L’importanza dei DAC USB per migliorare l’audio nel gaming console e PC
Quante volte avete pensato “queste cuffie hanno il volume troppo basso?”
Molti videogiocatori trascurano la componente audio. Su PC gli appassionati spendono gran parte dei loro budget per avere l’ultimo processore, la scheda grafica più potente e l’SSD più performante. Oppure sono molto attenti ad elementi cosmetici come case e RGB. L’audio è sempre trascurato, e ci si accontenta dell’integrato, in fin dei conti a molti basta. Eppure non è proprio così, almeno finché non hai modo di provare un DAC di alta qualità, magari abbinato a un ottimo amplificatore con una scheda audio discreta o un dispositivo esterno.
Ma cos’è un DAC? Digital to Analog Converter: in pratica trasforma un segnale audio digitale in analogico. Successivamente, invia quel segnale analogico ad un amplificatore integrato o ad un prea-amp. Qualsiasi segnale digitale si ascolti, questo è stato prima convertito da un DAC. Molto spesso li utilizziamo senza accorgercene: smarpthone, TV, computer fissi e portatili, sono tutti dotati di DAC, altrimenti l’audio non funzionerebbe correttamente.
Un DAC prende quindi i dati digitali da supporto magnetico, disco ottico o in streaming via Spotify e simili, e li trasforma in un segnale audio analogico, pronto per essere amplificato. Sostanzialmente prende una sequenza di dati digitali (“0” ed “1”), li elabora trasformandoli in un flusso elettrico continuo e invia un segnale analogico a un amplificatore che poi si occuperà di smistarlo a uno o più altoparlanti a singolo o multicanale, separando i vari canali e l’LFE.
Benché abbiamo quindi assodato che quasi tutti gli apparecchi multimediali siano equipaggiati di DAC, ciò non significa che siano tutti validi. Quasi sempre, smartphone e computer con audio integrato (specialmente fissi da centro commerciale o notebook sotto i 1000 euro) hanno un DAC scadente, che funziona solo per chiamate vocali, o contenuti streaming come video generalisti su YouTube o Spotify. Se le vostre esigenze sono leggermente più ricercate, soprattutto in ambito gaming multicanale, si rischiano frequenti delusioni.
Vi sarà capitato spesso di collegare le vostre cuffie allo smartphone o alla PS4 e di sentire un volume molto basso, specialmente con le cuffie Hi-Fi di un certo livello e ad alta impedenza. O di rimanere estremamente insoddisfatti da una cuffia che sulla carta è pregiata e molto costosa. Poi magari accade che collegando queste stesse cuffie a un Home Theatre o a un PC con scheda audio discreta il risultato è molto diverso. Ecco, questo è frutto del lavoro del DAC. In particolare è importante il valore del SNR, che tanto più è alto e tanto più è capace di ridurre il rumore e fornire un suono più nitido e cristallino che consenta di distinguere con precisione i singoli strumenti di un brano musicale o i passi di un soldato che si avvicina alle spalle dai rumori di fondo d’ambiente.
Solitamente i DAC di alto livello sono anche accompagnati da buoni amplificatori, che permettono di fornire la giusta potenza sonora per dare alto volume ai diffusori e di “pilotare” anche le cuffie più difficili, da 300 Ohm in su. Qualche esempio? Collegando delle Epos H6 Pro a un laptop 2in1 HP X360 il suono è debole, vuoto e completamente privo di bassi. La stessa cuffia, se collegata a una Sound Blaster Z o un DAC esterno Sound BlasterX G6 rinasce a nuova vita e si fatica ad andare oltre metà del volume massimo. Idealmente, la soluzione più “pulita” sarebbe quella di separare DAC e AMP in due apparecchi: in questo modo si può rimpiazzare nel tempo solo uno dei due apparecchi a seconda delle novità e delle esigenze dell’utente. Di contro il collegamento diventa più macchinoso e meno immediato, senza contare che un tale setup è generalmente più costoso.
Abbiamo avuto la possibilità di andare più a fondo su questa materia con Creative, di cui recensiamo ormai dall’apertura di Eurogamer.it, tutti i prodotti gaming che l’azienda americana ha lanciato sul mercato negli ultimi dieci anni, in particolare proprio cuffie e DAC, oltre che una vasta gamma di altoparlanti esterni.
