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Horizon Zero Dawn - prova

Un salto in un affascinante futuro ricco di potenzialità alla Milan Games Week 2016.

Quando vidi i primi artwork di quello che poi si rivelò essere Horizon Zero Dawn, rimasi colpito dalla creatività del design e speranzoso riguardo le potenzialità narrative che possono sprigionarsi da un concept del genere, in cui uomini vestiti con pelli e armati di lance combattono giganteschi dinosauri robotici. Non nego quindi di essere stato particolarmente contento di poter provare con mano il gioco in occasione della Games Week 2016 di Milano.

Il contesto narrativo è semplice, quanto intrigante: ci troviamo mille anni nel futuro e l'umanità è ritornata ad una condizione di primitività, divisa in tribù e in balia della natura che ha riconquistato ogni cosa. A ricordare il passato della tecnologica civiltà umana rimangono solo i resti di antiche metropoli e i robot zoomorfi che dominano il pianeta. Queste macchine si comportano a tutti gli effetti come degli animali: alcuni ricordano dei mansueti erbivori, altri grossi aracnidi e altri ancora dei temibili dinosauri.

A rendere ancora più difficile la vita della popolazione umana, ci pensa una misteriosa anomalia che sta contagiando sempre più robot. Le macchine corrotte diventano sostanzialmente più aggressive, più difficili da battere e di conseguenza un grave pericolo per le tribù. Lo scopo che spinge la protagonista Aloy nella sua rischiosa avventura è proprio quello di scoprire la causa di questo fenomeno. In un mondo arcaico, come quello di Horizon Zero Dawn, non ci troveremo però a combattere solo contro macchine impazzite ma anche contro la superstizione della gente che crede che i robot corrotti siano posseduti da entità demoniache.

L'idea di un robot zoomorfo immerso nella natura incontaminata esprime un fascino davvero particolare.

La sezione di gioco a cui abbiamo assistito ci è stata mostrata da un membro di Guerrilla Games e inizia con Aloy che si dirige verso un villaggio, in cui viene accolta dagli abitanti che le aprono il portone d'ingresso. La tribù è stata recentemente attaccata da un grosso Thundergiant infettato dalla corruzione e noi ci troviamo lì proprio per seguire le tracce di questo misterioso e inquietante fenomeno.

La capo villaggio esorta la protagonista a non proseguire la ricerca perché troppo pericolosa, e in questo modo gli sviluppatori hanno potuto mostrare il sistema di dialogo a risposte multiple che caratterizza il titolo, come fosse un gioco di ruolo. Aloy però è ostinata e prima di procedere verso il prossimo villaggio, da cui potrebbe provenire la macchina impazzita, fa un salto dal mercante locale per potenziare l'armatura. L'interfaccia utente dello shop è estremamente semplice e, per darvi un'idea, ricorda più quella di un Assassin's Creed che di un GdR classico.

Essendo il secondo villaggio piuttosto lontano, l'eroina si avvicina di soppiatto a una mandria di robot erbivori per poi addomesticarne uno attraverso una sorta di hackeraggio dell'intelligenza artificiale, e poterlo così cavalcare. La strada da lì al villaggio è da lasciare a bocca aperta e mette in scena tutta la potenziale spettacolarità di un ambiente incontaminato e popolato da giganteschi robot che si muovono lenti. L'effetto è identico a quello ricreato da Steven Spielberg quando i protagonisti di Jurassic Park vedono per la prima volta i brontosauri muoversi in gruppo.

Per correttezza bisogna però mettere subito in chiaro che si trattava di una scena scriptata e quindi costruita ad arte per risultare impressionante. Dubito che all'uscita di Horizon Zero Dawn ci troveremo di fronte ad una "sorpresa" à la No Man's Sky, ma è comunque probabile che la cura dell'impatto visivo dovrà in qualche caso fare posto ai problemi concreti che possono sorgere dall'inserimento di creature così grandi all'interno di ambientazioni che dovranno obbligatoriamente avere dei limiti di spazio. Sarà quindi interessante vedere come Guerrilla Games gestirà l'intelligenza artificiale di quei meravigliosi branchi di robot simili a giraffe.

