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Hunedoara - prova

Un'avventura horror cinematografica che narra di sinistre leggende rumene.

Allo stand di Ignition Publishing, oltre ad OkunoKA, che si andrà a espandere con nuovi contenuti che abbiamo provato in anteprima, c'era anche Hunedoara il nuovo progetto del publisher, curato dai ragazzi dell'AIV (Accademia Italiana Videogiochi).

Il progetto è completamente differente dal platform colorato e arduo realizzato da Tommaso Bonanni, visto che si tratta di un gioco realizzato interamente in un mondo tridimensionale sfruttando come motore di gioco l'Unreal Engine 4. È anche il primo progetto realizzato interamente dai ragazzi dell'AIV, che studiano programmazione, game design e grafica.

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Hunedoara è un titolo completamente ispirato alla cultura folkloristica rumena. Oltre alla notissima storia dell'impalatore conte Dracula, infatti, in pochi sanno che la regione è densa di leggende, storie misteriose e racconti di presenze e avvistamenti paranormali. Hunedoara è uno dei 41 distretti della Romania, ubicato proprio nella nota regione della Transilvania ed è proprio da qui che è tratto il nome del gioco. Abbiamo chiacchierato con gli studenti che stanno lavorando al progetto e ci hanno raccontato di essere stati molto affascinati da questo setting storico-culturale, avendo studiato i libri di storia locali per creare un videogioco che rispecchiasse al meglio le vicende narrate nei libri e nei racconti.

Ma che gioco è Hunedoara? Sostanzialmente è un horror in prima persona (e non provate a chiamarlo walking simulator!), ma anche abbastanza diverso dai survival commerciali a cui siamo abituati. L'esperienza si basa sulla sensazione di ansia e angoscia che si prova nel trovarsi in un luogo aperto, sconosciuto e tetro con la sensazione costante di perdersi ed in più di sentirsi osservati e braccati da inquietanti creature come streghe ed entità paranormali. Il giocatore è chiamato all'esplorazione di fitte foreste, pianure, castelli e case abbandonate alla ricerca di indizi e misteri da scoprire, cercando di non farsi scoprire dalle creature succitate e di trovare il sentiero giusto per scappare.

Pad alla mano, la sensazione che trasmette Honedoara è quella di un'angoscia sempre crescente. Man mano che si cerca una via di fuga, evitando le streghe che vagano apparentemente senza meta, si ha la sensazione di girare in tondo e di ritrovarsi sempre alle spalle la creatura che pensavamo essere riusciti a seminare. Più che un videogioco, la sensazione che ci ha trasmesso questo tipo di esperienza è più simile a quella di un film horror psicologico basato sul paranormale, il che a nostro personale avviso non è affatto una cosa negativa, anzi. Al termine della prova, parlando nuovamente con gli sviluppatori, questi sono stati felici di sapere che questa era la nostra sensazione, poiché è proprio questo il tipo di esperienza che vorrebbero veicolare.

La colonna sonora e la narrazione aiutano ad aumentare l'atmosfera ansiogena ed il coinvolgimento. Narrazione che è stata affidata a Oreste Baldini (se non vi dicono che è quello di Man vs Food non ci farete affatto mente locale), che con una recitazione ideata ad-hoc e con la sua voce rauca e cupa riesce a narrare splendidamente le inquietudini del protagonista di cui prendiamo i panni.

Oltre alle fitte foreste transilvane, in Hunedoara c'è una splendida ricostruzione del Castello di Corvino.

A livello tecnico, i ragazzi sembrano aver sfruttato molto bene le potenzialità dell'Unreal Engine, con un livello molto alto di modelli, texture, shader, ombre, fumo e luci volumetriche, e fitte e dettagliate vegetazioni. Buono anche il sistema d'illuminazione, con la torcia che assume un ruolo fondamentale in modo simile a quanto avveniva in Alan Wake. Nonostante fosse una build preliminare, ci è sembrato che il gioco girasse abbastanza bene, senza glitch o rallentamenti vistosi, il che lascia ben sperare che si possa ottimizzare ulteriormente e magari potenziare anche il LOD entro la release, prevista per la fine dell'anno prossimo.

Hunedoara ci ha davvero impressionati, sia a livello di concept, che di setting e gameplay. I ragazzi dell'AIV che lo stanno sviluppando ci sono sembrati davvero appassionati ed entusiasti del lavoro che stanno plasmando, e quand'è così le premesse sono sicuramente incoraggianti. Ancora però c'è un bel po' di strada da fare nello sviluppo, e non vediamo l'ora di provare di più di questo titolo prodotto da Ignition, magari su una build più avanzata.