Heavy Rain
Il momento delle risposte.
La disperazione di Ethan dopo la morte di Jason e la sua conseguente ansia in seguito alla scomparsa del suo secondo figlio Shaun, la terribile insonnia di Madison che l’accompagna ogni notte per ragioni ancora sconosciute, la determinazione del detective Shelby nel porre fine alla furia omicida dell’Assassino dell’Origami, e la dipendenza dell’agente Norman Jayden dalla triptocaina che contrasta con il suo alto senso morale, sono tutti problemi concreti e soprattutto possibili, il che amplifica notevolmente il loro impatto sui giocatori, portati inevitabilmente a percepirli come propri con il passare delle ore.
Tutto questo fa dunque sì che lo schermo diventi una semplice finestra… una finestra su un mondo vero, suggestivo e carico di fascino nonostante la sua assoluta normalità e semplicità, capace di emozionare e suggestionare il giocatore come se lui stesso ne fosse il protagonista.
Il giocatore non è quindi un semplice spettatore o il “burattinaio” di turno, bensì una parte integrante dell’esperienza, imprescindibile per la graduale e inevitabile evoluzione dell’avventura, avventura che è possibile modellare (seppur con certe limitazioni imposte dagli sviluppatori, soprattutto nelle prime ore), variando approccio e comportamento in base ai propri pensieri, aspettative e desideri.
Le quattro storie parallele non rimarranno però tali sino al termine dell’avventura ma, al contrario, finiranno con l’intrecciarsi in un inaspettato turbine di ansia, dolore e tristezza di fronte a cui, difficilmente, qualcuno riuscirà a provare indifferenza.
L’intera esperienza è costellata da situazioni di grande impatto emozionale che oltre a favorire la piena comprensione delle emozioni e dei pensieri dei personaggi impersonati, amplificano esponenzialmente l’intensità dell’atmosfera.
La sequenza di ricerca all’interno del centro commerciale, o quella incentrata su Ethan e Shaun atta sottolineare il loro difficile rapporto dopo la morte di Jason (due frangenti che conoscerete benissimo nel caso in cui abbiate letto le nostre precedenti anteprime), giusto per fare due esempi, nascondono dietro a un’apparente normalità un profondo dramma interiore da comprendere e analizzare al fine di ritrovarsi poi nella condizione di poter assaporare e capire in pieno gli eventi che caratterizzano le circa 10 ore di gioco.
Il ritmo dell’esperienza, molto particolare e variabile anche a fronte della costante alternanza tra i vari protagonisti (utile per fornire una diversa prospettiva di gran parte degli eventi), è inoltre volto chiaramente a far crescere il pathos in maniera graduale.
Le sequenze iniziali sono infatti volutamente lente per trasmettere un reale senso di normalità e tranquillità, il cui obiettivo è quello di permettere di familiarizzare non solo con la realtà di gioco e le sue meccaniche, ma soprattutto con i personaggi (al punto che alcuni potrebbero anche andare incontro a un senso di sostanziale impazienza). Con il passare del tempo la loro importanza si farà però sempre chiara, risultando imprescindibile ai fini della narrazione e dunque anche del coinvolgimento.