Hotline Miami - review
Killing me softly.
"SPLASH!"... bene bene. "SBAM!", Argh! Dannato sbirr... ehm, scusate, stavo cercando di ottenere un buon voto nell'ultimo livello di Hotline Miami. Cosa dite, non avete mai sentito parlare di questo gioco? Allora sappiate che vi siete persi uno degli indie più interessanti, stilosi e originali dell'ultimo anno.
Uscito lo scorso ottobre su PC e successivamente anche per Mac e Linux, il titolo di Dennaton Games è un geniale top-down dotato di una gustosissima grafica 8-bit e una giocabilità tanto bastarda quanto divertente, una trama che rasenta il trash più infimo e una colonna sonora talmente "cool" da far sembrare l'ultimo album dei Daft Punk una robetta di poco conto.
Ma andiamo con ordine. Per coloro che non lo sapessero in Hotline Miami prendiamo il controllo di un ragazzo che una bella mattina si sveglia circondato da 3 individui mascherati, e che in men che non si dica viene proiettato nella primavera del 1989 senza un perché. L'inizio di ogni livello è scandito da una telefonata anonima che ci fornisce istruzioni sulla missione da compiere, sapientemente camuffata con l'uso di doppi sensi e che alla fine si tradurrà in un'enorme pozza di sangue e cadaveri ai danni di un'organizzazione mafiosa.
Per scoprire cosa si cela dietro queste strane chiamate e agli assurdi eventi che seguiranno, ci faremo strada tra 20 livelli (più due sbloccabili dopo aver completato il gioco) dalla durata variabile e che in totale terranno impegnati i nostri pollici per circa 5-6 ore. Non preoccupatevi però perché il fattore rigiocabilità è parecchio elevato grazie ai molteplici collezionabili disponibili che vanno da una lista interminabile di armi alle maschere, fino all'infinito set di trofei da raccogliere (con tanto di uno scintillante platino).
"La grafica è forse il colpo più duro da digerire se non siete cresciuti con pane e videogiochi negli anni '80"
L'impatto grafico è forse il colpo più duro da digerire se non siete cresciuti con pane e videogiochi negli anni '80, visto che la montagna di pixel e sprites fluorescenti che compongono gli stage di Hotline Miami fanno subito tornare alla mente uno dei periodi più belli della storia videoludica (crisi del settore a parte, ovviamente). Personalmente mi è sembrato di tornare a giocare al primo, splendido Grand Theft Auto per PSone, anche se ovviamente non si ha a disposizione un'intera città da esplorare. Grazie al fascino che Hotline Miami riesce a trasmettere, le limitazioni del gameplay spariscono però in un batter di ciglio.
Anche in queste incarnazioni per PlayStation Vita e PS3 ritroviamo la stessa identica dose di violenza della versione PC, accompagnata ovviamente dall'estrema ferocia (e velocità) dei nemici che non regalano nemmeno un centesimo di secondo per colpirli. Il tasto R va premuto con una velocità tale da dover far impallidire anche Clint Eastwood, in caso contrario finiremo a terra con il torace bucato o peggio ancora con la testa che rotola contro una parete.
Grazie al touch screen di Vita è però possibile "lockare" un nemico semplicemente tappandolo col dito. In questo caso lanciando un'arma (tasto L) lo si colpirà automaticamente, sempre ovviamente che non ci sia una parete che divide noi e il malavitoso. Questa feature è decisamente utile quando non abbiamo una buona visuale del livello e infatti, selezionando un nemico, possiamo spostare il mirino da un obbiettivo all'altro semplicemente scorrendo a destra o sinistra con la seconda levetta analogica.
"Hotline Miami si gioca perfettamente su Vita e non fa rimpiangere l'accoppiata mouse-tastiera"
Un'altra funzione del touch screen è quella di poter muovere leggermente la visuale spostando il dito sullo schermo, e ne possiamo trarre beneficio soprattutto negli stage assediati da poliziotti, cani e mafiosi. Chiudono la lista delle novità delle versioni per le console Sony una nuova maschera che permette di vedere in bianco e nero (?) e le classifiche che mostrano le valutazioni nostre, dei nostri amici e dei giocatori di tutto il mondo.
Spiace constatare il mancato inserimento del doppiaggio in italiano, che avrebbe potuto tornare utile ai giocatori che non capiscono benissimo la lingua anglosassone. Certo, per portare a termine il gioco non serve un vocabolario come in final Fantasy VII, ma capire tutte le sfumature e le battute recitate nei dialoghi dagli improbabili protagonisti ha tutto un altro sapore.
Hotline Miami si gioca perfettamente su Vita e non fa rimpiangere l'accoppiata mouse-tastiera, mentre il suo piccolo schermo fa apprezzare ancora di più lo stile grafico adottato da Dennaton Games. L'uso delle cuffie è praticamente obbligato, e anche se alla lunga qualche brano diventa un po' noioso e ripetitivo, la maggior parte della colonna sonora è assolutamente da godere con il volume sparato al massimo nei timpani, magari da un modello retrò simile a quello mostrato subito dopo aver lanciato il gioco.
Insomma, tutti coloro che ancora non hanno giocato a questo piccolo capolavoro ora non hanno davvero più scuse, visto anche l'allettante prezzo a cui viene venduto (€8). Come se non bastasse, acquistando la versione per PlayStation Vita si riceve gratuitamente quella per PS3 e viceversa, con tanto di cross-save nel caso si voglia continuar a far esplodere milioni di pixel rossi sullo schermo della console portatile di Sony sotto le coperte o alla fermata del bus
In attesa di scoprire maggior informazioni sul già annunciato seguito sottotitolato "Wrong Number" (in arrivo a fine anno su PC e Mac), possiamo tranquillamente consigliare l'acquisto di Hotline Miami a tutti quanti, a meno che non siate persone che si impressionano facilmente, o che si arrendono facilmente se non riescono a completare un obbiettivo.
Ora scusate ma devo tornare a giocare, sto cercando di ottenere la maschera da rana verde e ho dodici scagnozzi russi che mi inseguono con mazze da baseball e manganelli.