IL-2 Sturmovik: Battle of Stalingrad. Duro e puro - prova
I simulatori di volo non sono ancora morti.
Come sapete, non pago di essere appena tornato dalle ferie, il buon Silvestro ha ripreso a scorrazzare impunito per l'Europa godendo dei migliori press tour che il suo status gli garantisce, compreso un soggiorno in quel di Praga. Scopo del viaggio era scoprire la lineup di 1C Game Studios , gli sviluppatori russi che da tempo si preoccupano di diffondere il verbo della simulazione di volo grazie alla loro serie storica dedicata alla Seconda Guerra Mondiale, ovvero IL-2 Sturmovik.
Durante la telefonata non volevo credere alle mie orecchie: un codice alpha del nuovo capitolo della serie intitolato Battle of Stalingrad tutto per me, con cui strapazzare un aereo per i cieli della grande madre Russia ad inseguire (e possibilmente abbattere) piloti nazisti a volontà? La motivazione di tanta generosità derivava dal fatto che il tempo a disposizione del Silvestro nella capitale ceca era stato piuttosto limitato, ma soprattutto dalla complessità di un gioco chiaramente orientato al pubblico degli amanti dei simulatori di volo più puri.
Ho accettato quindi di buon grado, memore delle mie precedenti esperienze con i simulatori di volo fin dai tempi di Fighter Bomber per Amiga. E dopo un paio d'ore tra atterraggi falliti e una ventina di aerei disintegrati sulle steppe russe (precipitati in parallelo con l'amor proprio del sottoscritto), ho iniziato ad affrontare nel modo giusto Battle of Stalingrad.
Si tratta infatti di simulatore di volo e combattimento nudo e crudo, capace di scendere a pochissimi compromessi. Basandosi sulla tecnologia e il motore grafico che ha dato i natali agli Sturmovik dal 2009 ad oggi, ci si accorge immediatamente che andare nella schermata delle opzioni e disabilitare immediatamente tutti gli aiuti in termini di assistenza (intesa come effetti del volo su aereo e pilota o informazioni che arrivano tramite l'hud) ha l'effetto di moltiplicare esponenzialmente la difficoltà del pilotaggio. Ma visto il pedigree della serie non ci si poteva aspettare nulla di diverso e quest'anteprima descrive la nostra esperienza con la versione alpha del gioco, che dovrebbe vedere il completamento verso la fine dell'anno.
Battle of Stalingrad è completamente dedicato a un preciso periodo e luogo storico, ovvero la battaglia aerea per il controllo dell'odierna Volgograd e delle cittadine limitrofe tra la forza d'invasione tedesca e l'esercito russo. Il contesto è quello dell'Operazione Uranus, ovvero l'attacco sovietico del novembre 1942 che puntava ad accerchiare la sesta armata tedesca a Stalingrado e a fare da base di partenza per la controffensiva sulle rive del Don.
La Luftwaffe contro l'Aviazione dell'Armata Rossa, dunque, e tutta una serie di unità fisse e mobili coinvolte negli scontri a terra. Una scelta in apparenza limitante ma che ha il vantaggio di poter contare su una maggiore accuratezza della riproduzione di armi, veicoli e ambientazioni.
La porzione di mappa è infatti la stessa (debitamente privata di tutti gli edifici moderni) che i piloti dell'epoca si trovarono a sorvolare, cercando di eliminare a vicenda i caccia nemici e le truppe di terra, che fossero fanteria, corazzati, postazioni antiaeree o semplici trasporti. In questo senso il lavoro svolto pare eccezionale: un rettangolo di 360 chilometri per 230 permette di pianificare missioni di ogni genere, che siano quelle storiche che giocheremo nella campagna o quelle di fantasia da provare in multiplayer o con l'editor.
Attualmente è presente solo una missione tra quelle storiche della fazione russa, ma è stata decisamente indicativa di quella che sarà la probabile qualità finale del prodotto. A questa si affiancano numerose missioni veloci, ovvero dogfight tra uno o più aerei in cui è sufficiente abbattere gli avversari con l'aiuto di un wingman controllato dalla CPU. Ultima ma non meno importante è la componente multigiocatore: è già possibile entrare in partita su un server dedicato e scontrarsi fino a 32 giocatori come piloti di caccia o, nel caso di aerei di dimensioni maggiori, anche nei panni del mitragliere di coda.