Il catalogo di Creative integra DAC e AMP nei suoi prodotti: le Sound Blaster interne e i DAC esterni hanno anche la capacità di migliorare l’audio e aumentare la potenza sonora tramite amplificatori di vario livello a seconda del target. Sono prodotti pensati prevalentemente per il gaming, quindi inglobano feature come il mixing dei canali per ottenere un surround virtuale in cuffia o tramite altoparlanti, mixing di audio di gioco e voice chat e altre tecnologie interessanti come SBX, Scout Mode, Noiseclean e SXFI di cui abbiamo parlato molte volte nei nostri test.
Per fare maggiore chiarezza sull’argomento, abbiamo avuto la possibilità di intervistare Min Wei, dal team product marketing di Creative a proposito delle nuove tendenze del mercato, soprattutto in ambito gaming.
Eurogamer:”I DAC esterni stanno diventando sempre più diffusi commercialmente e i consumatori, giocatori in particolare, stanno acquisendo consapevolezza sull’importanza di potenziare l’audio in-game tramite un DAC USB. Pensi che questo sarà un settore in crescita nel futuro prossimo?”
Wei: “Sì, senza dubbio. I consumatori sono sempre più esigenti per quanto riguarda l’audio. Vogliono ottenere il massimo dai propri headset, aumentando la fedeltà e il volume per avere un’esperienza più godibile ma anche più efficiente in gioco e avere vantaggi nei match classificati. Questo è catalizzato dalle nostre tecnologie che aiutano a sentire meglio i passi in un FPS e la direzione da cui provengono voci e colpi. SCOUT MODE è una tecnologia che offriamo nelle nostre Sound Blaster interne e in DAC-AMP esterni come G6 e X4, mentre SXFI BATTLE MODE è la prima e unica modalità audio che ti consente di percepire non solo la direzione da cui provengono gli spari, ma anche la distanza, ed è implementata in Sound Blaster GC7.”
Eurogamer: “In passato Creative era più orientata verso gli speaker con filo in configurazione 5.1/7.1 e sulle casse singole Bluetooth come Sound Blaster Roar e simili, che avevano anche una forte votazione al gaming. C’è stata una virata nei business aziendali, magari in seguito alle analisi di mercato?”
Wei:” Siamo in un periodo in cui la tecnologia dell’audio sta cambiando velocemente. In poco più di 10 anni si è passati dall’audio wired (analogico o digitale tramite cavo ottico) alla coesistenza con l’audio wireless che è letteralmente esploso tramite connessioni WiFi e Bluetooth. Quest’ultimo aggiorna i suoi protocolli anno dopo anno e a ogni iterazione sono possibili nuove feature come l’audio a bassa latenza, l’audio ad alta definizione o il true wireless con lag ridotti al minimo.
Il nostro core business per quanto riguarda gli speaker da gaming si è ormai focalizzato sulle soundbar come Sound Blaster Katana Series, Creative Stage Series, e SXFI Carrier. Queste soluzioni offrono audio multicanale e spaziale ad alta fedeltà, AMP e DSP integrati, versatilità di connessioni e tecnologie votate al gaming per un’esperienza lag-free; grazie a un design compatto occupano anche poco spazio, prestandosi quindi a diversi ambienti.”
Eurogamer: “Allacciandoci all’argomento trattato, ovvero dell’esplosione del Bluetooth che grazie ai suoi ultimi protocolli e standard permette di veicolare audio ad alti bitrate e frequenza e senza ritardi, pensate di dover dotare tutti i prossimi DAC esterni di connettività Bluetooth?”
Wei: “Quest’era è stata molto complessa e densa di cambiamenti tecnologici sul fronte dell’audio, alcuni dei quali si stanno accavallando molto velocemente. Pertanto stiamo esplorando varie soluzioni per il nostro business e stiamo discutendo sulle migliori soluzioni da adottare per la produzione dei prossimi DAC. Al momento non posso fornire altri dettagli, ma avrete presto notizie a riguardo.”
