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Il futuro di EA è digitale - articolo

Una major sempre meno legata al mercato tradizionale.

Dopo parecchi anni non propriamente esaltanti sotto il profilo finanziario, pare che la marea stia cambiando direzione per Electronic Arts. L'azienda americana ha infatti registrato un eccellente ultimo quarto nell'anno fiscale 2011, ottenendo risultati superiori alle previsioni annunciate lo scorso autunno.

Le cifre parlano chiaro: i guadagni per ogni azione sono saliti del 20% con un aumento del 60% dei ricavi in arrivo dal digital delivery. EA ha mostrato quindi una crescita complessiva molto solida, con margini di guadagno aumentati che hanno migliorato anche la situazione del flusso di cassa. Un ottimo risultato, anche se il prezzo delle azioni non ha mostrato la stessa confidenza da parte degli investitori.

Leggendo tra le linee relative ai guadagni, si deduce la direzione in cui l'azienda si sta muovendo, ovvero il passaggio dal modello di compagnia tradizionale a quello di azienda orientata al digital delivery. L'obiettivo chiaro, ossia diventare i leader del settore, e il messaggio arriva direttamente per bocca del CEO John Riccitiello, il quale, nonostante i 2.5 miliardi di dollari derivanti da prodotti pacchettizzati nel 2011, prevede in un futuro non molto lontano che oltre la metà di questa cifra arriverà dal mercato digitale.

La nascita di una piattaforma di Digital Delivery come Origin mostra chiaramente quali siano le direzioni intraprese da EA.

Non ci vuole molto a credere a una previsione del genere; sempre EA prevede un calo nelle vendite tradizionali per tutta l'industria dei videogiochi da qui al 2015 mentre quelle in digitale continueranno a salire a un ritmo del 30 o 40% anno per anno.

Ovviamente non si tratterà di una transizione indolore e sicuramente questo cambiamento avrà conseguenze sul settore impiegatizio: è stato infatti specificato che il 2012 e il 2013 vedranno una lieve ristrutturazione dell'azienda che oggi conta 9200 dipendenti il cui numero è tuttavia destinato a salire fino a 9700 entro la fine dell'anno fiscale 2013. Di questi il 70% è impegnato nella ricerca e sviluppo, ed è quindi molto probabile che le perdite saranno nell'indotto del prodotto fisico.

"EA è incamminata sulla strada della transizione da azienda tradizionale a compagnia digitale"

EA è quindi incamminata sulla strada della transizione da azienda tradizionale a compagnia digitale: questo avrà l'effetto di diminuire notevolmente i costi e aumentare i ricavi, allo stesso modo della maggior parte delle aziende che in questo settore che non si pongono il problema di arrivare ai grandi distributori.

Su Origin si possono acquistare titoli anche non di Electronic Arts: una mossa che tradisce l'ambizione di contrastare Steam.

Il dato che colpisce maggiormente riguarda il netto cambio di proporzione tra titoli tradizionali e digitali: Electronic Arts è passata da 67 giochi pacchettizzati nel 2009 a circa 14 del 2011, mentre le offerte esclusivamente online sono salite a 25. A questo è da aggiungere il fatto che ora i singoli brand vengono considerati come entità a sé stanti e non come diversificati in base alla piattaforma.

Quando la transazione sarà completata, la domanda che molti si pongono è se Electronic Arts diventerà un concorrente di Zynga, guadagnando la stragrande maggioranza dei suoi introiti dalle fonti digitali e non da quelle tradizionali. Le similitudini non sono poche: entrambe le aziende al momento possono permettersi di investire grossi capitali, per quanto Zynga sia ancora ad un livello inferiore in termini di guadagni, pur avvicinandosi ai livelli del concorrente.

Il grosso vantaggio dell'azienda di Riccitiello è di poter godere di introiti enormemente diversificati per piattaforma e canale di distribuzione, Zynga è invece completamente alla mercé di Facebook: pericoloso ma anche molto più semplice dal punto di vista della strategia di fondo, visto che i suoi executive devono preoccuparsi di essere competitivi solo su una piattaforma.

Warhammer Online: Wrath of Heroes è uno degli esempi dell'attenzione di EA verso modelli di business alternativi al pacchettizzato.

Nelle dichiarazioni sulle future mosse del colosso americano, è stato precisato che la prossima generazione di console è già stata presa in considerazione e che sono già stati allocati circa ottanta milioni di dollari nello sviluppo di alcuni titoli next-gen nel corso di quest'anno fiscale.

"La domanda che molti si pongono è se Electronic Arts diventerà un concorrente di Zynga"

Potrebbero sembrare molti soldi sembrare parecchio, ma si tratta alla fine del budget equivalente a due titoli console di media portata; non viene considerato il fatto che, con ogni probabilità, le nuove console avranno costì di sviluppo sicuramente superiori. Tuttavia se una cifra del genere è già in cassaforte significa che EA ha già avuto modo di conoscere le specifiche di massima delle prossime console e quindi di farsi un'idea abbastanza precisa di quelli che saranno i costi di sviluppo, perlomeno nel primo periodo.

Alcuni portavoce hanno inoltre precisato che, per la prima volta nella sua storia, la transizione dalla vecchia alla nuova generazione di console dovrebbe mantenere i guadagni in crescita. Questo probabilmente sarà possibile poiché lo spostamento verso il modello basato sulla distribuzione digitale ammortizzerà i costi delle edizioni pacchettizzate e permetterà di dirottarli sull'investimento nella ricerca e sviluppo delle nuove piattaforme.

Battlefield Heroes mostra come EA non si faccia scrupoli a declinare gratuitamente i suoi brand più importanti.

Sarà molto interessante capire come Activision vorrà porsi rispetto ai progressi ottenuti da EA: l'azienda guidata da Bobby Kotick è strettamente legata agli incassi da console ma è chiaro che nei prossimi anni potrebbe cambiare questo trend, a partire forse già da Diablo III.

Dal canto suo Electronic Arts sta chiaramente puntando a raggiungere il pubblico di World of Warcraft: un'operazione fallita con la prima incarnazione di Star Wars: The Old Republic. Il milione e trecentomila utenti paganti di picco raggiunti dal gioco, ora in costante calo di appassionati, non possono paragonarsi all'impero messo in piedi dalla concorrenza.

Sotto questo punto di vista Electronic Arts è conscia del fatto che dovrà supportare in modo molto più efficace la base giocante se vorrà tenere vivo il suo MMO in attesa di nuovi contenuti per un eventuale rilancio. Ciò tenendo in considerazione il fatto che fino a questo momento SWTOR non è stato tra i primi cinque titoli più profittevoli tra quelli lanciati nel 2011.

Insomma, Electronic Arts promette di essere un altro giocatore nella partita per il predominio sulle vendite digitali da qui ai prossimi tre anni. Con Steam che sta monopolizzando il mercato PC ridando voce agli sviluppatori indipendenti e Activision attesa a un salto qualitativo con i prossimi Call of Duty, il futuro sembra incerto soprattutto per un aspetto: riuscirà a mantenere i margini di profittabilità nonostante il declino delle vendite tradizionali?

L'articolo è tratto da GamesIndustry.biz, il portale trade dedicato ai videogiochi parte del circuito di Eurogamer. La traduzione è a cura di Matteo "Elvin" Lorenzetti.

Avatar di Steve Peterson
Steve Peterson has been in the game business for 30 years now as a designer (co-designer of the Champions RPG among others), a marketer (for various software companies) and a lecturer. Follow him on Twitter @20thLevel.

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