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I pacifisti dei videogiochi - articolo

Perché delle persone giocano senza uccidere.

I videogiochi sono colpevoli di riflettere a volte la parte più violenta della natura dell'uomo ed è facile capire il perché, visto che spesso i nostri schermi sono pieni di marines senza nome e di maniaci con muscoli da culturisti che vogliono distruggere qualsiasi cosa vivente incontrino sul loro cammino. Come nella realtà, i mondi virtuali in cui spesso ci troviamo, contengono un'ampia gamma di espressioni del comportamento umano, che va dal combattimento violento alla cooperazione pacifica. Alcuni giocatori tuttavia, hanno fatto un ulteriore passo avanti, scegliendo di deporre le loro armi computerizzate e di adottare un approccio nonviolento e pacifista per le loro imprese virtuali.

Lo squadrone di obiettori di coscienza del gaming è determinato nella volontà di non danneggiare altri giocatori nei videogiochi, spesso progettati dando risalto alla violenza. Questa forma di Ahimsa virtuale ha fatto la sua comparsa nel recente titolo di lotta all'ultimo sangue preferito da tutti, ovvero PlayerUnknown's Battlegrounds.

Il twitcher KurtJMac e il suo compagno streamer ConeDodger hanno raggiunto l'impossibile, vincendo un round di PUBG evitando intenzionalmente di attaccare o uccidere qualsiasi altro giocatore. A quanto pare a salvarli ci ha pensato la mortale nebbia elettrica, come spiega Kurt ad Eurogamer.

"Penso che, con il progredire del gioco, ci sia capitata la giusta serie di eventi per cui siamo riusciti ad essere ancora vivi nel cerchio finale. Il cerchio poi si è chiuso, ha cominciato a danneggiare tutti e quando è comparsa la schermata del 'Winner Winner Chicken Dinner' siamo rimasti increduli."

Questo “chicken dinner” avvenuto senza spargimenti di sangue non è stato sicuramente raggiunto facilmente, visto che il duo ha dovuto stabilire le proprie regole di ingaggio nonviolento prima dell'inizio del match impegnandosi negli ideali pacifisti anche al costo di perdere la partita.

"Le nostre regole autoimposte erano di non utilizzare pistole o armi, raccogliere soltanto armature (inclusa la padella per proteggerci il culo), oggetti curativi e bombe fumogene per nasconderci”, dice Kurt.

"La regola più importante era di evitare di causare qualsiasi danno intenzionale a qualunque altro giocatore."

L'approccio nonviolento di Kurt a questo gioco, che per sua natura spinge ad uccidere è stato encomiabile, ma ci sono numerosi altri esempi in cui dei giocatori utilizzano l'astuzia per perseguire un approccio pacifista. Giocatori provenienti da tutto il mondo hanno combattuto (o forse no) per eliminare gli stereotipi che vedono i videogiochi come un medium violento, esortando a trovare modi più creativi per giocare.

Vale la pena ricordare che il termine “pacifismo” assume un significato leggermente diverso se messo in relazione ai videogiochi. Spesso allude a una specie di sfida tecnica piuttosto che ad un movimento sociale. Chiunque sia a conoscenza di giochi come Undertale si riferirà generalmente a questo approccio come ad una “run pacifista”.

Per GoldVision, uno youtuber che ha creato la serie di “Grand Theft Auto Pacifist”, quello che è iniziato come uno scherzo è diventato poi una dichiarazione d'intenti, dopo aver notato quella che ha riconosciuto come una discrepanza tra i videogiochi e la violenza. Nel tentativo di mostrare i videogiochi sotto una luce migliore, GoldVision ha preso GTA Online e ha tentato di mostrare che fosse possibile utilizzare un approccio nonviolento negli ambienti virtuali non necessariamente associati a quello stile di gioco.

"Se avete giocato soltanto a videogiochi in cui incontrate altre persone, le attaccate e le distruggete, ovviamente sarà poi una specie di risposta naturale ai vostri problemi, qualcosa che avrete interiorizzato, vorrete eliminarli anziché vedere le altre persone come un'opportunità per collaborare insieme”, dice GoldVision ad Eurogamer.