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Tornando alla missione di Aloy, la protagonista arriva finalmente al villaggio, che è stranamente silenzioso. La tribù è infatti stata attaccata da un corruttore, ovvero una macchina che apparentemente ha la capacità d'infettare anche gli altri robot. Ci troviamo sostanzialmente ad un punto della storia a cui potremo arrivare dopo circa tre o quattro ore, e il corruttore sembra essere un piccolo boss più difficile da battere rispetto ai normali robot.

Lo sviluppatore ha combattuto il corruttore sfruttando diverse armi a disposizione di Aloy, che abbiamo avuto modo di vedere più volte. L'eroina può fondamentalmente contare su attacchi corpo a corpo, su uno spara arpioni per bloccare al suolo i nemici, su trappole esplosive e sul suo fido arco con cui lanciare diverse tipologie di frecce, tra cui quelle incendiarie che hanno lo scopo di surriscaldare i robot. Proprio dopo aver dato fuoco al corruttore, quest'ultimo espone il nucleo centrale per poterlo così raffreddare. Per distruggere il robot a questo punto è sufficiente prendere la mira col proprio arco e colpire il punto debole.

Durante la presentazione abbiamo avuto anche modo di provare con mano il gameplay di Horizon Zero Dawn, controllando la protagonista all'interno di un'area piccola, ma liberamente esplorabile. Nella zona erano presenti vari tipi di robot più o meno docili da attaccare e da cui ricavare preziose risorse utili per costruire nuovi strumenti e armi. La demo non consentiva di sfruttare appieno il sistema di crafting ma era comunque possibile produrre nuove munizioni per l'arco semplicemente premendo un tasto dal cerchio di selezione delle armi.

Abbiamo avuto anche modo di affrontare il corruttore e ciò ha messo in luce alcune possibili ingenuità del sistema di combattimento contro i nemici più forti. Il gameplay, controller alla mano, ricorda tantissimo quello di The Witcher 3, con la differenza che in questo caso Aloy predilige l'arco piuttosto che il combattimento all'arma bianca tipico di Geralt. I nemici in Horizon Zero Dawn non vengono infatti 'agganciati' e, sebbene siano presenti i classici attacchi normale e forte, il giocatore sarà sempre invogliato a prendere la mira per sfruttare i colpi dalla distanza.

Vedere incedere questi enormi robot simili a giraffe lascia senza fiato, ma sono curioso di vedere come verranno gestiti i pattern di movimento nella versione finale.

Chi non ha gradito però il sistema di combattimento dell'ultima opera di CD Projekt RED, difficilmente potrà apprezzare quello di Horizon Zero Dawn. Ogni scontro si basa infatti sullo schivare gli attacchi avversari e attaccare, con dei nemici che sostanzialmente non sembrano brillare per astuzia e si limitano a usare qualche mossa differente in base alla distanza dalla protagonista.

Noi però ci siamo divertiti molto a combattere nei panni dello Strigo e di conseguenza abbiamo apprezzato la fresca semplicità con cui si svolgono le azioni di Horizon Zero Dawn, un gioco che ha le carte in regola per assottigliare ulteriormente la distanza tra giochi di azione e giochi di ruolo, limando tutte quelle meccaniche complesse che rendono i classici GdR meno appetibili alle masse.

Non ci resta quindi che incrociare le dita, attendere il 1 marzo e sperare che lo sviluppatore olandese riesca a spremere al massimo le enormi potenzialità del suo concept. La nostra speranza, come quella di molti altri tra voi, è di potersi immergere in una storia affascinante e con un profondo lore, in cui le scelte di dialogo non siano solo un orpello per dimostrare la natura ruolistica del titolo, ma contribuiscano concretamente ad arricchire la narrazione.