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If Found... - recensione

Una delicata tavolozza sul diventare adulti, sul trovare se stessi. Sulla vita.

La vita. La nostra, di una persona cara, di un amico. Una tavolozza artisticamente splendida ed emotivamente travolgente.

Per quanto si cerchi di guardare l'universo videoludico come un'oasi idilliaca di arte e libertà creativa non possiamo ammirare la nostra più grande passione con tanto di paraocchi e raccontarci delle favolette. Fare di tutta l'erba un fascio è sempre sbagliato e non vogliamo macchiarci di questo errore ma la campagna d'odio nei confronti di Naughty Dog e The Last of Us: Part II ci ha insegnato che bastano dei leak, bastano un paio di immagini e video che mostrano una parte infinitesimale di un'opera e basta l'ombra di un personaggio "non ordinario" per imbracciare i forconi e le torce e gettare nella spazzatura quei maledetti di Druckmann e soci.

Tranquilli, non è l'ennesimo pezzo sulla seconda avventura di Ellie e Joel, su quell'argomento è già stato detto molto e crediamo che ognuno di noi e voi abbia capito come e dove si posizioni in un dibattito a cui avremmo preferito non partecipare, che vorremmo semplicemente non esistesse. E allora perché questa premessa? Perché quell'oasi idilliaca senza barriere di alcun tipo per artisti e creativi in parte esiste eccome, semplicemente non tra gli AAA (almeno in parte ancora vincolati).

Da questo punto di vista i titoli che hanno fatto scuola sono parecchi ma crediamo che A Normal Lost Phone sia il parente più stretto della nuova piccola gemma sviluppata da DREAMFEEL e pubblicata da Annapurna Interactive. Una etichetta quella di Annapurna Interactive che in ambito medie e piccole produzioni è diventata un autentico pilastro in appena quattro anni dalla fondazione (What Remains of Edith Finch, Florence, Gorogoa, Ashen, Outer Wilds, Telling Lies sono solo alcuni progetti pubblicati in questi anni).

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If Found... è in parole povere una visual novel interattiva che ci racconta le peripezie della giovane Kasio in un dicembre del 1993 che cambierà per sempre la sua vita. Un viaggio alla scoperta di se stessi e degli altri e del significato di parole apparentemente scontate ma che nascondono riflessioni e significati articolati e profondi. Il concetto di identità, la sessualità, la famiglia e la casa sono solo alcuni temi centrali di una narrazione che ha il pregio di dimostrarsi assolutamente reale e credibile. Grazie al diario della protagonista ormai abbandonato a se stesso ci è davvero sembrato di rivivere i ricordi di una ragazza alle prese con un terremoto interno ed esterno capace di aprire profonde crepe e rotture in legami e affetti apparentemente inscalfibili.

Un diario che è a tutti gli effetti il fulcro centrale dell'aspetto interattivo di quest'opera: rivivere i ricordi di Kasio cancellandoli letteralmente dal suo diario semplicemente muovendo il cursore del mouse (su un touch screen il semplice passaggio di un dito è probabilmente molto più convincente). Questo mentre un altro filone narrativo incentrato su un minaccioso buco nero pronto a inghiottire la Terrà si intreccia con fortune alterne alla storia quanto mai "normale" della protagonista.

Cancellare la verità ma anche sfumarla e colorarla per scoprirla davvero fino ad arrivare a un finale ricco di simbolismi e potente drammaticità anche grazie a una fase inaspettata in cui l'abilità di cancellare viene radicalmente ribaltata. In questo cambiamento di paradigma c'è forse il segnale più palese di come l'obbligo di negare o nascondere la propria natura possa finalmente lasciare il posto a una rinnovata e catartica consapevolezza.

Immagini e suoni si intrecciano e spesso trasmettono messaggi molto più potenti delle sole parole.