Durante la fase di ambientamento abbiamo attivato buona parte degli aiuti al volo ma nonostante questo il realismo di questo Sturmovik è rimasto sempre l'asse portante della sua giocabilità. Anche eliminando gli effetti G sul corpo del pilota, i malfunzionamenti dell'aereo, la perdita di potenza del motore in seguito ad alte quote o virate improvvise, il modello di volo è rimasto assolutamente realistico e più che plausibile. Anche con tutti gli aiuti attivati, una virata troppo stretta può far perdere portanza quasi immediatamente causando avvitamenti che solo un pilota molto esperto può riuscire a controllare manualmente, o una rapida attivazione del pilota automatico se avete sufficiente quota.
Quanto ad immersività e accuratezza nella ricostruzione storica, 1C ha fatto un lavoro splendido e questo è evidente anche se si tratta di un semplice codice alpha. I reduci che hanno effettivamente combattuto nel 1942 sopra Stalingrado a bordo di questi aerei si possono contare sulle dita di una mano e altrettanto pochi potranno confermare l'accuratezza totale dell'avionica riprodotta dagli sviluppatori russi. Nonostante questo, la sensazione di realismo è fortissima e questo si evince dai numerosi elementi di cui ci si accorge durante il volo senza aiuti.
I disturbi aerodinamici e il vento si riflettono tutti sulla cloche (è assolutamente indispensabile usare un joystick con molti tasti funzione) così come le vibrazioni nelle picchiate alle alte velocità e soprattutto la tendenza, evidente in fase di decollo, al rollio nella direzione della rotazione delle pale dell'elica, che obbliga a bilanciare costantemente l'aereo.
È chiaro dunque che per pilotare uno qualsiasi di velivoli proposti che abbiamo sintetizzato nel box qui a lato, occorre un'abbondante infarinatura di tecnica di volo ad elica fuori dalla portata di qualsiasi casual gamer, visto anche l'elevato numero di comandi da impostare su joystick e tastiera, che arriva persino alla gestione separata dei motori e della loro alimentazione.
Chi è a digiuno di questi concetti ma ha tutta l'intenzione di perseverare troverà parecchio pane per i suoi denti. Per gli appassionati di simulazione di volo siamo invece di fronte a una miniera d'oro di contenuti, grazie alle opportunità offerte da un modello di volo così complesso, dalla riproduzione fedele degli armamenti installati e da uno scenario vasto e ben caratterizzato.
Una volta fatta pratica con atterraggi, decolli e dopo aver ottenuto il primo abbattimento, che già al livello di difficoltà normale può far sudare sette tute vista la notevole intelligenza artificiale degli aerei comandati dalla CPU, abbiamo affrontato l'unica missione disponibile di quella che sarà la lunga campagna singleplayer: un sorvolo delle linee nemiche per eliminare una serie di obiettivi a terra con la scorta di ben quattro caccia alleati.
Questo ha permesso di apprezzare non solo il sistema di waypoint e la coordinazione con cui l'antiaerea e l'aviazione tedesca hanno cercato di abbatterci, ma soprattutto il sistema di gestione degli ordini della scorta. Usando una decina di ordini codificati abbiamo potuto colpire gli obiettivi relativamente indisturbati, per poi tornare alla base. L'IA dei wingman è piuttosto buona e cambia in modo consistente l'equilibrio delle battaglie aeree più complesse, un ottimo viatico per una campagna singleplayer di grande spessore.
I presupposti sono ottimi anche per il multiplayer: l'online al momento è limitato a un semplice skirmish fino a 32 aerei ma nelle intenzioni degli sviluppatori c'è tutta l'intenzione di arrivare fino a cento in un'unica sessione. Durante le nostre sessioni di gioco, oltre a un numero imprecisato di abbattimenti e schianti al suolo, possiamo dire di essere rimasti sorpresi dall'ottima qualità del netcode e dalla stabilità della connessione, nonostante il buon numero di aerei coinvolti in scontri all'ultimo sangue.
