I cinque videogiochi indie imperdibili del 2020
Passiamo in rassegna le migliori produzioni indipendenti dell'anno.
Digerito il cenone e messo in frigo lo spumante per Capodanno, è il momento di pensare al passato prima che sopraggiunga il futuro, con un occhio dedicato ai titoli indipendenti che, nel corso dell'anno ci, hanno sorpreso e che abbiamo avuto modo di trattare sulle nostre pagine.
Parleremo di storie diverse l'una dall'altra, con trame originali e viaggi incredibili e pericolosi, racconti d'amore e patemi dell'animo umano, temi hanno avuto modo di proporsi attraverso il nostro hobby preferito e che noi abbiamo apprezzato.
Hades
Partiamo subito col botto, con uno dei candidati nella recente kermesse dei The Game Awards, nonché uno dei diretti concorrenti di The Last of Us Part II di Naughty Dog, che poi ha vinto il titolo come gioco dell'anno.
Sviluppato dai Supergiant Games, Hades è un roguelike con elementi da gioco di ruolo di pregevole fattura, con un design davvero originale e pittoresco, molto cartoon e con una piacevole direzione artistica, dai colori sgargianti e decisi. Tratta la Mitologia Greca con una cura minuziosa nei particolari, riportandoci indietro con la mente ai primi God of War, con la sola differenza che i nostri nemici non sono affatto gli Dei dell'Olimpo, bensì nostro padre Ade, che non è particolarmente incline ad accettare Zeus nella sua esistenza immortale.
Vestiamo per l'appunto i panni di Zagreus, figlio del Dio dell'Oltretomba, deciso più che mai ad abbandonare il luogo in cui è cresciuto per raggiungere l'Olimpo e il caro zio, di cui ha sentito parlare (male) dal padre e dagli altri parenti (descritti con termini particolarmente offensivi). A nostro avviso è un titolo divertente e stimolante, oltre che impegnativo e punitivo, in certi frangenti. E come non citare l'ironia di Ade, simile alla sua diretta controparte Disney?
Se volete saperne di più, vi consigliamo espressamente la lettura della recensione di Hades della nostra Virginia. E se vi lascerete tentare, crediamo proprio che non resterete affatto delusi da Hades e dal suo ritmo irriverente. Oltretutto ai The Game Awards è stato premiato come miglior gioco indie, e pensiamo proprio che non possa mancare nella vostra collezione videoludica.
The Pathless
Se vi siete trovati a vostro agio con Abzû, allora non resterete affatto delusi da The Pathless dei californiani Giant Squid, un'avventura interattiva sulla falsariga dell'apprezzabile The Journey, con un'aquila come compagna di viaggio.
The Pathless inizia con una breve sequenza nell'introduzione iniziale in cui siamo su una barca, e arriviamo successivamente sulla terraferma, il centro nevralgico in cui muoviamo i nostri primi passi.
Abituati come siamo a questo genere di produzioni, dalla trama appena sussurrata e da un concept più interessato a farci cogliere le sensazioni di quel che abbiamo attorno, il viaggio che intraprendiamo è particolarmente diverso, notevolmente più intenso e imprevedibile, con dei veri e propri boss intenti a impedirci di avanzare e un mondo che, come suggerisce il titolo, è senza una via. Esplorare è importante poiché così troviamo dei puzzle ambientali divertenti e particolari, oltre a una sfilza di collezionabili che ci permette di andare anche oltre le sue nove ore di gioco.
Camminiamo sulle pianure verdeggianti di un mondo aperto, disseminato da macro aree esplorabili e dominato da alberi secolari. E la nostra aquila segna il cammino in queste terre nefaste ma comunque amene e silenziose, di certo guardinga e incuriosita come noi dalla conoscenza e dall'amore per un mondo che vogliamo riconquistare.
Come scritto dal nostro Alessandro Barravalle nella sua recensione di The Pathless: "Cacciatrice e aquila. Alleate, amiche". Un rapporto per nulla scontato, di grande impatto, da non sottovalutare.
Spiritfarer
Com'è, invece, accompagnare le anime dei defunti in un gestionale sandbox che può di certo portare a tante considerazioni sul senso della vita? Di sicuro non come ci saremmo aspettati, poiché ci sono momenti in cui non riusciamo a trattenere le lacrime per l'emozione, e che ci portano inesorabilmente a riflettere sui legami e i nostri affetti più cari, quelli che proprio non riusciamo a scrollarci in alcun modo di dosso poiché fanno parte di noi, nonostante non ci siano più. E un abbraccio, in tal senso, diventa più terapeutico di tante parole, oltre che necessario.
