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Hector: Badge of Carnage: ep. 1

Quando i duri cominciano a giocare…

Nonostante quanto detto finora, però, il titolo nel suo complesso può comunque risultare piacevole, in quanto come raramente accade, si rivolge al giocatore con fare adulto anche nelle tematiche proposte, non nascondendo il dito dietro a falsi moralismi o alla ricerca della perfezione "artistica" (o presunta tale) che spesso si cerca di applicare senza motivazioni al contesto videoludico.

Il non prendersi sul serio può così risultare accattivante per quella categoria di giocatori che non chiede a un gioco molto di più che un semplice passatempo con annesso quel minimo di ironia che permette a un titolo di non sfociare nella banalità.

Tutto dipenderà pertanto da che parte vogliate guardare il famoso bicchiere: se siete degli avventurieri incalliti difficilmente lo vedrete pieno, mentre se solitamente bazzicate per altri generi potrete trovare questa divagazione sul vostro percorso quantomeno interessante.

Tecnicamente parlando, Hector risente in parte per la conversione dalla piattaforma Apple in virtù di un tasto destro del mouse completamente ignorato (per compiere qualsiasi azione dovrete cimentarvi fra clic singoli e doppi), e per alcuni bug che, in combo con il salvataggio automatico della partita, rischiano di essere motivo di nervosismo qualora vi troviate a dover ricominciare intere sezioni da capo senza fondati motivi.

Chi non è mai stato in un porno shop?
L'importante è il dialogo!

Graficamente il tratto utilizzato deve molto al linguaggio fumettistico, risultando in un'intelligente sintesi fra la necessità di essere dinamico e una capacità espressiva diretta, ottenendo così un'ottima resa senza dover mettere in campo milioni di poligoni o effetti da Oscar. Di contro le animazioni avrebbero beneficiato di un minimo di cura in più, sebbene sia chiaro che non sia certamente questo l'aspetto dove gli sforzi del team si sono concentrati in fase di sviluppo.

Infine è doveroso segnalare quello che è un grosso ostacolo (e handicap per il voto finale) per chi non mastica la lingua di Albione: Hector non è infatti stato localizzato nel nostro idioma nazionale, presentando peraltro un utilizzo molto stretto dell'Inglese, tanto che nelle scene non sottotitolate sarà facile perdersi qualche passaggio.

Un vero peccato, considerando la mole di dialoghi presenti e il fatto che, come detto più volte, sono proprio questi, unitamente alle situazioni assurde che il nostro si troverà a vivere, a formare la vera spina dorsale di un gioco il cui acquisto rischia di tagliare fuori grossa parte del pubblico italiano.

Hector: Badge of Carnage è dunque un titolo sui generis, senza peli sulla lingua e che dimostra una discreta conoscenza delle dinamiche fondamentali per poter impacchettare un'avventura grafica degna di questo nome. Il gioco soffre però della volontà di ostentare a tutti i costi il suo essere adulto, lasciando così poco spazio al fronte avventuroso e giocando le sue carte su ritmo e volgarità.

La speranza è che con i restanti due episodi, non più frutto di un porting diretto dalla piattaforma Apple, la serie riesca a migliorarsi in contenuti e in qualità, come d'altronde anche il finale in crescendo sembra suggerire. Per ora quello che abbiamo visto non arriva alla sufficienza, con tanto sangue e dei doppi sensi che scorderete poco dopo aver terminato il gioco.

5 / 10
Avatar di Roberto Bertoni
Roberto Bertoni: Proveniente dalla ridente Brianza, è cresciuto a pane e Amiga. Ama inoltre in maniera viscerale il retro, ma solo videoludico. Piatto preferito: pollo con la carrucola in mezzo.

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