I No vax su Plague Inc? Il giorno in cui controblastai Enrico Mentana - editoriale
È giusto limitare i videogiochi per paura delle reazioni?
Quando questa mattina ho acceso il PC per dedicarmi come da tradizione alla stesura di qualche news, non avrei mai pensato che l'1 marzo sarebbe diventato il giorno in cui avrei contro-blastato Enrico Mentana. Ma il mondo, si sa, è pieno di sorprese.
Ma partiamo dall'inizio. Mentre do un'occhiata alle notizie più interessanti delle prime ore della mattinata, la mia attenzione cade su una decisione piuttosto particolare dei ragazzi di Ndemic Creations. Gli sviluppatori di Plague Inc. hanno deciso di accontentare le richieste di una petizione che ha superato le 20.000 firme, e di inserire all'interno del proprio gioco uno scenario che comprende i No Vax, un movimento molto controverso, diffuso anche in Italia, che (in parole molto povere) predica la libertà di scelta quando si parla di sottoporre i bambini ai vaccini.
Gli sviluppatori hanno semplicemente intercettato un desiderio della propria community, aprendo all'introduzione di questo elemento al raggiungimento di 10.000 firme che sono state ampiamente superate. Senza dilungarmi in giudizi su un gruppo di persone che vuole prendere una delle più grandi scoperte scientifiche della storia e sputarci sopra nonostante il parere contrario di una marea di esperti e sostanzialmente di tutti coloro dotati di buon senso (ops), ho etichettato la vicenda come una scelta sicuramente curiosa ma a conti fatti sensata conoscendo il gioco.
Per chi non ne avesse mai sentito parlare, Plague Inc. è un titolo disponibile su dispositivi mobile e poi sbarcato anche su PC e console, grazie all'edizione Plague Inc. Evolved. L'obiettivo è sostanzialmente plasmare un virus il più letale possibile, modificandolo e rendendolo più resistente e difficile da contenere e/o eliminare completamente. Il tutto anche sfruttando particolari situazioni, perk, potenziamenti e sfide di varia natura. Potete ben capire come potrebbero essere inseriti i No Vax in un gioco di questo tipo, e l'introduzione come buff (potenziamento) per il giocatore è stata l'idea immediata anche della software house britannica. Per certi versi una decisione scontata.
Se i No Vax dovessero diffondersi a dismisura, portando il grosso della popolazione a condividere il loro pensiero, il numero di individui schermati dai vaccini diminuirebbe e il proliferare di vecchi e nuovi virus sarebbe più semplice. Non è neanche satira, è la realtà dei fatti, un 2+2 quasi banale.
Una volta messi i puntini sulle i e aver pubblicato la nostra news, mi cade l'occhio sull'homepage di Facebook e sul buon Enrico Mentana che condivide un articolo di Open (il nuovo giornale online da lui fondato), che tratta proprio l'introduzione dei No Vax all'interno di Plague Inc. L'articolo può contare anche sulla presenza di un brevissimo intervento del direttore di Eurogamer.it, Stefano Silvestri, ma non è ciò che ha attirato la mia attenzione. Quello che non mi ha convinto è il commento con cui Mentana presenta l'articolo, un commento che mi ha spinto a fare qualcosa che solitamente non faccio mai: essere social.
Commentando il post sul diario del direttore non mi aspettavo una reazione del genere né dalla rete né tanto meno da lui stesso. Non mi aspettavo più di 2000 reazioni e non mi aspettavo di essere blastato con uno stereotipo.
Lo scambio con Enrico Mentana
Mentana: Qui ho sempre combattuto i no vax, lo sapete. Ma inserirli in un videogioco insieme alle armi di sterminio va molto oltre
Io: Signor Enrico Mentana scrivo di videogiochi su un sito specializzato. Plague Inc. è un gioco molto particolare che propone scenari differenti in cui l'obiettivo è quello di diffondere il più possibile un virus possibilmente letale. In uno di questi scenari ci sarà un buff (una sorta di potenziamento per i giocatori) sotto forma di No vax. D'altronde non è così irrealistico, no? Se i No vax prendessero pesantemente piede in una nazione favorirebbero il proliferare di certe patologie. Gli sviluppatori hanno ascoltato il volere dei fan dopo una petizione che ha raccolto più di 20.000 firme e hanno inserito questa feature. Non ci vedo nulla di "molto oltre".
