I tanti “epic fail” di Fallout 76 - articolo
Bethesda sembra non riuscire a smettere di inanellare una scelta sbagliata dietro l'altra.
Sembra non esserci pace per Fallout 76. Facciamo nostra una celebre frase: la strada verso il game as a service è lastricata di pessime scelte. L'ultima decisione di Bethesda ha avuto una certa risonanza: l'abbonamento Fallout 1st, che offre vari vantaggi a chi paga 15 euro al mese o 120 euro all'anno. Basterebbe lo tsunami di polemiche e commenti generati da questo annuncio a parlare di una mossa controproducente.
Il mondo online vive, però, di curiose dinamiche, spesso molto simili a quelle reali. Ecco allora che i giocatori che hanno deciso di abbonarsi a Fallout 1st sono diventati oggetto di scherno da parte degli altri utenti di Fallout 76. Cornuti e mazziati, come si dice: hanno pagato e in più vengono sbeffeggiati. Una versione moderna del Pippo di cui cantavano il Trio Lescano e Silvana Fioresi e che tanta ilarità suscitava tra i suoi concittadini passeggiando con i suoi abiti eccentrici. Fallout 1st ha provocato una guerra di classe nel gioco, insomma, ma tutt'altro che programmata da Bethesda.
La sottoscrizione mensile di Fallout 76 e le sue curiose conseguenze sono soltanto l'ultimo esempio di una serie di "epic fail" che Bethesda ha saputo inanellare. Con una certa bravura, potremmo aggiungere. Per esempio, ha fatto un gran parlare di sé (non certo per elementi positivi) l'incapacità di Bethesda di fornire al lancio del gioco sul mercato una borsa di tela a coloro che avevano prenotato la (costosa) Power Armor Edition. Ciò che gli utenti (paganti) si sono trovati fra le mani era, invece, una dozzinale borsa in nylon. Apriti cielo: urla, pugni sul tavolo e vesti strappate.
La risposta di Bethesda peggiorò ancora di più la già critica situazione: la borsa originariamente prevista sarebbe stata "troppo costosa da realizzare" e allora l'azienda aveva deciso, senza comunicare il cambiamento a nessuno, di sostituirla con un'altra fatta in materiale meno nobile. Come a voler dire: arrangiatevi, non ci possiamo fare più nulla. Bethesda ha poi fatto retromarcia, seppur molti mesi dopo, e gli utenti hanno ricevuto l'oggetto che gli spettava.
Vogliamo forse dimenticare, poi, l'assenza di PNG (Personaggi Non Giocanti) con cui interagire e a cui chiedere nuove missioni in Fallout 76? Un mondo grande, dove fare qualunque cosa vogliate, ma in cui non c'è praticamente nessuno. Anche in questo caso, Bethesda ha fatto retromarcia e all'E3 2019 ha annunciato che in autunno l'aggiornamento Wastelanders avrebbe, finalmente, portato un po' di ricchezza umana. Salvo poi rinviare l'espansione al prossimo anno.
Perché non parlare della fantastica ricompensa che ha accolto uno dei primi giocatori che hanno completato il primo raid del Vault 94? Un banale trapano, a causa di un sistema di ricompense che non era ancora stato bilanciato a dovere. Vale citare anche il frigorifero, un oggetto molto utile per l'esperienza di gioco ma che Bethesda ha deliberatamente deciso che deve essere pagato con soldi veri e costa 7 dollari. Alla faccia della promessa di adottare le microtransazioni in Fallout 76 esclusivamente per gli oggetti cosmetici. Perché stupirsi, però? Molti anni fa, è stata proprio Bethesda a inaugurare l'era dei DLC a pagamento con l'armatura dorata per il cavallo in The Elder Scrolls: Oblivion. È proprio vero che il lupo perde il pelo ma non il vizio.
Infine, bisogna anche considerare gli aggiornamenti (come la Patch 11) che hanno fatto più danni di quanti ne abbiano risolti: armature atomiche che si incastravano nell'asfalto o personaggi senza volto.
Bethesda sembra essere perseguitata: per ogni passo in avanti ne fa due indietro. Considerato il pessimo debutto sul mercato di Fallout 76, potremmo iniziare a credere a una vera e propria maledizione. C'è un'altra possibilità, molto più probabile: lo sviluppatore non sa che pesci prendere per risollevare il gioco. Questa eventualità è peggiore di qualsiasi maledizione.