Gli sviluppatori Thunder Lotus, già conosciuti per i celebri Jotun e Sundered, ci hanno permesso di vestire i panni di Luna e Daffodil, i nostri traghettatori di anime ben più simpatici e calorosi del freddo e inflessibile Caronte descritto da Dante Alighieri ne "La Divina Commedia", a sua volta meno lugubre di quello che abbiamo conosciuto nella Mitologia Greca e nell'epica di Omero e Virgilio.
Spiritfarer è una miscela di elementi funzionali a una narrazione che coinvolge e stupisce dall'inizio alla fine, in cui dobbiamo visitare dei luoghi specifici e svolgere delle missioni per ciascuna anima che avremo l'onere di accompagnare perché sia accolta nell'Oltretomba. Gestendo poi l'imbarcazione, il centro di ogni nostra fatica, elaboriamo e costruiamo altre strutture, ospitando chi è in viaggio verso la tappa finale, col peso costante nel cuore di perderlo all'improvviso.
Vi assicuriamo che è davvero complesso non provare empatia o affetto per ciascuna anima che accompagneremo al limitare del fiume Stige. E quando accade, munitevi di fazzoletti poiché non sarete probabilmente pronti a lasciarla andare.
Amnesia: Rebirth
Paure, speranze e rimorsi in un survival horror tagliente e deciso, freddo e imprevedibile, oscuro e misterioso, ispirato alla letteratura dell'incubo, quella che ci intriga e spaventa al tempo stesso.
Amnesia: Rebirth ci porta nel deserto algerino, una location coraggiosa per i Frictional Games, conosciuti anche per il memorabile e fantascientifico SOMA, capaci di quel guizzo creativo tipico delle case sviluppatrici più blasonate, che abbiamo lodato anche nell'ultima produzione, una concreta prova di maturità per gli svedesi che il nostro Alessandro ha avuto modo di recensire.
Vestiamo i panni di Tasi, una ragazza dispersa tra i rottami di un aereo, con la mente pesante e la paura di fronte a sé farsi sempre più insistente, incontrollabile e imprevedibile. Ci muoviamo attraverso i villaggi abbandonati dai beduini, in caverne tenebrose con soltanto un fiammifero a illuminare il nostro cammino, in oasi spettrali e in tombe che nascondono ben più di quel vogliono mostrare, forse creature che non aspettano nient'altro che un nostro passo falso.
Incuriositi dall'irriconoscibile, ne veniamo in qualche modo attratti, e siamo costretti a trovare un nascondiglio per scampare alle creature che sferzano il velo dell'oscurità per procacciarsi il nostro terrore in dosi massicce.
Più curato e rifinito rispetto al predecessore, Amnesia: Rebirth è una vera sorpresa per gli appassionati, i pochi avvezzi e i curiosi. Frictional Games sa come stupire e spaventare: non fatevelo sfuggire!
Kentucky Route Zero: TV Edition
Cardboard Computer, un team di sviluppo formato da tre persone, pubblicò il primo Atto di Kentucky Route Zero nel lontano 2013, con la speranza di concludere la storia nel giro di qualche anno. Ma in realtà ci impiegò la bellezza di sette anni, non pochi per un gioco a episodi.
Abbiamo avuto la possibilità di recensire il quinto Atto compreso nella TV Edition soltanto nel febbraio del 2020, prendendoci il tempo necessario per analizzare con attenzione la versione completa. Che non è potuta mancare in questa selezione, e la è parecchio eloquente in proposito.
Kentucky Route Zero TV Edition è il pacchetto completo con tutti gli Atti a un prezzo di mercato davvero accessibile, con l'aggiunta di preludi inediti all'inizio di ciascun episodio. Ad averci colpito è il suo stile grafico molto semplice ma d'impatto, disegnato a mano e che strizza l'occhio ad altre produzioni indie come I Pilastri della Terra.
Se avete amato What Remains of Edith Finch e Firewatch, in Kentucky Route Zero vi troverete a vostro agio poiché non dovrete fare altro che lasciarvi trasportare dalla narrazione e dai dialoghi coi personaggi che imparerete a conoscere tramite il protagonista principale.
Siamo di fronte a un'esperienza estremamente appagante, di quelle riflessive e potenti, dalla grande capacità emozionale e riflessiva. E questo videogioco non manca di mordente, soprattutto nel ritagliarsi uno spazio tra i titoli indipendenti più originali e sorprendenti del 2020, pur essendo uscito col suo primo Atto all'inizio della generazione scorsa.
Di sicuro ce ne sono altrettanti che non abbiamo menzionato, poiché il panorama indie è ricco di sorprese e perle nascoste che attendono soltanto noi. Non per niente, speriamo di farne incetta anche nel 2021, e in una quantità (e qualità) maggiore com'è avvenuto nel 2020. Ma ora a voi l'ultima parola: qual è il vostro miglior titolo indie del 2020? Fatacelo sapere nei commenti!