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Realizzare questa sua serie dedicata ai videogiochi allo scopo di riflessione non è stato semplice. Il pacifismo non è un metodo di interazione che i giocatori hanno del tutto accettato online. GoldVision è chiaro nel definire le differenze tra il pacifismo nel mondo reale e quello dei videogiochi, affermando che quest'ultimo, in senso metaforico, è in teoria ancora più difficile.

"Cercare di trovare la pace in un mondo che è abituato alla violenza risulta spesso più difficile rispetto a trovarla in uno che ha così tante cose divertenti da fare, così tante belle alternative”, dice.

Daniel Mullins è uno sviluppatore indipendente, nonché creatore di Felix the Peaceful Monk, una serie di YouTube in cui tenta di giocare a Skyrim in modo pacifico e, in questo, sembra condividere un sentimento simile agli altri.

"Non credo ci siano molte persone ad avere dei problemi morali nel compiere un'uccisione virtuale. Se si è immersi nei videogiochi, probabilmente si è già superato il punto di non ritorno”, dice.

"Penso però, che quando la maggior parte dei giochi utilizza la violenza come meccanica principale o come richiamo più importante per il suo acquisto, fornisca in un certo senso una cattiva immagine ai non-giocatori.”

Per Mullins è stata l'idea di poter affrontare la difficile sfida di superare le meccaniche naturali di un gioco come Skyrim ad averlo inizialmente attratto verso la strada del pacifismo virtuale. Nel suo tentativo di evitare il confronto violento ha trovato nuovi modi per giocare e ha capito che la serie di video realizzati stava avendo un impatto positivo sulla percezione dei videogiochi da parte delle persone, ricevendo molti commenti che lodano il suo approccio nonviolento al gioco.

"Nella vita reale vorrei sostenere il pacifismo, non sono sicuramente un guerrafondaio o cose del genere, ma non è da questo mio sentimento che è nata l'ispirazione.”

"Non avevo mai visto prima questo approccio nei videogiochi, non l'ho mai cercato inevitabilmente, mi è semplicemente sembrata una possibilità interessante.”

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Se questi pacifisti virtuali ci hanno insegnato qualcosa, è che i videogiochi ci offrono infiniti modi in cui esprimere noi stessi. Utilizzando delle tecniche innovative per affrontare le sfide che i giochi gli presentano non solo rafforzano il medium, ma aprono la strada a nuovi e più interessanti generi, proprio come ci ha fatto notare Kurt.

"Penso che la nostra cultura e la nostra società diano forma ai media che creiamo, che siano essi film, libri, videogiochi o pubblicità.”

"E a loro volta, questi ultimi danno forma e influenzano la cultura e la società, è un cerchio. La maggior parte del tempo sono semplicemente un riflesso l'uno dell'altra.”

Il pacifista di GTA, GoldVision condivide gli stessi ideali. Ritiene che il modo in cui scegliamo di giocare ai videogiochi abbia un effetto sulla loro futura creazione.

"I princìpi che applichiamo ai videogiochi sono ciò che stabiliscono come saranno i giochi realizzati in futuro”, dice.

"Quindi sento che sono i princìpi che scegliamo, in quanto persone che giocano ai videogiochi, che definiscono il mondo del gaming e questo è il motivo per cui ho cominciato a divertirmi a giocare a Grand Theft Auto come pacifista.”

In un certo senso, questi pionieri virtuali potrebbero aprire la strada ad una maggior cooperazione e coesistenza nel futuro dei videogiochi. Realisticamente però, sembra improbabile che i creatori di videogiochi buttino via all'improvviso tutte le regole del medium. La rivalità competitiva prospera all'interno dei videogiochi e, come la maggior parte di voi sa già, la strada verso il dominio è disseminata spesso e volentieri dai corpi virtuali dei nostri nemici. Non per niente si chiama PlayerUnknown's Battlegrounds.