Eurogamer: “Una domanda riguardo al software. In passato Creative aveva un’app o un software differente praticamente per ogni DAC, o a seconda della piattaforma di riferimento. Quindi avevamo Sound Blaster Command, Sound Blaster Connect, SXFI Control e l’App Creative per smartphone. Si è creata un po’ di confusione e io stesso ho a volte avuto problemi nel far riconoscere il DAC una volta collegato al computer. Come state lavorando in questo senso?”
Wei: “Nel corso del tempo sono stati sviluppati diversi software che si adattassero al meglio alle feature dei nostri prodotti. I nostri prodotti recenti girano però sotto il software unificato Creative App, e questo aiuta sicuramente l'esperienza d'uso per gli utenti.”
Creative è quindi molto impegnata sul fronte dei DAC esterni e USB. Già al momento offre una gamma ampia di soluzioni che va a coprire tutte le esigenze e anche tutte le tasche, e stando alle parole di Wei, questa volontà si protrarrà e si amplierà in futuro.
Alla luce di tutto ciò siamo giunti a constatare l’importanza di un DAC esterno per migliorare la vostra esperienza gaming, sia che giochiate su console che su PC, se non avete già una scheda audio interna di alta qualità. Ma quale dovreste scegliere? Se giocate prevalentemente su console e non siete super audiofili, DAC come Sound Blaster Play! 4 o G3 sono facilmente accessibili grazie a uno street price spesso molto inferiore ai €39 e offrono varie feature interessanti.
Il primo punta molto sulla cancellazione del rumore attiva sia in entrata che in uscita e il voice detect per migliorare l’audio in chat per chi vi ascolta, ha tasti hardware per governare microfono ed equalizzazione, bass boost e un’ottima qualità dell’audio grazie a un SNR 110 dB e frequenza di 192KHz a 24-bit. Queste caratteristiche lo rendono anche perfetto per i professionisti che lavorano molto con le conference call e viaggiano spesso. Comodo e leggero, si porta appresso facilmente e funziona bene anche con gli smartphone.
Il Sound Blaster G3 di cui vi abbiamo parlato qui, è invece un po’ più voluminoso e pensato per un utilizzo più versatile, in particolare PlayStation, Switch ma anche PC e mobile. Grazie alle due rotelle separate per volume di gioco e chat audio e ai tasti hardware per gestire microfono ed equalizzazione, si può controllare tutto con una mano. La connessione USB permette di collegarsi alle console e al PC e di sfruttare il DAC interno, ma volendo è possibile anche sfruttare la porta ibrida ottica/analogica per collegare fonti esterne come decoder DVBT, console meno recenti come PS3 e X360 o anche portatili come DS, 3DS e PS Vita. Collegando il DAC al PC si ha anche accesso a una pletora di feature, tra cui audio multicanale fino a 7.1, SBX e Scout Mode, tramite il software Sound Blaster Command.
Chi volesse spendere qualcosa in più rimanendo su dispositivi portatili può invece puntare sul G6 di cui vi abbiamo parlato qui, da poco aggiornato con nuove feature, mentre se vi serve una soluzione polivalente da posizionare sulla scrivania, potete buttarvi su Sound Blaster X4 o il GC7, con il primo più orientato alla connettività e alla fedeltà dell’audio e il secondo più votato allo streaming grazie al mixing dell’audio game/chat grazie a una vera e proprio console che assomiglia a quella di un deejay.
Una cosa importante da comprendere è che DAC come G3 o G6 permettono di trasformare ogni suono stereo in multicanale, cuffie comprese. Questo permette di risparmiare notevolmente e comprare cuffie stereo piuttosto che costose 7.1 che spesso funzionano solo su determinate piattaforme.
Certamente ci sono tanti DAC in commercio, alcuni prodotti da marchi prestigiosi come Cambridge Audio o FiiO, magari con DSP e Amp di livello più alto. Ma i prodotti Creative sono da sempre votati al gaming, con tante feature pensate per le situazioni di gioco e il party chat e se vi serve un DAC che migliori il vostro audio (in cuffia o tramite altoparlanti) e le vostre chat vocali, con i DAC Creative non potrete sbagliare, a prescindere dalla fascia di prezzo e dal tipo di prodotto.