Hey! PIKMIN - recensione
I Pikmin arrivano per la prima volta su una console portatile Nintendo.
A quattro anni esatti dall'arrivo su Wii U di Pikmin 3, Nintendo pubblica un nuovo capitolo della serie creata dal genio Miyamoto. Questa volta però non si tratta di un sequel, ma di uno spin-off che si fregia di due importanti novità: si tratta del primo gioco della serie per console portatili, ed anche il primo che abbandona lo stile classico in favore di quello 2D a scorrimento laterale. Sono queste le caratteristiche salienti di Hey! PIKMIN per Nintendo 3DS.
L'annuncio di questo spin-off per 3DS ha lasciato un po' interdetti i fan, che invece si aspettavano magari un Pikmin 4 per la nuova console Switch, ma l'una cosa non esclude l'altra, ed è probabile che Hey! Pikmin sia soltanto un antipasto per aprire la strada a un gioco più grande e ambizioso come Miyamoto ha più volte lasciato presagire.
Questo spin-off ha però un altro compito importante, ovvero quello di mantenere vivo il mercato del 3DS in un periodo scarno di uscite, nonché di spingere il nuovo modello della console, il New 2DS XL, in uscita lo stesso giorno del gioco. E quindi non sorprende che il software non supporti il 3D stereoscopico, nemmeno sui modelli "New", per cui l'esperienza di gioco che otterremo sarà identica sul nuovo modello che rinuncia all'effetto mantenendo tutte le caratteristiche della console portatile di punta della compagnia. Nintendo sarà riuscita nel suo intento? Scopritelo con noi in questa recensione.
Il software è prodotto da Nintendo ma sviluppato dallo studio interno Arzest, lo stesso che ha firmato New Yoshi's Island, il più recente capitolo della serie di platform del dinosauro verde. L'avventura si apre con il mitico capitano Olimar, che in seguito a un guasto alla sua astronave è costretto a un atterraggio di emergenza su un pianeta alieno ostile. A questo punto deve mettersi alla ricerca di unità di Luminum per riavviare la sua astronave. Neanche a dirlo, sul pianeta sconosciuto troverà dei Pikmin, le simpatiche creaturine colorate con fiori e foglie in testa, pronte a dargli man forte dimostrando una fedeltà quasi incondizionata.
Serviranno ben 30.000 unità per ripristinare il carburante dell'astronave, che raccoglieremo nei vari stage a scorrimento sparsi per i differenti settori del pianeta, che altro non sono se non i classici "mondi" dei platform a scorrimento. Oltre alle unità di luminum, occorrerà recuperare una parte fondamentale dell'astronave senza la quale il carburante da solo sarebbe comunque inutile. E così ci fionderemo in avanscoperta nel pianeta sconosciuto, esplorandolo in ogni suo continente. Ogni settore è suddiviso in cinque aree, la cui ultima è presieduta da un boss. Sconfiggendolo si avrà accesso al settore successivo.
Così come i classici mondi dei platform a scorrimento, i settori di Hey! Pikmin offrono ambientazioni e gameplay ogni volta differenti. Spazieremo tra dense foreste, tenebrose caverne, mondi sommersi, territori roventi e ghiacciati, e persino microcosmi sospesi nel cielo. Ad accompagnare il nostro capitano Olimar nell'avventura ci saranno gli immancabili Pikmin. Si tratta di creature piuttosto timide, che amano stare nascoste e temono le specie animali del pianeta. Per reclutarli occorrerà quindi adoperare il fischietto nei pressi dei loro nascondigli, tramite la pressione di un'icona dedicata sul touch screen.
Una volta reclutati i Pikmin, potremo sfruttarli nei modi più disparati: lanciarli contro i nemici o nelle insenature più irraggiungibili per recuperare oggetti, oppure per risolvere puzzle ambientali (come recuperare oggetti per allestire ponti o scalette) in modo da spianarci la strada. Olimar da solo è infatti praticamente indifeso e incapace di andare avanti senza i suoi piccoli amici. Eccezion fatta per il jetpack di cui è dotato per librarsi in aria per un tempo abbastanza ridotto, il capitano non sarebbe in grado di proseguire da solo.
