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Razer BlackShark - review

La prima regola del design è che si paga.

Normalmente, per lanciare sul mercato dell'hardware legato a un particolare marchio o videogame, si prende un prodotto già esistente, ci si mettono sopra i colori e il logo del prodotto, si alza un po' il prezzo e il gioco è fatto.

Con le cuffie BlackShark, Razer ha invece deciso di fare questo percorso a ritroso, e da prodotto nato e progettato per accompagnare il lancio di Battlefield 3, le cuffie che ci apprestiamo a trattare sono diventate parte del catalogo Razer a tutti gli effetti. La versione di cui parleremo è infatti quella standard, colorata col tipico mix nero e verde fluorescente del famoso produttore hardware, e non quella blu e arancione che porta il nome del titolo di EA. Una variazione di livrea che non muta il costo, fissato a 119 Euro.

Design e comfort

Per quanto riguarda il design, le BlackShark si differenziano da qualunque tipo di cuffia di questo settore. Niente look futuristici, neon o cavi nascosti, ma un aspetto essenziale, militaresco, vagamente vintage, con un lungo microfono di lato e cavi a vista, che ricorda l'equipaggiamento in dotazione agli elicotteristi che operavano durante guerra del Vietnam (anche se il Kamov Ka-50 "Black Shark” è un elicottero russo moderno). Visivamente sono qualcosa di mai visto prima per quanto riguarda gli standard sia di Razer sia di altri produttori hardware, e se amate il materiale bellico ve ne innamorerete al primo sguardo.

"Per quanto riguarda il comfort dell'orecchio, siamo ai massi livelli"

Per quanto riguarda il comfort, prima di indossarle avevamo qualche riserva. Le BlackShark hanno l'aria di essere cuffie abbastanza grosse, quindi più pesanti del solito, ma hanno uno spazio per l'orecchio che non sembra in grado di accoglierlo perfettamente. Tuttavia, una volta indossate per un po' di tempo ci siamo dovuti ricredere, almeno in parte. Certo, non sono il genere di cuffie che ci si dimentica di avere indosso, e dopo tre o quattro ore potreste aver voglia di toglierle qualche minuto, ma tutto sommato il peso è accettabile.

Ecco come si presentano le cuffie nella loro variante dedicata a Battlefield 3.

Per quanto riguarda invece il comfort dell'orecchio, siamo invece ai massi livelli. Grazie alla schiuma a memoria di forma (situata anche nel cerchietto, nella zona a contatto con la testa) non solo i padiglioni non vengono mai schiacciati, ma l'isolamento acustico è totale e la resa audio è perfetta anche in situazioni caotiche. L'unico appunto è che forse Razer avrebbe potuto includere anche dei copri cuffia in tessuto, oltre a quelli in pelle, soprattutto per i periodi caldi in cui l'alta temperatura e la scarsa ventilazione potrebbero rappresentare un problema.

"Il cavo delle BlackShark è lungo 1,3 metri, più che sufficiente per l'utilizzo da desktop"

Il cavo delle BlackShark è lungo 1,3 metri, quindi più che sufficiente per l'utilizzo da desktop, ed è dotato di un jack combo audio/microfono, quindi paradossalmente potreste utilizzarle anche per telefonare con il vostro smartphone, magari mentre passeggiate. Probabilmente la cosa più hipster che si sia mai vista, ma anche quella che vi avvicinerà di più a un ospedale psichiatrico.

Se poi il vostro computer, come spesso accade per i desktop, ha il jack microfono e audio separati, non preoccupatevi, perché nella scatola troverete anche uno split per separare i due ingressi. Se invece ci sono dei momenti in cui il microfono proprio non vi serve, sappiate che potete anche toglierlo.

Una cosa che lascia un po' stupiti è che sul cavo non sono presenti né un tasto per il mute del microfono né un controller del volume. Due caratteristiche che sono ormai uno standard anche in cuffie molto meno costose e che costringono a fare affidamento sui controlli audio del computer o della console. Potrà sembrarvi un dettaglio da poco, ma provate a usare le BlackShark per giocare ad Halo 4 collegandole direttamente al cavo audio dell'Xbox 360, senza farvi sciogliere i timpani dal volume sparato di default al massimo livello possibile.

