Il futuro del Free2Play
Eurogamer.it a colloquio con i big del settore.
Il mercato dei prodotti Free2Play sta ormai assumendo un'importanza e una dimensione tale non poter più essere ignorato. Al fine di approfondire l'argomento e ottenere qualche preziosa informazione su quella che potrebbe essere la sua evoluzione nei prossimi anni, sì è tenuto in questi giorni un dibattito tra alcuni dei più importanti esponenti del settore.
La tavola rotonda, moderata da Rahul Sandil (Senior Vice President dei mercati mondiali di GamersFirst), ha visto presenti anche Bjorn Book-Larsson (COO & CTO di GamersFirst), Frank Cartwright (VP del Product & Platform Development di GamersFirst), Michael Mueller (CEO di PaySafeCard) e Christian Sauer (Product Coordinator di Gamigo).
Eurogamer.it è stata gentilmente invitata da GamersFirst a partecipare all'evento e qui di seguito ne trovate un resoconto.
I consumatori amano i Free2Play perché hanno modo di provare un gioco senza investirci nulla. E questo li porta a investire potenzialmente di più di quanto non farebbero con dei classici abbonamenti. Il trend è davvero sorprendente e molti publisher che usano modelli basati sugli abbonamenti, si stanno lentamente orientando verso i modelli Free2Play.
Le microtransazioni danno ai giocatori il potere di scegliere quanto pagare e quanto giocare. Alcuni potrebbero investire solo 5-10 euro, mentre altri potrebbero arrivare anche a 100 o 1000 euro, andando incontro al preciso tipo di esperienza che desiderano. La chiave è quella di riuscire a garantire un'esperienza che possa riflettere la quantità di denaro investita dai singoli giocatori.
I titoli Free2Play sono molto particolari. Se l'obiettivo è quello di garantire ai giocatori paganti un'esperienza davvero coinvolgente, è necessario avere una grande quantità di giocatori non paganti. L'utenza è infatti una parte integrante dei contenuti del prodotto, ma vi sono comunque alcuni specifici elementi di game design da cui non si può prescindere se si intende realizzare un titolo in grado di sostenere se stesso.
Al momento è ovviamente più difficile realizzare un titolo Free2Play di reale qualità. Un publisher come Gamigo aiuta gli sviluppatori nel perfezionare e nel rendere i prodotti più appetibili agli occhi del pubblico, ma se gli sviluppatori lavorano autonomamente, tutto può risultare più complesso.
Anche se i costi di sviluppo stanno crescendo non sono neanche lontanamente paragonabili a quelli di titoli per console o di prodotti "tripla A" per PC. Al di là di questo, così come accade in ambito cinematografico, i costi continueranno a salire in rapporto all'aumento della qualità dei prodotti. Le persone saranno disposte a pagare di più se avranno la certezza di andare incontro a esperienze di gioco migliori.
La community del settore Free2Play sta crescendo esponenzialmente, e il rapporto qualità-prezzo dei titoli sta soddisfacendo in pieno i consumatori. La chiave del successo sta nella capacità di concentrarsi sulla creazione di una community solida.
I Free2Play si faranno strada nello stesso modo in cui, anni orsono, se la sono fatta i videogiochi più tradizionali. In futuro ci saranno senz'altro delle difficoltà ma sarà solo una questione di tempo prima che il mercato dei Free2Play raggiunga incredibili risultati.