Mentana: Alessandro Baravalle interessante davvero, ma:
- è proprio quello che troverebbe se leggesse l'articolo linkato
- se non ci vede nulla di molto oltre le consiglierei di interessarsi, oltre che bene e brillantemente di videogames, anche del mondo reale, dove ogni passo e ogni notizia suscita nella comunità no vax reazioni molto forti
Io: Enrico Mentana Grazie per avermi blastato supponendo che mi interessi solo di videogiochi e non di mondo reale alimentando un altro stereotipo che circonda chi è appassionato di questo medium. È un onore per me. Al di là di questo sa meglio di me che pochi leggono l'articolo e sinceramente non ci vedo nulla di oltre nonostante le reazioni possibili del movimento no vax. A causa di possibili reazioni negative non si deve mostrare uno scenario realisticamente possibile? Non è un ragionamento che condivido. La maggior parte delle volte la penso come lei. Questa volta no, succede.
Il mio sogno è sempre stato quello di fare il giornalista e, al di là dei singoli casi, ho sempre avuto il massimo rispetto per Mentana. Potrei quasi definirlo una sorta di modello per me e quindi mai avrei pensato di realizzare un altro mio sogno: essere blastato proprio da lui. Peccato che a conti fatti questa volta il direttore abbia preso a mio parere (e molte persone sono d'accordo con me) un granchio molto grande, arrivando ad attaccare una persona che in definitiva cercava solamente di argomentare un proprio punto di vista, sottolineando lo stato delle cose. Niente di più, niente di meno.
Non credo che inserire i No vax all'interno di un gioco come Plague Inc. sia una scelta sbagliata. Perché le possibili reazioni dovrebbero fermare un'introduzione sensata e funzionale, oltre che assolutamente giustificata. Di cosa dovrebbero aver paura gli sviluppatori? Di dire la verità? Di presentare uno scenario potenzialmente possibile se i No Vax diventassero la maggioranza e non la (piccolissima) minoranza che sono attualmente?
Sono stato additato come uno stereotipo, come una persona attenta ai videogiochi e per questo lontana dal mondo reale. Mi sono preso una pacca sulla spalla per la mie conoscenze a livello videoludico e poi una blastata perché probabilmente sapere di videogiochi mi allontana dalla realtà. Al di là della tristezza di una posizione di questo tipo, che sinceramente non mi aspettavo da Mentana, e dell'inutilità del blastare sempre e comunque a destra e manca senza distinzione, il punto a mio parere è un altro.
Non voglio entrare nel classico discorso di denuncia dell'ignoranza nei confronti di chi videogioca e di chi parla di videogiochi. Certo l'arroganza, il senso di superiorità volutamente malcelato e l'attacco gratuito deludono ma sono in grado di passarci sopra. La questione, come detto, per me è un'altra.
Perché i videogiochi dovrebbero fermarsi? Perché dovremmo censurare un medium degno come altri di parlare anche del mondo reale e di ciò che potrebbe accadere? Avere paura di possibili reazioni forti non dovrebbe essere una frase che esce dalla bocca di un giornalista ma, al di là di questo, non dovrebbe neanche essere un elemento chiave per la realizzazione di un'opera di qualsiasi tipo.
I videogiochi sono giovani e per quanto molti non se ne rendano conto, stanno crescendo. Stanno imparando a parlare di guerra in un modo diverso dal classico spara e uccidi tutti. Toccano temi come l'amore, la depressione, la morte, la malattia mentale e fisica, la corruzione e a volte anche la politica. Perché bisognerebbe fermarsi, fare un passo indietro, abbassare il capo, chiedere scusa ed evitare un argomento scomodo per alcuni, per pochi? In fondo non si offende nessuno con l'inserimento di questa feature; si aggiunge solo un altro livello di realismo a una simulazione fallace ma comunque degna di nota.
Per questo motivo non posso che augurare a Plague Inc. di proseguire per la propria strada, di inserire i No Vax e di raccontare, perché no, la realtà o una possibile versione di essa. Delle reazioni forti ce ne faremo una ragione.