I giochi dell'anno: Final Fantasy VII Remake
A spasso per le strade di Midgar con Nicholas.
Non esiste un momento specifico in cui recuperare un videogioco storico, in qualunque modo e su qualsiasi piattaforma si scelga di viverlo.
C'è però la sorpresa di approcciarsi a un nuovo titolo soltanto quando lo si sente, magari incuriositi nel conoscere le origini del proprio genere preferito, speranzosi anche solo di apprendere qualcosa in più riguardo a quelle meccaniche che ora sono diventate uno standard ma che al tempo erano inedite e innovative.
Recuperare prima Final Fantasy VII di Square Enix su Nintendo Switch mi ha aiutato a comprendere Final Fantasy VII Remake, uno dei titoli più interessanti di quest'anno, nonché uno dei candidati agli ultimi The Game Awards come gioco dell'anno, ennesima esclusiva PS4.
Final Fantasy VII è tante cose, tante emozioni e tanti ricordi soprattutto legati a chi a Midgar ci ha lasciato il cuore, immacolato come il fiore che Aerith dona a Cloud nelle battute iniziali del gioco. E rivivere quella scena è stato commovente, dolce a tal punto da cullarmi in quelle composizioni che non riuscivo più a togliermi dalla testa, e che ora sono nel mio cuore, decise a restarci per sempre.
Il remake di un videogioco che rappresenta una parte importante della storia del medium non è solo una grande opportunità per gli appassionati ma anche una grossa incognita per chi non abbia mai avuto occasione di avvicinarsi a Final Fantasy VII, e che per la prima volta si approcci alle vicende di Cloud da neofita, curioso di scoprire tutto ciò che lo circonda.
Un remake può cambiare alcuni elementi e la maggior parte delle volte lo fa bene, altre però in modo errato: per chi era troppo piccolo (come me) o non c'era proprio (come molti), tutto passa da come si restaura e si ricostruisce l'opera. E Final Fantasy VII Remake rientra certamente nella prima casistica, in tutto il suo rinnovato splendore.
Nel caso del titolo di Square Enix è stato svolto un lavoro certosino, e le quaranta ore di gioco dell'episodio uno, che si incentra a Midgar e nelle zone limitrofe, ci portano a spasso per Market Street e le sue viuzze, coi loro colori sgargianti e i negozi sempre pronti a rifornirci di pozioni dopo ogni combattimento.
Il punto più interessante, considerevolmente facilitato e snellito, riguarda il sistema di combattimento che riprende i canoni del passato, ammodernandoli. Anche se quello originale, a mio avviso, resta tuttora indimenticabile. E già che ci siamo, qualcuno sa qualcosa del secondo episodio? Chiedo per un amico...