazione simil-educativa che vi permetterà di creare e modificare il mondo di gioco, popolandolo di creature dal look buffo e simpatico. Alcuni di voi forse ricordano un titolo simile uscito circa un anno fa su PlayStation 4 e PC. Si chiamava Birthdays: The Beginning ed era sostanzialmente lo stesso gioco arrivato proprio in questi giorni su Nintendo Switch. L'unica differenza è come sempre rappresentata dalla possibilità di giocare "on-the-fly" in modalità portatile, sfruttando tra l'altro i comandi touch.

Chi non si è mai avvicinato a titoli di questo genere avrà vita facile grazie ad un tutorial che spiega esaurientemente i comandi e introduce progressivamente tutte le meccaniche di Happy Birthdays. Al vostro fianco avrete una guida che risponde al nome di Navi, che vi spiegherà il perché del vostro arrivo in quello strano mondo. In parole povere: dovrete creare la vita, primordiale all'inizio ma sempre più evoluta e intelligente con il passare del tempo. L'atto "finale", ovviamente, sarà la creazione dell'uomo.

Il gameplay assomiglia più a quello di serie come Viva Piñata e Spore, piuttosto che a simulatori “seri” come Populous.

Le meccaniche sono quelle tipiche dei God Game. Potrete alzare o abbassare il livello del terreno con un semplice tocco, in modo da creare montagne e mari. Facendolo dovrete però tenere conto di alcuni fattori che vanno dalla temperatura della crosta "terrestre" al grado di umidità. Ricordate sempre che per far scattare la scintilla della vita dovrete rispettare determinate condizioni. L'ecosistema che creerete cambierà sotto i vostri occhi in tempo reale e ben presto vi accorgerete che le decisioni che prenderete influenzeranno in modo più o meno significativo lo sviluppo del mini-mondo di gioco.

Man mano che nuovi animali o vegetali si affacceranno alla vita potrete usare il vostro alter-ego su schermo per esplorare ciò che avete creato, ma anche per catalogare le specie e modificare alcuni parametri per provare a cambiare i risultati. Attenzione, non potrete agire direttamente sugli esseri creati ma solo sull'ambiente che li circonda, modificandone struttura e temperatura. Tutto questo avviene ovviamente con l'accumulo di Punti Energia. Ogni attività richiede PE, che possono essere poche centinaia per gli eventi minori fino a parecchie migliaia per quelli più significativi. Ma come si guadagnano questi punti? La risposta più naturale sarebbe: portando a termine determinati obiettivi. Invece no, si devono semplicemente raccogliere le stelle che appaiono in giro. Una tale scelta di game design non solo risulta incomprensibile in un gioco che fa dello "sviluppo naturale" il suo cardine ludico, ma diventa anche un limite non da poco in un titolo sandbox che dovrebbe concedere la massima libertà all'utente.

Un elemento di disturbo che risulta ancora più avulso da tutto il resto quando si inizia a gestire anche l'età del nostro micro-mondo. È possibile infatti far passare centinaia di anni in pochi secondi (ma occhio sempre ai parametri vitali) e tenere d'occhio la proliferazione delle specie o la loro eventuale estizione. Volendo potete anche limitarvi a guardare dall'alto ciò che accade, lasciando al caso l'evoluzione di ciò che avete creato, ma in alcuni casi per progredire dovrete comunque far nascere determinate specie portando a termine specifiche missioni... e qui entra nuovamente in gioco la dannata meccanica dei Punti Energia.

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Questa fastidiosa costrizione è in parte mitigata dalla presenza di due modalità aggiuntive, le Sfide e il Gioco Libero. Le prime hanno bisogno di poche spiegazioni, verrete messi di fronte a un obiettivo con dei parametri da rispettare per raggiungerlo. Completamente opposto invece lo svolgimento della modalità Free, che non pone limiti di sorta e permette anche di scegliere la grandezza del mondo di gioco.

Tecnicamente Happy Birthdays non è certo il gioco a cui si chiede di spremere l'hardware su cui gira. Eppure, nonostante una grafica estremamente semplice, abbiamo testimoniato qualche sporadico rallentamento. Niente di grave, sia chiaro, ma visto che stiamo parlando del porting di un gioco che ha ormai più di un anno era lecito aspettarsi un'esperienza liscia come l'olio.

Il target di riferimento del gioco è ovviamente un pubblico piuttosto giovane. La semplicità dei controlli e le poche opzioni a disposizione lo rendono ludicamente poco interessante per chi ama gestionali ben più complessi. I giocatori meno esperti potrebbero invece trovarlo piacevole e accessibile, anche grazie all'indubbio vantaggio che questa edizione Switch ha rispetto a quelle PS4 e PC. I controlli touch garantiscono infatti un'immediatezza impossibile da raggiungere con un controller o una tastiera.

6 / 10