Il potere di Ezio Auditore
Assassini, Templari, teorie del complotto, massoni...
Siamo alle basi della trama di un videogioco, un "giochino" nel linguaggio comune, e siamo già circondati da domande. Certo, in fondo ciò che a noi importa veramente è diventare padroni del controller e fare compiere a Ezio tutte le acrobazie di cui è capace, arrivare in fondo al gioco conquistando tutti gli achievement e, possibilmente, farlo sapere agli amici: fine della storia.
Per farlo, però, c'è prima da passare per quei complessi enigmi lasciati dal soggetto 16. Spezzano la trama, affermano alcuni. Sono avulsi dal contesto, aggiungono altri. Già, in effetti. Oppure la arricchiscono? Oppure è proprio in questi piccoli enigmi che si trova la chiave del gioco?
A osservarli con attenzione si leggono strane frasi che fanno riferimento a persone che governano dall'alto senza lavorare, a imperi fondati su popolazioni la cui unica ragione di esistere è quella di consumare, a uomini di potere, a simboli oscuri... viene da chiedersi, ancora, ma perché esistono i re, gli imperatori, i potenti?
La stessa domanda, con ogni probabilità, se la sono posta in molti in tutte le epoche. I pochi fortunati, per difendere ricchezze, castelli e privilegi, oltre che per tenere buona la plebaglia stufa, perplessa e armata di forconi, inventarono un'argomentazione magnifica: noi regniamo per diritto divino.
È come se qualcuno in coda allo sportello uscisse dalla fila per passare davanti a tutti e alle rimostranze rispondesse: "Lo ha deciso Dio!". In seguito il meccanismo venne perfezionato con la Prammatica Sanzione, la quale stabiliva che il privilegio si trasmettesse per linea dinastica. In altre parole alcuni diventavano potenti per sempre e altri popolo per sempre.
È contro questo tipo di potere temporale che combattiamo quando guidiamo Ezio Auditore per le vie di Firenze, Venezia, Rimini o Roma e questo è un messaggio molto più forte rispetto alle controversie religiose. Soprattutto è qualcosa che lascia tracce, innesca curiosità, mette voglia di saperne di più, il che è potenzialmente ancora più rischioso!
Attenzione anche alla cornice, però: c'è l'architettura con i suoi simbolismi, c'è la pittura con i suoi messaggi nascosti, e sono tanti! C'è la Storia (non siete curiosi di sapere cosa è stata la congiura dei Pazzi?), c'è soprattutto l'inventiva di Leonardo da Vinci... ce n'è abbastanza da far rabbrividire ogni volta che si sente qualcuno, per strada o peggio sui mezzi di informazione, bollare tutto questo come "giochino". Assassin's Creed, signori, non è affatto un giochino. Siamo spiacenti, ma è una porta che conduce a stanze con altre porte tutte da aprire.
Come può essere, allora, che un prodotto di questo tipo sia passato indenne e tutto sommato intatto attraverso i severi controlli delle Menti Superiori, ammesso di credere al Grande Complotto, che tutto fanno e tutto decidono?
La risposta è semplice: è solo un gioco, non è così? E del resto persino Umberto Eco, un altro a saperla lunga su questo tipo di cose, afferma che "Quando uno tira in ballo i Templari è quasi sempre un matto". Assassin's Creed è innocuo. Lo è dichiaratamente non perché lo ha stabilito un grande saggio o una commissione creata per l'occasione. È lo stesso Ezio a dircelo, è lui a pronunciare il vero disclaimer.
Niente è reale, tutto è lecito.