In Sound Mind - recensione
Niente è più doloroso dei ricordi.
La nostra mente è un labirinto. Non sappiamo cosa si celi nel nostro subconscio, quali siano le nostre reali paure e in che modo si manifestino. In Sound Mind tenta di rispondere a queste domande cercandole direttamente nel nostro scomodo e triste passato.
Annunciato nel corso del 2020, questo horror psicologico sviluppato da We Create Stuff ha da subito catturato il nostro interesse grazie a un trailer d'impatto che ci ha inquietato e divertito al tempo stesso.
Il team con sede a Tel Aviv è divenuto celebre per Nightmare House 2, una mod dedicata ad Half-Life 2, che ha ottenuto un discreto successo grazie al leggendario sparatutto prodotto da Valve.
Decisi a distaccarsi completamente da questo nome illustre, i We Create Stuff si sono dedicati anima e corpo al loro ambizioso progetto, l'ennesimo figlio di un genere sfortunatamente ormai saturo e difficile da innovare, soprattutto a causa dei nomi celeberrimi del mercato videoludico dell'orrore.
In esso impersoniamo Desmond, uno psicologo in carriera. Ci ritroviamo in uno scantinato all'interno di un edificio in rovina. Sconvolti e spaventati, non sappiamo nulla di quanto stia accadendo né perché ci troviamo nel bel mezzo dell'oscurità.
Mentre ci muoviamo in quei freddi corridoi inospitali, proviamo a non respirare la sostanza tossica che esce da alcuni di quei barili posizionati di fronte a un ingresso sbarrato. Troviamo delle batterie e una torcia, utile per illuminarci la strada mentre cerchiamo un modo per raggiungere un ascensore, la nostra unica via di fuga.
All'improvviso un telefono senza fili adagiato su una sedia inizia a suonare. Ci avviciniamo, allunghiamo la mano ed alziamo la cornetta. Una voce fredda e metallica ci dice che siamo in trappola, che siamo all'interno della nostra stessa mente, che ormai il nostro fato è segnato. "Non uscirai dalla tua pazzia", ci avverte. Dall'altra parte c'è qualcuno che ci vuole morti, una mostruosità in giacca e cravatta che si prende gioco di noi.
Senza farvi spoiler che potrebbero rovinarvi l'esperienza, quello che abbiamo vissuto è stato intenso per merito di una narrazione curata ed amalgamata a una trama che si prende il proprio tempo per ingranare, offrendo una storia per niente scontata ed ispirata, che piega la nostra mente al passato.
Da bravi psicologi, infatti, riviviamo quattro casi che hanno coinvolto dei nostri pazienti morti a causa dei loro pensieri invasivi, delle loro ansie e delle loro patologie, che li hanno spinti a gesti estremi, com'è accaduto alla povera Virginia, la prima storia del titolo.
In Sound Mind è un horror psicologico in prima persona dallo spavento facile e dagli enigmi tipici alla Resident Evil. Il team ha preso spunto anche da Outlast e da Layers of Fear, riuscendo a proporre delle dinamiche interessanti all'interno di un gameplay divertente e per nulla ripetitivo. Ma procediamo con ordine.
Il nostro compito, una volta messo in funzione l'ascensore e raggiunto il secondo piano dell'edificio, è raggiungere l'ufficio, in cui ci viene affidato l'arduo compito di trovare la prima cassetta.
Ascoltando tutt'e quattro le registrazioni accederemo a degli incubi che tratteranno degli ultimi istanti di vita di queste persone sole, affrante e denigrate da una società che avrebbe dovuto proteggerle.
Saranno storie intriganti quanto disturbanti perché ci porteranno a vivere situazioni estreme e inquietanti, scatenando un reale senso di terrore più per quello che significheranno che per quello che vedremo. Solo così avanzeremo in questa avventura per trovare una via d'uscita dall'edificio e dalla pazzia che cercherà di prendere il controllo della nostra mente.
L'esplorazione è il piatto forte dell'intera produzione. Visitando l'edificio, potremo trovare dei potenziamenti per la salute e la velocità, prendendo del cibo dai luoghi più angusti per curarci e delle munizioni per la pistola e il fucile. Di tanto in tanto dovremo persino indossare una maschera antigas per oltrepassare le pozze della sostanza tossica sparsa sui pavimenti.
Quando saremo all'interno delle cassette, riceveremo persino una pistola di segnalazione che ci aprirà la strada oltre una nube scura simile a quella di Lost, con la sola differenza che non ci inseguirà.
Inoltre non mancheranno gli scontri corpo a corpo con la scheggia di un vetro ricavata da uno specchio. Oltre ad essere utile quando ci troveremo senza munizioni, potremo utilizzarla per tagliare ostacoli di qualunque genere.
La visuale in prima risulta ben implementata, dinamica e fluida. Nel corso del nostro viaggio, abbiamo affrontato varie creature in diversi modi. Abbiamo fatto detonare i barili della sostanza tossica, sparando all'impazzata mentre ci muovevamo per scampare a una trappola elettrificata. E a volte ci siamo trovati senza munizioni, alla mercé di creature spietate che ci hanno ucciso con pochi colpi.
Avanzando durante il gioco, incontreremo nemici sempre più letali, boss inclusi, e il miglior modo per sopravvivere è uno solo: contare ogni singola pallottola, dopodiché controllare le batterie della torcia e anche quanto ossigeno ci rimane mentre indossiamo la maschera antigas.
Un altro punto a favore sono le atmosfere dei vari luoghi, complice una direzione artistica convincente. Abbiamo visitato un supermercato, una spiaggia e delle miniere che ricordano quelle de "Le Colline hanno gli Occhi", la celebre pellicola horror degli anni '80 celebrata da un reboot nel 2006.
Abbiamo esplorato l'edificio in un lungo e in largo, raccogliendo dei materiali e dei potenziamenti, utilizzando persino diverse monete in un distributore automatico. E siamo stati a lungo anche a casa nostra, strimpellando la chitarra di Desmond.
Abbiamo testato il gioco su Xbox Series S. A parte qualche glitch grafico e delle compenetrazioni che non hanno minato la nostra esperienza, il titolo è comunque risultato fluido. I comandi sono comodi ed intuitivi, una buona notizia per chiunque intenda giocarlo col gamepad.
Ulteriori complimenti vanno al comparto sonoro e ai suoni ambientali, oltre che alle composizioni musicali dei The Living Tombstone, il progetto musicale israeliano divenuto famoso nel 2014 grazie al singolo Five Nights at Freddy's. È una presenza che abbiamo gradito.
In definitiva, In Sound Mind è un buon prodotto che prende però troppa ispirazione da alcuni colossi del genere, oltre che da altri titoli indipendenti horror certamente più originali. Resta tuttavia un titolo godibile con una buona longevità, che si attesta sulle dieci ore se esploriamo per bene ogni angolo dell'edificio nonché i quattro scenari proposti.
Considerato il prezzo di lancio fissato a 39,99, è una spesa certamente alta per un prodotto indipendente, nonostante le buone idee e le atmosfere oniriche. Se state cercando un horror che possa terrorizzarvi e inquietarvi, In Sound Mind può fare certamente al caso vostro.