Le battaglie migliori sono state quelle che hanno coinvolto tutti gli aerei disponibili con tanto di mitraglieri di coda, in un tripudio d'inseguimenti, scie di fumo e nugoli di traccianti. Il momento più emozionante è tuttavia sempre il testa a testa con un aereo pilotato da un altro umano che ci punta scaricandoci addosso tutte le armi a sua disposizione, per schivarlo (o finirgli addosso) tranciando ali, fusoliera, motore e vedere piombare a terra quel che resta dei due contendenti.
Dai filmati che vedete a contorno di questa anteprima, i duelli aerei con giocatori umani esperti sono ancora più entusiasmanti: bastano pochi minuti per capire al volo chi conosce alla perfezione i pregi del proprio aereo ed è in grado di sfruttarli a discapito dei limiti di quelli nemici. Per non parlare di vere e proprie primizie degne di un asso della WWII con manovre degne del miglior air show. Ma di tutto questo avremo modo di discutere in sede di recensione definitiva, consci del fatto che la versione attuale di Battle of Stalingrad è giunta solo a due terzi del completamento e che sono molti gli elementi mancanti prima di poter dichiarare concluso lo sviluppo ed inaugurare la versione 1.0.
Per quanto riguarda gli sviluppi futuri, oltre alle informazioni che Stefano è riuscito a raccogliere in quel di Praga ne abbiamo selezionate alcune che non mancheranno di solleticare il vostro interesse di aviatori da poltrona. La prima è che il supporto al modding sarà completamente garantito da un editor di missioni scaricabile insieme al gioco. La gestione di missioni realizzate dagli appassionati è infatti integrata all'interno del menu principale, con tutto quello che ciò comporta in termini di longevità.
Per quanto riguarda il motore grafico, anche se quanto abbiamo visto in movimento ci è piaciuto molto per quanto riguarda l'accuratezza nel dettaglio degli aerei, si tratta sempre di un engine DirectX 9 di vecchia concezione, il NeoQB. Sicuramente le unità di terra e alcune texture dello scenario non sono dettagliate quanto gli aerei, ma questo depone a favore di una compatibilità verso il basso sicuramente eccellente: sul PC di prova dotato di una GTX 760 Nvidia da 4GB con un i4770K, non siamo mai scesi sotto i 60 frame al secondo al massimo dettaglio. È più che lecito pensare che anche macchine datate sul fronte della scheda video dovrebbero essere in grado di farlo girare al meglio.
Trattandosi di un progetto che ha perso la sponsorizzazione di un grosso publisher come Ubisoft, i vantaggi nella libertà di manovra (modding, nuovi contenuti, assenza di particolari DRM o procedure di registrazione) sono evidenti ma potrebbero non mancare anche alcune difficoltà. Gli 1C non gestiranno server pubblici, quindi tutta la community dovrà volare su server dedicati gestiti da privati che ci auguriamo possano avere la massima diffusione.
Trattandosi di un progetto di nicchia nessuno può garantire l'attivazione di server tecnicamente performanti o geograficamente vicini agli aviatori italiani. Su questo punto non ci resta quindi che sperare in bene, anche se la stabilità della connessione di cui abbiamo parlato poc'anzi è di buon auspicio per la qualità del gameplay online.
Le prime impressioni di IL-2 Sturmovik: Battle for Stalingrad sono quindi molto incoraggianti. In passato difficilmente si sono visti titoli in grado di coniugare una tale accuratezza nella riproduzione del modello di volo e nelle capacità di combattimento di una manciata di velivoli della Seconda Guerra Mondiale. Questo progetto pare avere tutte le carte in regola per soddisfare una nicchia di appassionati ristretta al punto da essere forse commercialmente insignificante, ma fondamentale per tenere accesa la fiamma della simulazione di volo su PC in attesa di tempi migliori che, grazie anche al successo di Steam, potrebbero non essere così lontani.
IL-2 STURMOVIK Battle of Stalingrad verrà pubblicato a settembre su PC.