Heaven's Vault - recensione
Alla scoperta di una tecnologica civiltà perduta… e della sua lingua dimenticata.
Gli sviluppatori di 80 Days (nominato in quattro categorie ai Bafta del 2015, oltre ad aver ricevuto diversi premi) si sono rituffati nel mondo della narrativa e delle possibilità con Heaven's Vault. Giocandoci, in effetti, si prova un senso di libertà raro e quasi (paradossalmente) estraneo ai giochi narrativi.
Questo genere, infatti, è ricco di opere che cercano in tutti i modi di creare intrecci sempre più complessi e diramati, ma che alla fine ci mettono di fronte a bivi fin troppo evidenti. Il risultato risulta essere, spesso, una intricatissima ragnatela che in realtà ci imbriglia, facendoci sentire solo in parte liberi.
Ecco, Heaven's Vault riesce nel difficile compito di creare un universo plausibile all'interno del quale il giocatore si sente realmente padrone di se stesso e delle proprie azioni. La sensazione che il gioco riesce a produrre è che in qualunque momento una scelta di dialogo potrebbe avere degli effetti sulle persone che ci circondano e sulla nostra effettiva conoscenza del mondo: un elemento chiave del titolo.
Forse è per questo motivo che l'assenza della localizzazione in italiano si fa sentire, in particolare quando le tre opzioni di dialogo iniziano a dissolversi perché la risposta va data in un lasso di tempo ristretto. Mettiamo subito in chiaro che l'inglese utilizzato in Heaven's Vault non è inaccessibile, ma il gioco lo diventa per tutte quelle persone che non masticano la lingua decentemente. Già questo è un discrimine che tutti voi che state leggendo questa recensione dovete prendere in considerazione.
La protagonista di Heaven's Vault si chiama Aliya: la tipica archeologa da topos cinematografico. Una sorta di Indiana Jones al femminile, ma più umana di Lara Croft. Sì, anche dell'ultima Lara Croft. Da questo punto di vista è indubbiamente affascinante il fatto che noi giocatori scopriamo il misterioso mondo e l'antico e dimenticato passato di Nebula assieme a lei, anche se forse da un'archeologa ci si aspetterebbe giusto qualche conoscenza in più.
La sospensione dell'incredulità viaggia sul filo del rasoio anche quando si tratta della meccanica centrale del gioco: la progressiva scoperta dell'arcaica lingua dell'Impero ormai decaduto. Si tratta di un non-puzzle in cui, anche questa volta, al giocatore viene data la (quasi) perfetta illusione di una completa libertà, mentre cerca di decifrare i simboli e di crearsi un proprio vocabolario che l'aiuti a comprendere meglio il contesto del mondo attraverso cui sta viaggiando (metaforicamente nel tempo e fisicamente nello spazio).
Ma anche in questo caso, possibile che per noi sia tutto sommato così semplice decifrare una lingua ormai sepolta sotto le sabbie del tempo e nessuno ci abbia mai pensato prima? O forse Aliya non era stata attenta a lezione ed è quindi costretta a ricostruire da zero un antico sistema di comunicazione scritto che neanche Jean-François Champollion con la Stele di Rosetta?
Ad ogni modo, la decifrazione delle iscrizioni è una parte fondamentale dell'esperienza, ben inserita nell'economia di gioco e con delle connotazioni realistiche particolarmente azzeccate. Avremmo però apprezzato un sistema di gestione del vocabolario acquisito e delle precedenti traduzioni più intuitivo e accessibile, e magari con qualche difficoltà in più nelle fasi di "puzzle" vero e proprio.
In realtà sono presenti anche alcuni problemi al sistema di dialogo, che in un gioco di questo genere dovrebbe essere impeccabile da qualunque punto di vista. Il motivo è semplice: spesso non sappiamo esattamente quello che Aliya dirà, ma potremo solo scegliere se porre una domanda o affermare qualcosa. Non proprio quello che ci si aspetterebbe da un'avventura basata sui dialoghi.
Comunque, Aliya si troverà a viaggiare con la sua imbarcazione tra le acque di fluttuanti fiumi onirici che collegano le isole di Nebula, alla ricerca di uno "studioso di robot" scomparso. In effetti l'atmosfera che si respira in Heaven's Vault è quella di un mondo post-apocalittico in cui è ormai da millenni che si sono perse le conoscenze tecnologiche acquisite. Un po' come in Horizon Zero Dawn, per fare un esempio.
In questo mondo, gli studiosi dei robot non sono quindi ingegneri, ma una sorta di zooarcheologi che cercano di comprendere la natura di queste complesse creature artificiali. Proprio una di queste creature, che Aliya chiama Six, ci farà da spalla nel corso dell'avventura offrendo spunti molto interessanti su una tematica cardine della fantascienza: cosa distingue un essere umano da un'evolutissima intelligenza artificiale e cosa rende, quindi, un essere umano tale?
A lasciarci un po' interdetti all'interno di questo universo ben costruito è però il design dello stesso. Un mondo come quello di Nebula, post-apocalittico e in cui isole volanti sono collegate da un impetuoso e aggrovigliato fiume d'acqua fluttuante, è un'ambientazione con una potenzialità artistica inimmaginabile, ma che non è stata sfruttata a dovere in Heaven's Vault.
Gran parte delle ambientazioni è sostanzialmente di stampo mediorientale, senza grossi fronzoli d'inventiva, mentre il panorama che si osserva nel corso delle (lunghe) navigazioni è monotono e privo di grande ispirazione. Insomma, le traversate in nave sono davvero una noia mortale. Fortunatamente con un aggiornamento post-lancio è stato attivata la possibilità di effettuare un viaggio rapido.
Forse proprio a causa della lentezza generale e della mancata localizzazione in italiano, non ci sentiamo di consigliare Heaven's Vault proprio a tutti, ma indubbiamente gli amanti delle avventure narrative troveranno nella nuova opera di Inkle molti spunti interessanti, di antropologia, archeologia e fantascienza, oltre a meccaniche di gameplay inedite. Un piccolo e brillante geode da scoprire rompendo una spessa scorza di ruvida roccia.