Hearthstone: Heroes of Warcraft - review
Guerra, magia e tante carte, finalmente su iPad.
Salve, sono Marco Auletta, forse vi ricorderete di me per articoli di forte impatto sociale come Hearthstone: l'anteprima o Hearthstone: la recensione. I più arguti tra voi avranno notato dalle immagini e forse anche dal titolo che siamo di nuovo qui per parlarvi, già! di Hearthstone, questa volta nella sua versione per iPad, attesissima da tutti i possessori del vassoio digitale Apple.
All'aggeggio in questione, del quale sono fiero possessore sin dai giorni del lancio, si possono riconoscere tanti pregi: è il modo migliore per guardare video, siti web e cose miste prima di andare a dormire, è perfetto per postare commenti salaci sui blog mentre si è occupati in bagno e per quel che mi riguarda sostituisce completamente il PC quando si va in vacanza.
Per i giochi, però, diciamo che non siamo esattamente dove dovremmo essere. Ogni tanto negli angoli più bui della rete emerge un'immagine perfetta, raffigurante Rollercoaster Tycoon e Dungeon Keeper, con la didascalia "app store: dove le grandi serie vanno a morire". Una frase proprio sentenziosa ma anche una di quelle pugnalate che colpisce lì dove fa più male.
Regolarmente, i grandi nomi del videogioco sbattono brutalmente contro la realtà di una piattaforma per la quale i titoli andrebbero studiati da capo invece che malamente adattati, dove gli ex "piccoli" e i publisher con un pedigree "diverso" la fanno da padrone grazie a giochi francamente poco elaborati, dagli endless runner ai match-3 (cose buone trent'anni fa, tant'è che Super Hexagon e Canabalt esistono al top della loro forma su Commodore 64). Certo, nessuno mi tocchi Tiny Wings!
Questo sproloquio vi lascia intendere che personalmente non credo molto nel mobile gaming, non tanto in assoluto quanto nella sua implementazione corrente. Ovviamente esistono eccezioni notevoli: ci sono le avventure punta e clicca (pardon, punta e tocca), ci sono i gestionali, i tower defense, c'è GTA eccetera, però i soldi veri li fanno Flappy Bird, Candy Crush e Puzzle & Dragons (ci gioco pure io, lo ammetto). Da ieri sera però c'è anche Hearthstone e le cose finalmente possono cambiare.
"La versione iPad è una specie di completamento della filosofia naturale di Hearthstone"
Allora, breve riassunto per rinfrescare la memoria ai più disattenti. Hearthstone è un gioco di carte (virtuali) collezionabili, assolutamente free to play (e un po' pay to win, ma non troppo) che sfrutta l'immaginario di World of Warcraft. Nove classi, quasi cinquecento carte in tutto, un paio di modalità di gioco eccetera, eccetera. Tutto doppiato (in undici lingue! Giocarci in cinese è fantastico ma anche l'Italiano non è niente male), estremamente curato dal punto di vista grafico e, a dispetto di quello che alcuni scrivono nei commenti agli articoli, molto profondo, anche solo con il set iniziale di carte.
Tra l'altro, la notizia è di questo fine settimana e l'avrete già letta, a breve dovrebbe apparire la nuova espansione Curse of Naxxramas, con trenta nuove carte e una vera avventura da affrontare in solitario. Un'ottima aggiunta per gli inveterati fan del single player a ogni costo e una splendida notizia per tutti quelli che scalpitano alla notizia di nuove carte. Nuove carte!
La novità del momento però è data dalla versione iPad, che è una specie di completamento della filosofia naturale di Hearthstone, nato proprio per mimare l'esperienza fisica di un gioco di carte. Gli artisti e i progettisti di Blizzard infatti hanno fatto di tutto per non slegare il prodotto dal concetto del gioco "fisico", riproducendo un campo ben definito, non perdendo occasione per mostrare le carte che entrano ed escono dal mazzo, organizzando la mano proprio come la terremmo "nel mondo reale" e così via.
Su tutto questo si innesta con naturalezza il sistema di controllo dato dal touch screen, che consente di manipolare queste carte come fossero reali. Per giocare magie e creature dalla mano dobbiamo trascinarle verso il piano, per attaccare dobbiamo letteralmente prendere le creature e muoverle verso l'avversario e così via.
"Il sistema di controllo touch consente di manipolare le carte come fossero reali"
L'unico caso in cui il sistema di controllo e l'interfaccia perdono nei confronti della versione originale riguarda gli effetti causati dalle carte che si applicano ad altre carte: invece della familiare frecciona rossa vista su PC e Mac, qui il gioco toglie colore a tutto lo schermo tranne che alle carte sulle quali va applicato l'effetto (lo stesso effetto che si ha esaminando le giocate precedenti).
È un sistema altrettanto intuitivo ma molto meno leggibile: un risultato quasi paradossale, dato che la suddetta freccia rossa è una delle poche concessioni al "digitale puro" dell'interfaccia di Hearthstone: per intenderci, giocando a Magic nella realtà non appare nessuna frecciona lanciando una palla di fuoco. O almeno non succedeva quando ci giocavo io. Del resto è passato un sacco di tempo.
Tutto il resto dell'incarnazione iPad di Hearthstone regge benissimo, dalla gestione della propria collezione (qui il "librone delle carte" ha molto più senso) alla creazione dei mazzi in Arena. Puntare le dita sullo schermo è molto più naturale che muovere un mouse, anche per chi ha anni di abitudine e giochi su PC alle spalle, ed è molto più logico in un gioco che mima la manipolazione di oggetti reali.
Ovviamente, dal punto di vista tecnologico Hearthstone in versione mobile è allo stesso livello della versione desktop, quindi stessa qualità dell'audio, stessa resa grafica, stesse animazioni. In effetti, è un gioco così elaborato che gli iPad di prima generazione non sono in grado di farlo girare, cosa che su App Store non è nemmeno menzionata. Cattiva Blizzard! Io ho il modello vecchio!
Per chiudere, due note positive: lanciando Hearthstone su iPad per la prima volta si riceve una busta in omaggio e, soprattutto, il gioco supporta il cross-play totale. Com'era logico aspettarsi, con lo stesso account (sempre gratuito, la collezione ovviamente segue il giocatore) si può giocare indifferentemente su PC, su Mac o su iPad e l'esperienza rimane praticamente invariata. Ed è proprio qui che i giochi mobile dovevano arrivare, da subito.