Il Signore degli Anelli: la Guerra nel Nord
Ritorno alla Terra di Mezzo.
La licenza de Il Signore degli Anelli è ormai tornata da più di un anno nelle mani di Warner Bros., dopo aver passato tanto tempo in casa Electronic Arts. Invece che sfruttarla per realizzare lo scontato LEGO Lord of the Rings, la compagnia ha deciso di addentrarsi nei meandri degli Action-GdR e per farlo ha scelto un compagno d'avventura decisamente esperto.
Il gioco sarà infatti realizzato da Snowblind Studios e alzi la mano chi alla lettura di questo nome non è tornato indietro di 9 anni ai tempi di Baldur's Gate: Dark Alliance. Il gioco in questione detiene un posto d'onore nella mia classifica personale, essendo stato l'unico dell'era console che ho finito la bellezza di 5 volte.
A questa mia personale follia aggiungete il fatto che ho letto la prima volta il corposo tomo di Tolkien alla tenera età di 12 anni e capirete quando l'annuncio di questo gioco abbia suscitato in me forti emozioni.
War in the North dovrebbe essere ambientato più o meno nell'epoca raccontata dalle pellicole cinematografiche, quella della Compagnia dell'Anello tanto per capirci. Sauron, il Signore Oscuro (anche più oscuro di Voldemort, visto che ha parecchi anni in più) allunga la sua ombra sulle terre libere soggiogando la Terra di Mezzo villaggio per villaggio, metro per metro.
Ancora una volta, come nell'ottimo La Terza Era, non seguiremo le avventure di Gandalf, Aragorn e soci. I protagonisti saranno infatti tre eroi praticamente sconosciuti, ovviamente appartenenti ad altrettante classi.
Tranquilli, non manca nessuno degli eroi che vi aspettereste di trovare in un gioco del genere. Potremo infatti scegliere tra un mago umano, un'elfa arciere e un nano guerriero... chissà perché mi aspettavo scelte del genere.
Durante tutte le presentazioni del gioco, compresa quella del recente E3, il team di sviluppo non ha ovviamente speso troppo tempo a parlare dei personaggi o della trama e ha posto il 90% dell'enfasi sul gameplay in cooperativa. War in the North, infatti, potrà essere giocato sia in singolo che con altri due giocatori umani e da questo punto di vista sembra di essere tornati ai tempi di Golden Axe o di The King of Dragons della Capcom.
Al centro dei combattimenti è sempre stato messo l'umano, evidentemente il personaggio più potente e versatile visto che è in grado di utilizzare una moltitudine di incantesimi che si sposano perfettamente con le tecniche “melee” degli altri due protagonisti.
Com'è facile intuire, la fanciulla dalle orecchie a punta è invece la migliore scelta per chi ama gli scontri a distanza (ma anche con i falcetti non se la cava male), mentre il nano è pura forza bruta con l'altezza di una lattina di Coca.
Ma le differenze tra i protagonisti non si limiteranno solo all'equipaggiamento. In accordo (più o meno fedele) con la tradizione fantasy, l'elfa sente maggiormente il contatto con la natura e gli elementi, ed è in grado di rilevare le tracce del nemico anche su un campo fresco di battaglia.
L'umano sa riconoscere piante e oggetti utili per creare oggetti magici e pozioni. Infine, il sosia di Gimli è l'unico che può scovare passaggi segreti e tesori nascosti.