Così come Olimar ha bisogno dei suoi Pikmin, lo stesso vale al contrario. Potremo infatti abbandonare solo per un breve lasso di tempo i nostri colorati amici, ma se non torneremo in fretta da loro dopo aver recuperato qualche unità di luminum o sbloccato qualche passaggio, i Pikmin moriranno, e toccherà trovare un altro punto di spawn per reclutarne altri. Fortunatamente questi sono abbastanza frequenti e non capiterà quasi mai di affrontare lunghe sezioni senza Pikmin, anche perché questo equivarrebbe a rimanere indifesi ad arenarsi senza poter proseguire.
Man mano che proseguiremo esplorando i pianeti, incontreremo diverse specie di mostriciattoli, ognuna con le proprie capacità peculiari. I Pikmin rossi sono ad esempio immuni al fuoco e in grado di spegnere le fiamme; quelli gialli sono elettrici e molto leggeri, e possono attivare interruttori e raggiungere altezze siderali una volta lanciati da Olimar. Poi incontreremo Pikmin rocciosi, molto forti e in grado di rompere barriere, oppure quelli blu che sono gli unici in grado di respirare sott'acqua. E gli stage sospesi in aria? Quelli saranno impossibili da affrontare senza i Pikmin volanti, capaci di sollevarci e farci planare dolcemente dopo un lungo salto.
La varietà dei Pikmin conferisce un approccio strategico al gioco. Se i primi livelli saranno molto semplici, man mano che si proseguirà i puzzle diventeranno via via più complessi e occorrerà avvalersi dell'aiuto di più specie di animaletti colorati allo stesso tempo per superare certe aree. In ogni caso il livello di sfida rimane abbastanza abbordabile, e gli esperti di platform e metroidvania andranno avanti in scioltezza senza mai bloccarsi se non per qualche breve frangente, giusto il tempo di capire il meccanismo di un puzzle ambientale.
Il gioco fa uso di entrambi gli schermi per renderizzare il mondo di gioco. Lo schermo principale è quello inferiore, mentre quello superiore offre una visione panoramica di ciò che sta sopra di noi. Questo conferisce spazialità all'azione, aprendo la strada a un gameplay abbastanza particolare. Spesso l'azione si svolge esclusivamente sullo schermo inferiore, ma a volte occorrerà dare un'occhiata allo schermo superiore per scorgere in tempo l'arrivo dei nemici, dei proiettili o per scoprire zone da esplorare in verticalità. Ad aiutarci nell'esplorazione c'è una mappa consultabile in qualsiasi momento.
La più frequente azione del gameplay sarà quella di lanciare i nostri Pikmin verso varie parti dello schermo per recuperare oggetti, sbloccare passaggi ed eliminare nemici. A tal scopo bisogna direzionare il lancio del Pikmin con lo stylus (o col dito se preferite), un po' come si faceva con le uova di Yoshi in Yoshi's Island, con la differenza che quelle partivano in linea retta, mentre i Pikmin hanno una traiettoria parabolica che ovviamente bisogna calcolare con precisione per un lancio efficace. Nelle battaglie contro i boss capiterà di dover lanciare una ventina di Pikmin ininterrottamente e alla lunga questo potrebbe risultare faticoso, specialmente se si gioca con un New 3DS XL, console dal peso importante, che si dovrà sostenere con una singola mano mentre con l'altra si lanciano i mostriciattoli toccando lo schermo.
Ogni stage nasconde diversi tesori da recuperare, ben nascosti e accessibili spesso solo imboccando il sentiero giusto al momento giusto. Ciò significa che anche se c'è una certa libertà nell'esplorazione che consentirà di tornare indietro in certi frangenti, occorrerà proseguire con calma se si vuole completare ogni livello raccogliendo tutti i tesori. Questi sono rappresentati dagli oggetti più disparati come batterie, orologi, gioielli, attrezzi e persino vecchie cartucce del NES e del Game Boy, cosa che i fan Nintendo di vecchia data apprezzeranno di certo. Ogni tesoro viene poi convertito in luminum al termine del livello e la sua descrizione è consultabile nel menu principale tramite il diario di bordo.
Raccogliere i tesori è comunque opzionale, e si può proseguire l'avventura senza dedicarsi al collezionismo, ma in questo modo sarà molto più difficile arrivare a quota 30.000 luminum prima dello scontro finale. Arrivare a questa quota garantirà inoltre vari bonus come un numero maggiore di HP, una durata maggiorata del carburante del jetpack, ed altri vantaggi.
