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Impact Winter - recensione

L'inverno è arrivato, anche su console.

Prima che il filone dei Battle Royal arrivasse come uno tsunami a inondare il mercato dei videogiochi, abbiamo vissuto anni in cui erano i Survival e il crafting a farla da padrone. Molti erano quelli in prima persona, che ci lanciavano in panorami sperduti e desolati dove dar via alla nostra avventura privi di tutto o quasi, con l'obiettivo di resistere più a lungo con ciò che ci capitava sotto tiro.

In Impact Winter, ultima fatica dei ragazzi di Mojo Bones, che le ossa se le sono fatte su mobile, lo scenario è piuttosto simile. Nei panni, o per meglio dire negli stracci di Jacob Salomon, ci ritroveremo in un rifugio canadese sommerso dalla neve e congelato dal freddo polare. Non si tratta però del tipico clima dell'estremo nord americano: l'impatto del titolo fa riferimento a quello di un asteroide, che nella collisione con la Terra ha avvolto il mondo sotto una coltre glaciale e letale.

Tutto sembra perduto. Jacob e altri pochi sopravvissuti sono gli ultimi superstiti del cataclisma e i contatti con l'esterno sono praticamente assenti. Un giorno però, grazie all'utilizzo di un drone, viene intercettato un segnale di soccorso che fa sperare nell'arrivo di una mano dal fato nel giro di trenta giorni. Trenta giorni in queste condizioni sono un'eternità. Jacob però può contare sui suoi compagni, che con le loro capacità aiuteranno il gruppo a tirare avanti fino al giungere dei salvatori. Ognuno di essi ci affiderà quest interessanti, è dotato di abilità diverse e tutti insieme costituiscono praticamente l'hub centrale dove sviluppare la struttura e lo stesso gameplay di Impact Winter.

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Gli sviluppatori inglesi, dopo un anno passato a risolvere grane sulla versione Steam, hanno portato ora Impact Winter su console, tentando la via del gamepad per risollevarne le sorti. Il porting da noi provato non presenta però novità rilevanti. I molteplici bug tecnici di sicuro sono stati risolti e il gioco non ha problemi a girare su PlayStation 4, mentre non ci sono aggiunte a livello di trama, personaggi e gameplay in generale, oltre ai DLC già usciti nel tempo su PC.

L'obiettivo è sempre resistere aggrappandosi a tutto quello che riusciamo a recuperare nel Void, ovvero lo spazio della vasta mappa ormai conquistato dal freddo e dalla neve imperterrita. Grazie all'aiuto di Ako Light, il drone co-protagonista, ci dovremo avventurare all'esterno per raccogliere il materiale richiesto dagli altri superstiti, in modo da allungare un po' di più la speranza di vita e arrivare al termine dei trenta giorni previsti dai soccorritori. Tra l'altro questo stesso tempo può essere accorciato accumulando gli specifici Rescue Points. Così, tra un'esplorazione e l'altra, sarà necessario arrivare vivi all'obiettivo tenendo conto dei parametri classici di un survival come fame, temperatura corporea, stamina e così via.

Non ci sono elementi particolarmente originali in Impact Winter, come avevamo già constatato nella recensione di un anno fa. Si tratta sostanzialmente di un mix di meccaniche che abbiamo già conosciuto in altri titoli (This War of Mine, The Long Dark), comunque ben fuse tra di loro. Nella chiesa si svolge la parte manageriale, quella pausa tra un'escursione e l'altra che ci fa sentire la progressione una volta riportati i materiali.

Il motore grafico non muove tanti poligoni, ma negli interni l'atmosfera è tangibile grazie all'illuminazione ben sfruttata.

Diamo gli ingredienti alla cuoca Wendy e mangeremo piatti migliori, aiutiamo Christophe e la tecnologia migliorerà, mentre dando una mano a Blane egli costruirà trappole sempre più efficaci per la prossima spedizione. In questo modo l'hub si fa più forte, ma bisogna ricordarsi di fornire anche i beni di prima necessità, altrimenti i parametri di un compagno scenderanno fino alla soglia che lo porterà all'inesorabile morte. Non potendo seguire più il suo branch di quest il gioco cambierà inevitabilmente. Un punto a favore di Impact Winter, che stuzzica così la rigiocabilità.

Proseguendo nella storia, qualche incoerenza di troppo ci ha fatto storcere il naso su trama e gameplay. Sulla prima soprattutto c'è una sorta di differenza tra l'incipit che vorrebbe favorire sensazioni come la solitudine e la determinazione, e la pratica del gioco che ci fa collaborare continuamente con superstiti, commercianti, ladri e così via, creando un ambiente piuttosto animato.

Il gameplay in sé costringe a sessioni ripetitive e a qualche quest poco ispirata. Equilibrare quindi la varietà degli incontri e la qualità dei dialoghi avrebbe giovato sicuramente. Per tutta la durata del gioco (siamo sulle dieci ore circa) ci siamo chiesti ad esempio come mai tutti non si coalizzassero per procedere verso la salvezza comune, o perché con tante abilità a disposizione sia il solo Jacob a doversi sobbarcare tutta una serie di doversi verso i compagni. Una sorta di debolezza generale di trama, invariata dalla vecchia versione.

I compagni superstiti vi aiuteranno con le loro abilità di crafting.

Riuscite invece la costruzione del rapporto tra Jacob e Ako Light, il piccolo drone guida che ci accompagna nelle esplorazioni. Escursione dopo escursione, ci aiuterà a cavarcela d'impaccio e a farci sentire meno soli nel freddo inverno. Ispira simpatia e la figura di "companion del futuro" gli calza a pennello.

A livello tecnico non si rimane particolarmente impressionati. Nonostante un sapiente uso dell'illuminazione ambientale, che dona un carico emozionale soprattutto negli interni, la quantità di poligoni è sempre bassa, così come la qualità e la definizione delle texture di strutture e personaggi. Un peccato, perché una veste di qualità maggiore avrebbe caratterizzato di più personaggi principali e secondari, fondamentali per dare maggior peso allo spessore narrativo di tutto il titolo.

Tutto sommato Impact Winter resta un titolo di buona fattura e abbastanza divertente. Il primo tentativo di Mojo Bones nella transizione da mobile a PC risulta in un buon survival, magari non originale, ma che a prezzo budget riesce ad intrattenere per una decina d'ore e anche di più se volete scoprire tutte i modi di portare a termine l'avventura di Jacob.

7 / 10
Avatar di Michele Sollazzo
Michele Sollazzo: Provenendo dalla leggendaria regione del Molise, non poteva fare a meno di vivere avventure in mondi virtuali. Dopo un'infanzia vissuta tra gli arcade dei bar diventa adulto firmando petizioni per far uscire Shenmue 3. Ora è passato a Outcast 2.

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In this article

Impact Winter

PS4, Xbox One, PC

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