Hotshot Racing profuma di sale giochi anni Novanta - anteprima
Dove si prendono i gettoni?
Negli anni Novanta, per chi viveva entro trenta chilometri dal centro di Londra, c'era una sola destinazione possibile a essere appassionati di videogiochi: il Trocadero. Era una mecca non solo per i videogiochi in generale, ma in particolare per uno specifico tipo di software: i giochi di corse arcade marchiati Sega come Sega Rally e Virtua Racing, protagonisti mangia gettoni dell'infanzia di tanti giocatori (ai tempi di TGM ero a Londra molto spesso e confermo, il cabinato da 8 di Daytona USA era fenomenale, ndSS). Non è una sorpresa, allora, che in tanti guardino a quei giorni con nostalgia.
Una di quelle infanzie arcade apparteneva a Trevor Ley, iniziato al mondo delle corse al circuito di Brands Hatch, appassionato di simulazioni al vecchio Sega World (storica sala giochi aperta nel 1996 nel Trocadero), e poi in forze a EA, Rockstar e Sony, dove ha lavorato a Burnout e Midnight Club, tra gli altri.
"Volevo fare qualcosa che ricreasse la sensazione delle sale giochi anni Novanta: bigiavo scuola e andavo al Trocadero per giocare a Virtua Racing, Hard Drivin', Daytona USA e Sega Rally", ha detto. "I giochi di guida mi avevano conquistato."
Per quasi dieci anni, Ley ha lavorato con il suo piccolo team Lucky Mountain Games per raggiungere questo obiettivo e, finalmente, ci siamo quasi. Guardando le immagini, va detto, può essere che Hotshot Racing vi sia sembrato familiare. Il titolo è previsto in primavera su Xbox One, PlayStation 4, PC e Switch, ma non c'è niente di strano se ha un qualcosa di già visto: Hotshot Racing è nato col nome di Racing Apex, progetto con praticamente dieci anni sulle spalle.
"All'inizio puntavamo al mercato mobile," ha detto Ley. "Perché gli iPhone erano appena diventati un fenomeno di costume". E così Racing Apex all'inizio girava su Unity e veniva presentato come progetto per dispositivi iOS, ma le cose sono molto cambiate.
Quel sapore da classico Sega di Racing Apex era dovuto a un look low-poly e a una colonna sonora aggressiva anni Novanta, ma non solo: si parlava anche di combattimenti e veicoli da mandare in pezzi, suggerendo un collegamento anche con un altro genere di vecchi giochi quali Interstate 76 e Chase HQ. Poi il focus si è spostato dal mondo mobile a quello PC con una campagna di crowdfunding di scarso successo nel 2016, e infine le notizie hanno iniziato a scarseggiare.
In parte, era perché dietro le quinte Racing Apex stava cambiando direzione ancora una volta. "Si è evoluto parecchio," ha detto Ley. "Penso che in tutto il tempo che è passato il progetto sia stato come distillato, abbiamo raccolto l'essenza di un racing game supersonico con in più la maneggevolezza che ti aspetteresti da un vecchio Daytona o da Out Run."
La novità più grande, però, era l'aggiunta di un nuovo studio di sviluppo al mix. Nel 2018, Sumo Digital (veterani del genere dopo aver lavorato su OutRun 2 e sulla serie Sonic Racing), si è unita ai lavori per cercare di far quagliare il progetto di Racing Apex.
"La prima volta che abbiamo visto la build del gioco che Trevor ci stava presentando, vuoi per l'esperienza, vuol per la storia di tanti nel nostro team, è stato amore a prima vista", ha detto Tom Turner, development director di Sumo Digital. "Il potenziale era evidente e i risultati a portata di mano: ci è sembrato un progetto davvero bello su cui lavorare e dove portare la nostra esperienza."
Il nome è cambiato, ora si chiama Hotshot Racing ma non è solo quello a non essere più lo stesso. Prima di tutto c'è un cambio di motore: da Unity il progetto è passato all'engine proprietario di Sumo Digital, e il gioco è stato ricostruito praticamente da zero negli studi di Nottingham dello sviluppatore. L'obiettivo sono i 60fps su tutte le piattaforme, qualcosa che Team Sonic Racing non era riuscito a raggiungere su Switch, ma che qui sembra possibile grazie a una grafica meno impegnativa.
Sumo Digital ha anche contribuito all'allargamento degli orizzonti del progetto, sviluppando diverse nuove modalità di gioco basate sull'eliminazione degli avversari, o su variazioni di guardie e ladri, prendendo spunto da quello stesso approccio che ha fatto la fortuna di giochi come OutRun 2006: Coast 2 Coast.
La marcia in più, però, la troviamo nell'attenzione al dettaglio e soprattutto nell'evidentissimo amore per il genere. Tutti nel team condividono la stessa passione: il compositore della colonna sonora di Hotshot Racing ha un cabinato di Virtua Racing, per dire, ed è una passione che in tanti possiamo capire dopo aver speso un gettone dietro l'altro nelle sale giochi della nostra infanzia.
Hotshot Racing, va detto, sembra sorprendentemente fedele a quell'atmosfera dimenticata, e promette di farci rivivere le emozioni dei vecchi cabinati che trovavamo anni fa a Londra, nelle sale del Trocadero.