Heavy Rain
Il momento delle risposte.
Ritrovandosi a dover “scalare” una collinetta fangosa, è ad esempio richiesta una pressione combinata di più tasti, il che permette di percepire l’impegno necessario per portare a termine tale azione, mentre durante i combattimenti, la necessità di rispondere tempestivamente agli input su schermo, risulta determinante per provare sulla propria pelle la frenesia che contraddistingue un qualsiasi corpo a corpo.
Alcuni potrebbero non apprezzare, questo è certo, ma il suo valore ai fini narrativi ed emozionali è fuori discussione (senza contare che, valutare un prodotto come Heavy Rain basandosi sul suo sistema di controllo, avrebbe davvero poco senso).
Tecnicamente parlando, nonostante un certo tearing il titolo si attesa su standard qualitativi di prim'ordine, evidenziando il grande lavoro svolto dagli sviluppatori per garantire una realtà di gioco visivamente splendida. I modelli poligonali dei personaggi sono infatti ottimi, così come le loro straordinarie animazioni facciali, e lo stesso dicasi per le ambientazioni, curate nei minimi dettagli oltre che davvero varie e suggestive.
L’intensa atmosfera è poi impreziosita da un comparto audio di spessore, forte di una pregevole colonna sonora e di un buonissimo doppiaggio (che vede anche Pino Insegno “nei panni” di Ethan Mars), determinante per esaltare i frangenti più drammatici o emozionanti.
Definire Heavy Rain un semplice gioco sarebbe dunque sbagliato e soprattutto riduttivo. Il lavoro svolto da Quantic Dream è molto più complesso di quanto si possa immaginare poiché si pone come un’evoluzione diretta delle avventure grafiche, risultando forse più vicino a un vero e proprio film interattivo che a un videogame. Il nostro compito, come detto inizialmente, non è però quello di etichettarlo, bensì di comprendere la sua vera essenza: ciò che conta è che il titolo sia in grado di suscitare forti emozioni e grande, grandissimo coinvolgimento nei giocatori, proiettandoli nel vivo di un’esperienza unica ed irripetibile.
A fronte della sua particolare natura, lontana dalla normale concezione di “videogioco”, il titolo potrebbe però non essere adatto a tutti, portando i videogiocatori più impazienti a storcere il naso di fronte a un ritmo inizialmente poco sostenuto; le sue qualità saranno infatti evidenti solo a coloro che sapranno “viverlo” nella sua interezza, basandosi solo ed esclusivamente su ciò che l'esperienza è in grado di suscitare, senza soffermarsi su questo o quell’elemento di gioco… un processo che per alcuni potrebbe rivelarsi più difficile del previsto.
Al di là di tutto è comunque innegabile che si tratti di uno dei pochi titoli per cui è davvero possibile parlare di "esperienza videoludica", nonché di una vera e propria evoluzione di un genere, un’evoluzione attesa e desiderata a lungo che trova il suo coronamento proprio con l’ultima fatica di Quantic Dream. Un prodotto da provare e da assaporare attimo dopo attimo, che sarà sicuramente ricordato a lungo tanto dagli utenti casual quanto da quelli più hardcore.