Homefront The Revolution, si riparte da capo - prova
La terza vita di Homefront riparte dalla Gamescom 2015.
Su Homefront sembra sia stata scagliata una maledizione. Una di quelle potenti, con tanto di bambola voodoo annessa. Il debutto della serie, infatti, è tristemente famoso per essere stato il gioco che ha dato il colpo di grazia alla gloriosa ma malandata THQ.
Le premesse sensazionali di un'ambientazione affascinante e un taglio maturo della storia, avevano infatti spinto il publisher americano a investire fortemente su di un successo della serie dei soldi che purtroppo non sono rientrati per colpa dei limiti evidentissimi della produzione.
Poco prima del fallimento THQ commissionò un seguito di Homefront a Crytek UK, un team formato da veterani dell'industria conosciuti un tempo come FreeRadical Design, ma la situazione finì presto in stallo per le pratiche giudiziarie legate allo smembramento dell'azienda.
Una volta passata nelle mani di Crytek, la licenza di Homefront è rinata dalle ceneri con The Revolution ma la resurrezione è stata piuttosto effimera, visto che dopo il debutto all'E3 2014 s'è persa ogni traccia del gioco nelle nebbie della pallida Albione. Foschia che offuscato persino lo sviluppatore, travolto da uno scandalo sui mancati pagamenti dei suoi dipendenti e infine rilevato, con il nome di Dambuster Studio, da Koch Media.
A distanza di quasi un anno dalla sua ultima apparizione, il gioco torna a far parlare di sé, ancora una volta in modo non positivo, essendo stato annunciato un suo rinvio al 2016. Perlomeno, però, il progetto ha dato inaspettati segni di vita, con il colosso teutonico Koch Media che crede fortemente in un suo successo.
È stata dunque una sorpresa ritrovare Homefront: The Revolution pochi mesi dopo il suo rinvio alla Gamescom 2015, in uno stato di forma oltretutto più che accettabile. Anzi, per la prima volta i Dambuster hanno deciso di dare ai giornalisti la possibilità di provare questo sparatutto open world, basato più sul concetto di guerriglia che su quello di "one man army" tipico degli altri esponenti dello stesso genere.
Grazie a tutte le vicissitudini riassunte poche righe fa, il team inglese ha potuto resettare completamente la storia narrata nel primo Homefront per partire con delle nuove premesse. Sono passati quattro anni da quando l'esercito della Corea del Nord ha invaso gli Stati Uniti e ora un gruppo di ribelli vuole partire da Philadelphia, la città nella quale è nata l'indipendenza americana, per risvegliare le intorpidite coscienze della popolazione oppressa dall'invasore.
Inizialmente, guiderete un gruppo sparuto di soldati che piccola vittoria dopo piccola vittoria, riuscirà a farsi strada attraverso la città conquistando la fiducia della sua gente e, pensiamo, spingendola a combattere il controllo coreano.
Un compito che vi chiederà non solo d'impugnare le armi e sparare all'impazzata, ma anche di aiutare i vostri compagni a raccogliere un numero sufficiente di risorse per espandere le operazioni dei ribelli. Philadelphia è stata organizzata in tre zone: quella verde è la parte controllata capillarmente dai coreani, quella gialla è dove vive la popolazione civile e in cui vi è una massiccia presenza della polizia militare, mentre quella rossa contraddistingue quelle zone della città dove l'esercito invasore si trova ancora costretto a combattere contro i ribelli.
È qui che comincerete ed è in queste zone che il gioco ricorderà molto FarCry. A differenza dell'open world di Ubisoft, Homefront The Revolution sarà però diviso in una rete di macro aree connesse tra di loro da tunnel sotterranei o simili che potrete esplorare liberamente nel corso della vostra partita. In questo modo gli sviluppatori celeranno i caricamenti necessari a passare da una zona all'altra, pur lasciando l'impressione di essere all'interno di una mappa aperta.
D'altra parte ricostruire strada per strada Philadelphia non era tra le intenzioni degli sviluppatori e per questo motivo i Dambuster hanno potuto creare la mappa che meglio si adattasse alle loro esigenze di gameplay e alle possibilità offerte dal Cryengine, il motore utilizzato per lo sviluppo del gioco.
Ogni zona rossa, non sappiamo ancora cosa succederà nelle altre dato che verranno presentate più avanti, sarà suddivisa in territori più piccoli ognuno contenente un elemento chiave da conquistare per poter estendere il territorio controllato dalla Resistenza, in una meccanica di gioco simile a quella delle torri di FarCry. Questo vi consentirà di sbloccare casse per i rifornimenti e recuperare materiali con i quali acquistare nuovi oggetti di distruzione o sbloccare i loro potenziamenti, oltre che di far comparire alcuni vostri commilitoni per il controllo militare del territorio.
