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Heavy Rain

Cielo a pecorelle, hype a catinelle.

Jayden, uno dei quattro protagonisti del gioco, sta dando la caccia al pericoloso Origami Killer, omicida seriale responsabile di efferati delitti sulla costa est degli Stati Uniti d'America. Nella ricerca delle tracce l'agente può avvalersi di un avveniristico gingillo denominato ARI (acronimo di Added Reality Interface), ovvero una combo di speciali guanti ed occhiali capaci di rivelare in tempo reale elementi invisibili ad occhio nudo quali impronte digitali e macchie di sangue nascoste. Non abbiate comunque paura: stavolta saranno evitati i ridicoli deliri tecnologici visti nel finale di Fahrenheit, dal momento che Cage assicura che l'ARI sarà l'unico aspetto "sopra le righe" di Heavy Rain.

L'esperienza globale appare fluida e di taglio straordinariamente cinematografico, anche se il gameplay nudo e crudo risulta assolutamente limitato: seguendo le indicazioni visive mostrate dal particolare HUD (compiaciutamente hi-tech e "videogiocoso" nella sua apparenza ben distinta rispetto alle immagini) di fatto vi ritroverete a premere determinati tasti al momento giusto per influenzare lo svolgimento di quanto avverrà a schermo.

L'ARI in azione: praticamente il sogno erotico di ogni fan di CSI.

Certo, il fatto che Cage si vanti particolarmente del supposto coinvolgimento derivante da interazioni contestuali leggermente meno ovvie del solito (della serie che per aprire la portiera di un'auto non dovrete premere X, ma addirittura (sic!) mimare il movimento con una rotazione dell'analogico) mi lascia in tutta franchezza più di qualche dubbio sulla portata meramente ludica di Heavy Rain: dopotutto siamo sicuri che la strada verso un intrattenimento più profondo e maturo passi per QTE leggermente più customizzati del solito e sequenze scriptate a profusione? Che la prossima dimensione del gaming sia un connubio con il medium cinematografico a scapito della natura più genuinamente giocosa ed interattiva del videogame?

Ehm, Jayden...dare le spalle ad un ometto del genere potrebbe non essere una scelta del tutto saggia.

Onestamente sono perplesso. Mi consolo comunque con le parole dello stesso Cage: "So che è un po' difficile da capire, ma non vi preoccupate...è normale: più cose vi facciamo vedere e più vi sentite spaesati. Ma in futuro vi mostreremo cose molto molto diverse da quanto avete visto fin'ora, e credetemi sarà entusiasmante".

Ti credo sulla parola David, sperando che il tuo punto di non ritorno videoludico non sia soltanto un'accozzaglia di frasi altisonanti e tasti da premere al momento opportuno.