Haunted House
Un remake... trascurabile.
Se siete videogiocatori di vecchia data, è molto probabile che vi sia capitato di giocare al primissimo Haunted House, realizzato per l'ormai defunta Atari 2600 quasi trent'anni orsono.
Essendo nato circa cinque anni dopo la sua release, io non sono purtroppo tra coloro che all'epoca ebbero la possibilità di provarlo ma l'arrivo in redazione del suo recente remake per Wii, 360 e PC è stato una perfetta occasione per recuperare.
Il concept alla base di questa riedizione di Haunted House è pressoché identico a quello della sua versione originale, e sebbene questo possa in un certo senso rappresentare il suo maggior pregio, almeno agli occhi dei nostalgici, è innegabile come sia anche e soprattutto il suo più grande limite.
Trattandosi di un prodotto pensato per una console che al giorno d'oggi potremmo definire quasi primitiva, l'impegno profuso dagli sviluppatori odierni per portare una ventata di freschezza alla formula di base non ha infatti prodotto i risultati sperati, traducendosi in un'esperienza piatta e all'insegna della massima ripetitività.
Ma in fin dei conti era difficile poter anche solo presupporre il contrario, visto che la parola "rivoluzione" non è mai stata pronunciata da alcun membro del team durante l'intero processo di sviluppo di questo remake.
Così come accadeva quasi trent'anni fa, il "nuovo" Haunted House vi vedrà dunque esplorare, in lungo e in largo, una cupa e spaventosa magione, potendo contare su una sola arma: la luce. Inizialmente potrete mettere le mani su dei semplici fiammiferi, la cui fiamma durerà solo una decina di secondi, ma col passare dei minuti vi capiterà di trovare candele e una serie di imprevedibili fonti di luce quali cellulari, lanterne e teschi, ognuna in grado di facilitare la vostra opera di esplorazione per un lasso di tempo più o meno lungo.
Tutto ciò che sarete chiamati a fare, a prescindere dal fatto che decidiate di sfruttare o meno la modalità multiplayer locale aperta a un massimo di due giocatori, sarà dunque esplorare, esplorare e ancora esplorare, in cerca di chiavi che possano permettervi di passare alle zone successive per ricominciare così il procedimento da capo.
Insomma, non proprio il massimo della vita, specie se si considera la quantità di prodotti di spessore presenti sul mercato, molti dei quali hanno anche un costo più contenuto rispetto ad Haunted House.
A differenza dell'edizione originale, va' inoltre detto che questo remake è senz'altro meno "spietato" sotto il profilo del gameplay di quanto non fosse il suo predecessore, permettendovi di raccogliere e conservare un discreto numero di oggetti.