Ho visto talmente tante pubblicità fasulle di Evertale che ho deciso di provarlo
E ovviamente non c’entra niente con i video sponsorizzati in stile Pokémon horror.
Nel corso delle ultime settimane, durante le lunghe serate trascorse a guardare video di parrucchieri indiani che praticano massaggi alla testa dei clienti, o ancora di persone che costruiscono case di fango e argilla in mezzo alla foresta pluviale, mi è capitato sempre più spesso di imbattermi in interruzioni pubblicitarie dedicate a videogiochi per smartphone estremamente abbozzati.
Sono certo che sappiate benissimo di cosa sto parlando: avatar controllati da videogiocatori che non conoscono le regole base della matematica e li conducono inesorabilmente incontro alla morte, eroi che fanno precipitare un tesoro in mezzo al magma per poi suicidarsi con convinzione a loro volta, per non parlare di quelle scenette in live-action nelle quali l'accesso al ristorante più esclusivo di una città ideale è consentito solamente a chi abbia un sufficiente “livello di potere”.
Ecco, dal turbine di queste pubblicità ne è emersa una capace di catturare la mia attenzione, ovvero quella di Evertale.
Evertale, in una serie di video adv che trovate raccolti in questa playlist, si presenta come un clone dell'esperienza Pokémon in 16 bit contraddistinto dalla particolarità di avere fortissime tinte horror. Un piccolo, terrificante mondo fatto di pixel nel quale si respirano atmosfere di silenthilliana memoria, caratterizzato da un design dei suoni che sembra uscito direttamente dalle “creepypasta” della vecchia YouTube, tanto da riportare la mente fino agli anni della storica serie Creepy Games di Parliamo di Videogiochi.
In questi video – di cui esistono decine e decine di varianti – il protagonista si muove lungo fondali che traspirano l'aria dell'era GameBoy Color, non fosse per il fatto che i dialoghi assumono note angoscianti, l'esplorazione è costellata di jumpscares, e il rapporto con i mostriciattoli che popolano quelle terre appare più che mai inquietante: schizzi di sangue sporcano le pareti stilizzate degli interni, mentre l'avatar sembra costantemente perseguitato dagli spiriti delle colorate creature. Ed è allora che un impulso irrefrenabile attraversa le sinapsi del consumatore videoludico: “Un clone horror di Pokémon? Lo voglio immediatamente!”.
La verità è che, dopo aver assistito a dozzine di questi commercial, appare abbastanza evidente che il gioco vero e proprio non c'entrerà assolutamente nulla con quanto mostrato nei suddetti trailer. Ormai quella di puntare su sequenze fake che non hanno nulla a che vedere con l'esperienza è una prassi consolidata nel segmento advertising dei titoli mobile, e sinceramente non fatichiamo a comprenderne la ragione, ma in questo caso si è sfiorata una magnitudine con pochi precedenti.
La casualizzazione del settore gaming per smartphone e la crescente diffusione del consumo di app hanno portato questo genere di spot a raggiungere milioni e milioni di persone disabituate al giudizio critico: se un utente scarica un gioco e questo non c'entra niente con la pubblicità, è molto probabile che decida di fregarsene e dargli comunque una chance; tanto, nella peggiore delle ipotesi, può sempre disinstallarlo o sostituirlo in un battito di ciglia, senza alcun genere di costo né di rimorso. Più preoccupante, nella maggior parte dei casi, è il fatto che chi commissiona l'adv è consapevole che quanto mostrato abbia decisamente maggiore appeal rispetto al prodotto ufficiale.
Nel caso specifico di Evertale, il primo campanello d'allarme squilla dal momento che nei video emergono decine di variazioni nello stile grafico e nelle meccaniche di gioco, per poi rimbombare alla fine degli spot, quando l'atmosfera del “Pokémon dark” viene improvvisamente sostituita dagli artwork di personaggi che sembrano usciti dalla serie The Legend of Heroes. Ed è allora che appare la call to action: installa Evertale sul tuo dispositivo.
Alla fine ho ceduto, ho voluto toccare con mano cosa fosse Evertale scoprendo – ovviamente – un'esperienza che non solo è profondamente diversa da quanto mostrato nei fake trailer, ma anche inaspettatamente valida. Evertale è infatti sì un monster-collector, ma ricalca l'essenza dei classici JRPG, tanto nella stilistica quanto nella formula di gioco, alternando buone sezioni di combattimento a turni con una fase esplorativa che è indubbiamente appena abbozzata, seppur arricchita da un tessuto narrativo apprezzabile.