Prestazioni

Le Razer BlackShark sono state progettate per essere utilizzate con i videogiochi, ed è ovviamente in questo campo che danno il meglio. Dopo averle provate con un ventaglio di titoli che va da Black Ops 2 ad Assassin's Creed 3, passando per FIFA 13, siamo rimasti piacevolmente impressionati dalla potenza del suono e dalla qualità dei bassi, molto profondi nonostante la scelta di Razer di usare dei driver al neodimio da 40 mm, quindi relativamente piccoli.

I padiglioni sono ricoperti in schiuma a memoria di forma, una soluzione che rende le BlackShark comodissime da indossare.

Oltre ai bassi, le BlackShark sono ovviamente in grado di riprodurre in maniera eccellente tutto lo spettro di suoni possibili all'interno di un gioco, dai passi di un avversario dietro la porta al suono di un piede che calcia a rete, e anche se non stiamo parlando di cuffie surround, riescono comunque a fornire una collocazione del suono nello spazio abbastanza chiara e in grado di regalare un'esperienza immersiva e coinvolgente.

"Un altro campo in cui le BlackShark si sono rivelate eccellenti è nell'ascolto dei film"

Un altro campo in cui le BlackShark si sono rivelate eccellenti è nell'ascolto dei film, soprattutto pellicole in cui l'audio prevede esplosioni, sparatorie e tutto quello che potreste trovare in una produzione di Michael Bay. La cosa non stupisce, visto che questo genere di film ha più o meno lo stesso tipo di audio che potreste trovare nella maggior parte dei videogiochi a disposizione.

Lo stesso discorso potremmo farlo per quanto riguarda la musica. Finché si tratta di riprodurre tracce ricche di bassi, come un brano di musica pop, hip-hop, dubstep o similari, nessun problema; tuttavia se ci avventuriamo in tracce un po' più complesse e meno cariche di bassi, il discorso cambia.

Probabilmente questo non è il prodotto adatto agli audiofili in cerca di un suono chiaro e preciso anche nelle frequenze medie, che in questo caso risulta invece un po' privo di incisività (e probabilmente lo sapevate già). Tuttavia, se amate le cuffie in grado di darvi un basso che vi vibra nel cervello, come le Beats by Dr.Dre, per citare un esempio famoso, il profilo audio delle BlackShark vi piacerà di sicuro.

Per quanto riguarda il microfono, non c'è assolutamente niente da segnalare, se non che svolge alla perfezione il suo lavoro. La voce viene riprodotta senza sbavature sia durante le chiamate Skype che in multiplayer (ovviamente senza tener conto di eventuali problemi di connessione) e la cancellazione dei rumori vi permetterà di parlare chiaramente anche quando non c'è un silenzio assoluto.

Considerazioni finali

Giudicare le Black Shark senza tenere conto della loro particolare estetica non sarebbe corretto, visto che è senza dubbio uno dei punti di forza del prodotto, ma se proprio decidessimo di ignorarla, ci ritroveremmo comunque tra le mani un prodotto dall'ottima fattura costruttiva, solido e perfettamente in grado di fare ciò per cui è stato progettato.

"Il prezzo non è propriamente alla portata di tutte le tasche"

Se amate il design militare, impazzirete per le BlackShark.

Certo, il prezzo non è propriamente alla portata di tutte le tasche e per circa 50 euro in più potete concedervi le Tiamat, che vantano il surround 7.1 e un controller audio di tutto rispetto, mentre per 10 euro in più vi portate a casa le Chimaera, che sono senza fili.

Quindi, anche se la qualità dei materiali, il comfort e l'originalità del design collocano le Razer BlackShark in una fascia tutto sommato elevata, le considerazioni sul prezzo le rendono un prodotto da tenere in considerazione soprattutto per il lato estetico (e diciamo che se ve ne innamorate, potete aggiungere un punto al voto finale), la cui unicità fa inevitabilmente lievitare il costo. Se a vederle non vi emozionano o cercate una cuffia dalle performance perfette in ogni situazione, o senza filo, Razer ha ottime alternative con cui soddisfarvi.

7 / 10
Avatar di Lorenzo Fantoni
Lorenzo Fantoni: Dentro un rugbista di 110kg dedito agli stravizi, batte il cuore di nerd vecchio stampo con lo sguardo perennemente abbronzato da uno schermo, anche d'estate.

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