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Harry Potter e i Doni della Morte – Parte I: il Videogioco

La saga arriva alla sua (mezza) conclusione.

E così siamo arrivati alla fine, o quasi. Chi non ha ancora letto il capitolo finale della saga non sa come finiranno le avventure di Harry, Ron, Hermione e compagnia bella. Come al solito eviterò pericolosi spoiler anche per questo gioco, che tuttavia, come il titolo suggerisce, non conclude interamente la saga ma segue la formula "2x1" dei film, il primo dei quali debutterà tra pochissimo nelle sale di tutto il mondo.

Devo dire di aver apprezzato il penultimo gioco di Harry Potter e non parlo di quello (sublime) della serie LEGO. Pur essendo ben lontano dalla perfezione e fin troppo canonico nel suo gameplay, l'atmosfera di Hogwarts e dintorni era stata ricreata decisamente bene. Anche il successo commerciale è stato notevole, per questo mi sono stupito quando per la prima volta sono venuto a sapere che il capitolo di cui state leggendo la recensione avrebbe cambiato totalmente stile.

Già, perché questo nuovo Harry Potter ha lasciato da parte le atmosfere fiabesche dei precedenti episodi ed è forse il più dark di tutti. Ma la cosa che ha subito il cambiamento più radicale è indubbiamente il gameplay. Fatte le dovute proporzioni e detto con il sorriso sulla bocca, questo può essere considerato il Gears of War degli Harry Potter.

Non ci troviamo più in presenza del classico action-adventure ma di un vero e proprio sparatutto in terza persona, con tanto di fasi in copertura. Certo, in questo caso il Lancer di Marcus è stato sostituito dalla bacchetta del famoso mago con la cicatrice a forma di saetta ma potete credermi, le meccaniche di gioco sono molto simili... o almeno questo era l'intento del team di programmazione.

Il trailer del gioco.

Alla prova sul campo, purtroppo, il gioco in questione si è invece dimostrato decisamente deludente sotto quasi tutti i punti di vista. Graficamente parlando gli ottimi modelli poligonali sono immersi in livelli che, pur catturando abbastanza bene lo spirito delle scenografie originali, sono piuttosto poveri nei dettagli. Le animazioni dei protagonisti sembrano aver fatto un passo indietro di almeno 3 anni e il posizionamento dell'obiettivo è (come spesso accade ultimamente) fastidiosamente vicino al protagonista.

Parlando delle telecamere, siamo purtroppo di fronte alle peggiori che mi sia capitato di vedere negli ultimi anni: auguratevi di non incastrarvi in qualche elemento degli scenari altrimenti il mal di mare è assicurato.

Vogliamo poi parlare del mantello dell'invisibilità? Vi chiederete cosa c'entri con questo discorso ma è presto detto: quando lo indossate la visuale passa in soggettiva ed è praticamente impossibile capire cosa vi accada attorno. Il che non sarebbe un problema se questo oggetto non venisse usato nelle fasi stealth del gioco: in uno dei primi livelli ad esempio bisognava andare in giro per le (quattro) strade di Londra per scoprire se tra i passanti si nascondessero dei Mangiamorte.