Certo, resta inevitabile chiedersi come sia stato possibile arrivare fino a questo punto. Ai miei tempi, se avessi ordinato un pennello e mi fosse arrivato a casa un cucchiaio mi sarei quantomeno posto due domande. Nel caso di Evertale, invece, quella di scaricare un nostalgico monster-collector horror e trovarsi per le mani un JRPG isometrico costellato di waifu sembra essere una cosa normale, per lo meno alla luce delle oltre 2700 recensioni positive presenti sullo store italiano di Apple. Ah, tra l'altro Evertale prima di abbracciare la formula free-to-play era prezzato a $0.99, e pensando a tutti coloro che hanno dovuto aprire il portafogli per scoprire cosa fosse realmente, la voglia di sorridere passa in fretta.
In fin dei conti l'offerta di Evertale non è affatto pessima, ma probabilmente se fosse stato commercializzato per ciò che è veramente sarebbe rimasto schiacciato sotto il peso di migliaia di competitor. In sostanza si tratta di un JRPG ambientato in una classica ambientazione fantasy medievale nella quale il Pandemonio – questo il nome di un misterioso cataclisma – trasporta i demoni sul piano materiale, e solo il potere risvegliato dal nostro eroe è in grado di porre un freno alle malefatte di queste creature immortali.
L'elemento più interessante risiede nei combattimenti, nei quali la nostra squadra – composta di un mix tra eroi in stile Genshin Impact e mostri catturati in giro per il mondo – deve fronteggiare minacce di pericolosità crescente, prestando particolare attenzione allo svolgimento di turni predeterminati – nello stile di Final Fantasy X – e sfruttando attacchi caricati, alterazioni di stato e mosse speciali per arrivare alla vittoria.
Per il resto, l'esperienza non ha la benché minima intenzione di trascendere gli stilemi dell'RPG per piattaforma mobile, mettendo a disposizione del giocatore l'esatto equivalente dei Pull di Genshin Impact per ottenere nuovi membri del roster, puntando molto forte sull'elemento del fanservice (artwork e pose sexy), nonché costruendo meccaniche volte a ritenere il giocatore il più a lungo possibile nel tessuto del prodotto.
Ok, ma cosa c'entra tutto questo con quella specie di Pokémon horror intravisto nei fake trailer? Assolutamente niente. E allora la domanda successiva sorge spontanea: perché, dunque, non realizzare proprio quel gioco che ha realisticamente portato milioni e milioni di persone (dati recenti dagli sviluppatori parlano di 8 milioni di download) ad installare Evertale sul proprio dispositivo? Personalmente, se fossi nella società che ha realizzato i succitati trailer, non ci penserei due volte.
Le atmosfere candide dei videogiochi dell'infanzia hanno sempre dimostrato un'attitudine straordinaria nell'assorbire le note “creepy”, ed è proprio da questa constatazione che è scaturito il successo delle creepypasta tradizionali. È un vero peccato che, alla prova dei fatti, nessuno abbia mai tentato di capitalizzare sulle sensazioni alla base di fantasie storiche come “Ben Drowned” (The Legend of Zelda: Majora's Mask) o le mille e uno leggende metropolitane legate all'universo Pokémon. L'unico a tentare una sortita è stato lo sviluppatore indipendente Keirdan Jenson, che proprio ispirandosi alle pubblicità protagoniste di questo articolo ha pubblicato su Steam il piccolo e sconosciuto Beasts of Burden, disponibile gratuitamente.
Ciò che si è visto non può essere cancellato: ormai, la visione di quella donna che ha perso il controllo del suo mostriciattolo – nel buio di una stanza coperta di sangue – è rimasta impressa a fuoco nella mia mente, e probabilmente non avrò pace finché qualcuno non se ne verrà fuori con il clone horror di Pokémon che meritiamo.
Fino ad allora, credo che continuerò imperterrito a cliccare sulle pubblicità di videogiochi più assurde che interrompono la mia visione di “Come costruire una piscina sotterranea con strumenti primitivi”, nella speranza di trovare – almeno per una volta – quello che sto veramente cercando. Ma, vista la triste piega che sta prendendo il marketing del mercato mobile, sono praticamente certo che ciò non accadrà mai.