Essendo infatti l'approccio di gioco diverso da quello di un Call of Duty o di un Crysis, in Homefront The Revolution vi troverete in ogni caso a dover mordere e fuggire più che a combattere a viso aperto contro i coreani. Gli invasori, infatti, sono meglio equipaggiati e più numerosi e solo una tattica prudente vi potrà consentire di portare avanti la causa della liberazione. I nemici, infatti, vi potranno sorprendere via terra con delle semplici ronde, ma potranno anche chiamare in supporto veicoli corazzati e persino mezzi aerei. Particolarmente fastidiosi saranno dei droni volanti in grado di individuarvi anche quando starete muovendovi di soppiatto sui tetti, rovinando in questo modo i vostri piani.
Per questo motivo al posto di correre allo scoperto contro un corazzato coreano armati di lanciarazzi e bombe a mano, sarà meglio rimanere nascosti e organizzare un agguato, magari equipaggiando una macchina radiocomandata con dell'esplosivo per condurla nel bel mezzo dei nemici prima di farla detonare. Forse non è il modo più cavalleresco per combattere ma ci sono pochi metodi più efficaci.
Poi ci saranno strumenti in grado di distrarre i nemici, di disturbare i radar coreani, ma anche semplicemente armi più grosse in grado di far saltare praticamente qualsiasi cosa.
Certo, alcune volte, in preda all'euforia o quando avrete davvero tanti nemici alle calcagna potrete provare a fuggire a bordo di qualche moto abbandonate nei dintorni, utilizzando pareti crollate e passerelle come strade di fortuna.
Nuove risorse vi consentiranno anche di sbloccare nuove armi e nuove personalizzazioni. Il sistema creato da Dambuster per modificare l'arma è piuttosto efficace e vi consentirà di variarla senza interruzioni: ogni parte della bocca da fuoco sarà caratterizzata da un bottone, premendo il quale potrete navigare velocemente tra tutte le opzioni.
Nonostante l'ambientazione alternativa, è ormai impensabile programmare un gioco senza un telefonino al suo interno. Questo vi consentirà di analizzare l'ambiente, oltre che di visualizzare la mappa ed evidenziare gli obiettivi.
La progressione nel gioco sembra infatti non lineare, perlomeno in questi hub, lasciandovi la libertà di decidere quali e quanti avamposti conquistare prima di procedere oltre. Alcune delle missioni vi chiederanno semplicemente di spazzare via tutti i nemici e di prendere possesso del luogo. Altre sono un po' più complesse e necessiteranno di qualche passaggio in più, come per esempio riavviare un generatore lì vicino, prima di essere completate.
L'ideazione dell'universo di gioco sembra dunque ad uno stadio avanzato, quello che andrà verificato nei prossimi mesi sarà la parte ludica vera e propria. Trovarsi di fronte ad un open world così complesso come quello ideato dagli ex-Critek UK sarà una sfida notevole, sia per gestire l'intelligenza artificiale, che si troverà a dover fronteggiare uno pletora di possibili comportamenti da parte dei giocatori, sia per il bilanciamento delle meccaniche di gioco, attraverso una attenta pianificazione delle risorse e del livello di difficoltà. Senza considerare la varietà delle missioni e la validità della storia, che dovrà toccare argomenti molto delicati in questo periodo, come la guerriglia, la resistenza e gli attentati.
Dal punto di vista tecnico possiamo apprezzare la qualità visiva di Homefront: The Revolution come la complessità dei livelli proposti, sviluppati su più livelli e con diversi percorsi intrecciati. Mancano però ancora diversi mesi di sviluppo e di ottimizzazioni, prima di sapere come Dambuster riuscirà ad adattare il gioco sulle tre piattaforme. Al momento abbiamo solo la promessa che lo studio farà tutto il possibile per ottenere il massimo dalle tre console e la versione Xbox One presente in fiera era già sufficientemente fluida da far ben sperare per il futuro.
Infine una piccola informazione sul multiplayer. La cooperativa a quattro giocatori annunciata qualche mese fa sarà ancora presente nel gioco finale. Al posto della campagna da giocare con altri tre amici verranno programmate delle missioni specifiche da affrontare in multiplayer, in una modalità a parte che verrà annunciata tra qualche mese.
Homefront: The Revolution è previsto per la primavera del 2016.