Happy Game - prova
Incubi senza una logica.
Happy Game non perde tempo, niente menù, niente prologhi superflui. Una volta caricato il gioco, l'avventura inizia subito, con il protagonista, al momento senza nome, al sicuro all'interno della sua cameretta. Con un semplice click questo viene svegliato e inizia quest'insolita avventura, che dopo poco tempo sembra tramutarsi in un inquietante incubo, dove tutto accade senza un apparente motivo.
I comandi sono quanto di più semplice possibile: si usa soltanto il mouse, si trascina fisicamente il personaggio a destra o sinistra, e si clicca sugli oggetti specifici, per muoverli o semplicemente interagirci. Tutto con un'impostazione a scorrimento laterale, dunque la profondità è assente se non per determinate animazioni.
La logica dietro le interazioni è che non vi è logica, perché una prerogativa del gioco sembra essere proprio quella di non far creare alcun senso di sicurezza nel giocatore. L'unico elemento che durante la demo ha funzionato un po' come una guida, era una palla, associata a un ricordo del protagonista. L'intuito, misto all'esperienza maturata come videogiocatori, ci ha portato inevitabilmente a seguirla, sapendo che ci avrebbe condotto allo scenario successivo.
Tolto questo unico elemento, tutto il resto è stato un susseguirsi di improbabili scenari, rosso, bianco e nero come colori predominanti e flash improvvisi. Una delle primissime interazioni consisteva nell'aprire un pacco, dal quale sarebbe uscito un peluche in apparenza normale, salvo diventarne subito una versione inquietante, come se fosse posseduto.
A seguire l'apparire di un pagliaccio, di quelli tondeggianti e con un piccolo cappello in testa. Questo bisognava tirarlo verso il basso, per far comparire così una sinistra mano dall'alto, pronta ad afferrarlo e a trascinarlo verso il bordo alto dello schermo. Da qui, strattonando nuovamente, siamo riusciti a tirare giù il personaggio, o per meglio dire metà di esso, perché solo la parte inferiore del corpo è scesa, mentre dal suo interno è uscita una sorta di demonietto.
O ancora, in un livello successo, bisognava comporre tre giocattoli, tra una scimmietta che batte i piatti, un orsacchiotto di pezza e una figura di legno, e cliccando nuovamente su di essi questi iniziavano poi a suonare. Poi un flash e questi tre oggetti sono stati smembrati e sparsi sul pavimento, con la palla che è riapparsa pronta a guidarci verso il livello successivo.
Quanto descritto non è nemmeno il punto più inquietante della demo, perché a seguire, ci siamo imbattuti in una grossa figura, dalla cui bocca è uscita una testa, che si è tolta l'unico occhio che possedeva, al cui interno vi era una piccola spaventosa creatura e che una volta spaccata in due ha fatto riapparire la palla. Se non fosse che il gioco pone il giocatore davanti a scenari tanto assurdi come quelli descritti, sarebbe davvero difficile credere che qualcosa del genere possa esistere realmente.
Happy Game è uno di quei giochi che non sembra avere un effettivo scopo, un obiettivo da raggiungere, un traguardo da superare. Eppure, come tanti altri titoli simili, a colpire è la creatività degli sviluppatori, quel piacevole senso di stupore che si prova nello scoprire con calma quali idee, in questo caso spaventose e contorte, i ragazzi del team Amanita Design abbiano racchiuso in questo particolare titolo.
L'unico aspetto che non ci ha completamente convinti riguarda la poca intuitività di alcuni passaggi. Certo, dopo aver provato a cliccare un po' a caso si capisce come poter proseguire, ma in un titolo che non vuole porsi come puzzle game, magari qualche indizio un po' velato avrebbe certamente fatto piacere. Questo se chiaramente non si vuole considerare quest'aspetto come parte del "nonsense" che avvolge l'intera produzione. In tal caso si può persino apprezzare.
Riuscire a giudicare un titolo da una demo così breve è davvero complicato, questo per via delle tante incognite che indubbiamente avvolgono la produzione di Amanita Design. Quanto durerà? Sarà presente una varietà di scenari sufficiente a non creare quella sensazione di ripetitività?
Per ora tutte queste domande non hanno una risposta, quel che possiamo dire però è che lo stile peculiare, tanto raccapricciante quanto affascinante, ha completamente catturato la nostra attenzione e attendiamo con una certa ansia (dietro cui si nasconde anche un briciolo di inquietudine) l'uscita del gioco completo.