Abbiamo pianto nelle circa due ore necessarie per vivere tutto d'un fiato If Found... e più di una volta siamo rimasti commossi anche rivedendo gli appunti e le immagini di certi momenti cruciali. Non ce ne vergogniamo perché la storia della 23enne Kasio magari non sarà il ritratto del nostro passato o del nostro presente ma ci mostra qualcosa che è ogni giorno intorno a noi, una storia vera fatta di tanti bassi e di qualche alto che potrebbe essere centrale nell'esistenza di persone care, conoscenti, amici o di chi incrociamo di sfuggita nella nostra vita di tutti i giorni.

La protagonista Kasio, sua madre, Maggy, Jack e tutti gli altri sono alcuni tra i personaggi più realistici e veri che abbiamo mai intravisto nel mondo dei videogiochi e ci spingono a riflettere su noi stessi, sulle nostre scelte e sul modo in cui, anche senza accorgercene, facciamo del male a chi ci circonda. Achill Island da isola dell'Irlanda riesce così a trasformarsi nel mondo intero e quello sgangherato gruppo di giovani dall'anima tanto punk quanto dolce e alla ricerca di un ancora si trasforma in un'intera generazione alle prese con domande senza risposta che la società troppo spesso ignora in favore di convenzioni imposte e di un malsano concetto di normalità.

Perché in If Found..., come troppo spesso accade nella vita di tutti i giorni, essere diversi è sinonimo di essere sbagliati. Il vero problema è non riuscire a capire che alternativo è quasi sempre ciò che fa parte di una norma che semplicemente non è ancora stata accettata. Kasio può diventare un riflesso del giocatore ma anche un potentissimo binocolo, un mezzo che ci spinge a guardarci dentro ma anche a guardare ciò che ci circonda e a capire quanto l'inclusività e la capacità di accettare di buon grado tutti siano ancora valori lontani da un'affermazione decisa e completa che renderebbe questa storia lontana, solo un vago ricordo di tempi fortunatamente superati.

Alternativo è semplicemente ciò che fa parte di una norma che non è ancora stata accettata.

DREAMFEEL, tratteggiando quella che potrebbe anche essere in parte un'opera autobiografica, ci regala una visual novel indubbiamente povera dal punto di vista puramente ludico ma artisticamente ed emotivamente potentissima. L'autenticità della scrittura della game director Llaura McGee si intreccia con grazia e armoniosità a una grafica completamente disegnata a mano e a un quasi costante accompagnamento sonoro tra musica elettronica e puramente punk. La potenza audiovisiva è disarmante ed emozionante nella sua capacità di immergerci in situazioni e sentimenti con una efficacia impressionante.

Si tratteggia così un'esperienza capace di lasciare davvero il segno (ci ha anche ricordato Donnie Darko per motivi più istintivi e non razionali che per dei chiari rimandi) nonostante la scarsa durata, una interattività interessante ma limitata e un secondo filone narrativo che alimenta qualche punto interrogativo sulla sua effettiva importanza nell'insieme dell'opera. A conti fatti anche il prezzo di circa €10 su PC potrebbe sembrare leggermente troppo elevato ma farsi fermare da questo aspetto a nostro avviso sarebbe un peccato.

Grazie all'ottima localizzazione in italiano chiunque può dare una possibilità a un'opera che dal punto di vista puramente ludico non eccelle di certo ma che è un'incredibile rappresentazione della società dei nostri tempi. Una rappresentazione di quanto possa essere soverchiante cercare in tutti i modi di trovare davvero se stessi e accettarsi mentre c'è sempre qualcuno pronto ad additare, etichettare e ostracizzare.

Gli sbagliati sono proprio quei qualcuno e If Found... ha il grande pregio di ricordarcelo in uno splendido viaggio interattivo e artisticamente eccelso. La nostra passione ha bisogno come non mai anche di titoli così.

8 / 10
Avatar di Alessandro Baravalle
Alessandro Baravalle: Si avvicina al mondo dei videogiochi grazie ad un porcospino blu incredibilmente veloce e a un certo "Signor Bison". Crede che il Sega Saturn sia la miglior console mai creata e che un giorno il mondo gli darà ragione.

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