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Heavy Rain - recensione

Origami in alta definizione.

Nuovo mese, nuovo remaster. Dopo gli ottimi risultati ottenuti da Beyond: Due Anime e Gravity Rush, Sony continua imperterrita a rilasciare su PlayStation 4 titoli provenienti dalla precedente generazione e da PlayStation Vita, con l'obiettivo di accontentare i giocatori che per qualche motivo in passato si sono persi alcuni titoli first party. Oggi è il turno di Heavy Rain, prima fatica per PlayStation 3 firmata Quantic Dream e uscita sul monolite nero nel febbraio 2010.

Se siete tra coloro che non hanno mai avuto a che fare con l'avventura interattiva di David Cage, dovrete affrontare la drammatica storia di Ethan Mars e della sorte dei suoi due figli, il primo morto a causa di un'incidente e il secondo rapito dal misterioso 'assassino degli origami'. Ogni volta che compie un delitto o un rapimento infatti, l'omicida seriale lascia sul luogo del crimine un differente origami a forma di animale, i quali finiranno per avere un importante ruolo nelle indagini.

Oltre allo sfortunato Ethan, in Heavy Rain vivremo la faccenda con gli occhi di altri tre personaggi: vestiremo i panni di Norman Jayden, l'agente dell'FBI che indaga sul serial killer; Madison Page, una giornalista che suo malgrado si ritrova coinvolta nelle indagini; e infine Scott Shelby, l'investigatore privato assoldato dal protagonista principale.

Il salto di qualità in termini grafici rispetto alla versione PS3 c'é e si vede, peccato che il tutto sia relegato ai modelli poligonali dei personaggi principali e agli spazi al chiuso.

Parte del successo decretato alla versione originale è da imputare all'interessante sistema di sviluppo della trama, che prende strade differenti a seconda di quanti personaggi riusciamo a mantenere in vita. Durate alcune sequenze infatti, un tasto premuto al momento sbagliato può decretare la morte di colui che stiamo impersonando e la sua sopravvivenza o disfatta andrà ad influenzare in parte gli eventi che seguiranno.

Gli intrecci narrativi funzionano ancora alla grande, oggi come sei anni fa, e bisognerà attendere fino alle battute finali per scoprire chi realmente si cela dietro la serie di delitti, lasciando al giocatore pochi indizi su chi possa essere davvero l'assassino. Il gameplay invece adotta un nuovo sistema di controllo che, a dire la verità, non migliora di molto le cose.

Premendo infatti R2 e muovendo lo stick analogico sinistro è possibile controllare il proprio alter ego, che a volte prenderà autonomamente un percorso prestabilito per avvicinarsi a un punto d'interesse. Se durante le prime battute del gioco i comandi risultano macchinosi, col passare dei minuti si comincia lentamente ad abituarsi, anche se in definitiva con questo remaster potevano dedicare più risorse per migliorare i controlli.

La storia di è senza alcun dubbio il punto forte di Heavy Rain, tra colpi di scena, finali multipli e sequenze all'ultimo QTE.

Eliminata completamente la compatibilità con PlayStation Move, il DualShock 4 si comporta abbastanza bene durante i quick time event e le scene dove sono richiesti l'uso del giroscopio e del sensore di movimento. Tra tasti da tenere premuti, shackeramenti e spostamenti a destra e a sinistra, l'esperienza generale risulta ancora soddisfacente e in linea col marchio di fabbrica di Cage.

L'aspetto che ovviamente ha giovato di più ad Heavy Rain su PlayStation 4 è quello grafico, che ora sfoggia una risoluzione a 1080p e textures di qualità superiore. I volti dei personaggi principali appaiono meno squadrati, ma in quanto ad espressioni non si notano miglioramenti degni di rilievo. Le animazioni, seppure non siano tra le migliori in circolazione, sono più fluide, mentre i nuovi effetti d'illuminazione fanno il loro lavoro, specialmente durante le sezioni con ambienti al chiuso.

Al contrario invece, quando ci si trova in spazi aperti, Heavy Rain mostra purtroppo tutti i limiti da prodotto old-gen, segno che gli sviluppatori hanno preferito concentrarsi sui modelli poligonali dei protagonisti e gli interni. Nonostante il buon lavoro di anti-aliasing infatti, è fin troppo evidente la differenza degli elementi secondari e di contorno rispetto agli elementi chiave.

Se non avete mai giocato all'originale uscita su PlayStation 3 e amate il genere delle avventure interattive, Heavy Rain è un acquisto praticamente obbligato per tutti i possessori dell'ultima console di Sony.

Ritroviamo anche il discutibile missaggio tra la colonna sonora e il doppiaggio, i quali spesso e volentieri finiscono per sovrapporsi l'una con l'altro. Niente da dire però sulla qualità delle splendide musiche che fanno da sottofondo alle storie di Ethan e company, così come il doppiaggio in italiano, che vanta collaborazioni di doppiatori professionisti come Pino Insegno.

Sorprende, infine, l'assenza del DLC 'l'Imbalsamatore', uscito su PlayStation 3 qualche mese dopo l'avventura principale e che racconta la storia di Madison mentre si addentra nella casa del perverso Leland (Twin Peaks docet?). Un vero peccato, data la qualità di questo prequel, ma dato il successivo abbandono degli sviluppatori alla serie 'Chronicle', forse in fondo è una cosa giustificata.

Il remaster di Heavy Rain si dimostra quindi un buon prodotto, superiore sotto molti punti di vista alla versione uscita sei anni fa su PlayStation 3, ma è difficile consigliarne l'acquisto a chi l'abbia già finito (e rifinito) sulla vecchia console Sony. Se però non avete mai provato la drammatica storia firmata David Cage, ora non avete più scuse per lasciarvela scappare una seconda volta, a patto che siate amanti delle avventure interattive e dei quick time event.

8 / 10
Avatar di Manuel Stanislao
Manuel Stanislao: Manuel muove i primi passi nel mondo videoludico all’età di 8 anni, dopo essere rimasto stregato dal NES del vicino di casa. Nel 2010 entra a far parte di JAVS, per poi approdare ad Eurogamer nel tardo 2011 grazie a un'ignota congiunzione astrale.

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In this article

Heavy Rain

PS4, PS3, PC

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