Il gioco supporta una vasta gamma di statuette amiibo, che agevoleranno l'utente in vari modi come reclutare Pikmin in qualsiasi momento, sbloccare aree segrete, raccogliere luminum giornalmente etc. Tuttavia solo quelli di Olimar e di Pikmin (quest'ultimo in uscita in concomitanza col gioco) sbloccheranno i bonus maggiori.
Dal punto di vista tecnico, il gioco si presenta molto curato, colorato e ben disegnato. Le animazioni di Olimar, dei Pikmin e dei nemici sono ben fatte e abbastanza sfaccettate. Ottimi i fondali, pieni di dettagli e molto vari tra i diversi livelli e mondi. Le musiche di sottofondo sono d'atmosfera e perfettamente azzeccate, non risultando mai invasive né monotone, sfumandosi armoniosamente col gameplay. Di certo l'hardware del 3DS è spinto ai suoi limiti qui, e non sorprende quindi l'assenza del 3D stereoscopico, che avrebbe richiesto ulteriori risorse hardware. Il livello tecnico è però forse andato oltre le capacità stessa della macchina, visto che purtroppo abbiamo riscontrato frequenti rallentamenti nelle scene più concitate e con tanti elementi su schermo, risultando parecchio vistosi e fastidiosi. La console su cui abbiamo provato il titolo è un New 3DS XL, modello dotato del più potente processore quad-core e dei 256MB di RAM. Sospettiamo quindi che su 3DS e 2DS di vecchia generazione la situazione possa essere addirittura peggiore.
Hey! Pikmin si presenta quindi come un gioco abbastanza diverso da quelli della serie principale, sebbene lo spirito caratteristico rimanga pressoché invariato. Nonostante manchi il classico approccio strategico, ed il gameplay risulti per certi versi molto più semplice, non mancano i classici siparietti che vedono come protagonisti i buffi e timidi Pikmin. L'unica variante vera e propria al gameplay core è rappresentata dal Parco dei Pikmin, una sorta di giardino in cui potremo mettere al lavoro i Pikmin recuperati al termine di ogni livello per cercare ulteriori unità di Luminum sul territorio. Ogni specie va piazzata nel suo habitat naturale per massimizzare gli sforzi, e passando periodicamente al parco tra un livello e l'altro potremo tornare per riscuotere il raccolto. Questo è tutto ciò che si può fare nel parco, e purtroppo rappresenta di fatto l'unico diversivo al gameplay, che a dirla tutta risulta un po' troppo lineare e semplice, e potrebbe non soddisfare chi è abituato a sfide di caratura ben maggiore.
Da questo punto di vista, Hey Pikmin è un titolo che sembra indirizzato principalmente a un pubblico molto giovane, e la difficoltà abbastanza bassa dell'avventura (senza fra l'altro possibilità di scelta tra vari livelli) ne è una conferma. Nonostante la sfida non sia di quelle estreme, la longevità dell'avventura è abbastanza buona. Dedicandosi alla raccolta di quanti più luminum e segreti possibili (senza però ripetere ogni livello fino alla perfezione) abbiamo impiegato circa 13 ore a completare il gioco. I completisti potranno quindi arrivare facilmente a venti ore. Purtroppo, però, il gioco non offre molti stimoli alla rigiocabilità: mancando modalità alternative e qualsiasi componente multiplayer, una volta terminato il gioco difficilmente si riprenderà la console in mano, se non per raccogliere i tesori rimasti (sempre che se ne trovi la voglia necessaria).
Tirando le somme, non ci sono motivi particolari per non consigliare l'acquisto di Hey! Pikmin, essendo fra l'altro uno dei pochi titoli validi in uscita per la console portatile Nintendo durante questa calda estate. Rimane tuttavia il dubbio di come sarebbe stato questo titolo se fosse stato pensato per la più nuova e moderna console Switch. Forse sarebbe stato un titolo più grande e più profondo, ma questo non lo sapremo mai. Probabilmente su Switch vedremo arrivare un nuovo capitolo della serie principale, quello che i fan aspettano con ansia da anni e che potrebbe spingere ulteriormente le vendite di una console che sta già facendo parlare molto di sé.