In teoria: PS5 Digital Edition costerà meno della versione Blu-ray?
Togliere il lettore Blu-ray apre a opzioni interessanti, esploriamole insieme.
Durante il gran finale dello showcase dedicato a PlayStation 5 è abbiamo visto i render della console, che hanno diviso il pubblico per design e dimensioni. Quello che però proprio non ci aspettavamo era di vedere ben due PlayStation 5. Ad affiancare il modello standard, ci sarà un'edizione esclusivamente digitale che, apparentemente, ha nell'unica differenza la mancanza di lettore Blu-ray.
Sony non ha svelato i prezzi delle console e il CEO Jim Ryan è stato chiaro nel dire alla BBC che non è il momento per parlarne. Noi ci aspettiamo una macchina piuttosto costosa, ma che impatto potrebbe avere sui costi l'edizione digitale, e di conseguenza sul prezzo finale?
Cominciamo partendo dai costi fissi. Basandoci sulle specifiche iniziali, le speranze erano che PS5 arrivasse sul mercato all'ottimo prezzo di 399 euro, così come PS4 e PS4 Pro, ma ora dobbiamo ammettere che sembra una cifra piuttosto irrealistica. Xbox One X è stata lanciata l'anno scorso a 499 euro, e PS5 ha più memoria (costosa) e un processore sì più piccolo, ma anche più costoso. Il sistema di raffreddamento sembra più imponente, così come le dimensioni fisiche del case, e questo per non parlare di SSD e controller.
I costi ovviamente diminuiscono col tempo, ma guardando l'andamento del mercato dell'elettronica di consumo negli ultimi tre anni, l'impressione è che non siano scesi poi tanto, o che addirittura si siano alzati con i lanci dei nuovi prodotti. Abbiamo visto smartphone top di gamma rompere la barriera dei 1000 euro (e non di poco), mentre sul fronte dei semiconduttori da 7 nanometri, l'impressione è che non abbiano modificato sensibilmente il mercato della grafica su PC: la RX 5700XT di AMD, per certi versi in linea con l'offerta di PS5, costa comunque 400 euro pur avendo meno memoria.
Bloomberg ha esplorato le sfide che affronta Sony sul fronte dei prezzi dipingendole come importanti, e il commento di Jim Ryan alla BBC ci fa pensare che il piano sia di concentrarsi sul valore dell'offerta, e non di puntare su un prezzo bomba. Pensando ai costi, l'ipotesi di mettere sul mercato una PlayStation 5 a 399 euro non è impossibile, ma vorrebbe dire vendere notevolmente in perdita, probabilmente più in perdita di quanto inizialmente preventivato da Sony. Storicamente la mossa di vendere in perdita (per quanto aggressiva) non ha risultati positivi. Tra il 2006 e il 2008 Sony ha perso la bellezza di 3,3 miliardi di dollari per sostenere il prezzo di PlayStation 3. PS4 ha affrontato la questione con un design tutto sommato conservativo, ma la next-gen su cui ci affacciamo ora sembra decisamente più ambiziosa.
PlayStation 5 Digital Edition sembra dare un certo margine di manovra a Sony, e la possibilità è che abbia un prezzo più competitivo della console sorella anche per un fattore psicologico: rimuovendo un componente così importante bisogna dare qualcosa in cambio all'utenza. L'alternativa a un prezzo più basso sarebbe un aumento di dimensioni dell'SSD, accompagnato da un aumento di prezzo, ma l'impressione è che una versione "premium" però con meno caratteristiche di quella base non sarebbe accolta positivamente. Se dunque la PS5 digitale sarà più economica, ecco che ci sono dei problemi da cui non si scappa: i costi produttivi sono probabilmente identici all'altra versione, tranne che per il costo del lettore Blu-ray, e secondo noi si tratta di un impatto di una ventina di dollari appena in catena di montaggio, il che vorrebbe dire che ogni sconto superiore si tradurrebbe in una perdita per Sony.
Ovviamente, però, il costo di una console non è determinato solo da quanto costa costruirla. Sappiamo che una percentuale sul prezzo di vendita dei giochi serve anche a contenere i costi di produzione, mentre la crescita del gioco online e l'arrivo di servizi come PlayStation Now e Xbox Game Pass, garantiscono un solido flusso di introiti lungo tutta la generazione. Il prezzo di una console solo digitale potrebbe essere abbassato di più di venti dollari a voler sfruttare quei guadagni futuri, per ridistribuirne una certa percentuale sull'utente finale. La sfida, dunque, è indovinare l'equilibrio. Più Sony e Microsoft decidono di dare al giocatore, e meno hanno possibilità di rientrare negli anni successivi. Di sicuro i margini di guadagno possono essere severamente modificati dall'approccio scelto in questa fase.
In realtà, spingere gli utenti verso un ecosistema digitale è una grande vittoria per chi produce console, e per chi pubblica giochi. Ovviamente le copie fisiche dei giochi hanno costi che semplicemente non esistono nel mondo digitale, partendo dalla fetta che va ai distributori, per arrivare proprio ai costi di produzione di dischi e confezioni. Passando al digitale, si liberano insomma risorse che tornano nelle mani di produttori di console (circa il 30%) e publisher (il 70%).
Le informazioni raccolte dalle nostre fonti ci fanno pensare che nelle tasche dei produttori di console entrino circa 8 dollari extra per ogni acquisto digitale, il che vuol dire che, sempre in teoria, una media di tre o quattro giochi venduti per ogni macchina, insieme al risparmio dovuto alla mancanza del lettore ottico, permetterebbero a Sony di abbassare il prezzo della Digital Edition di 50 euro. Cifre superiori sono possibili ma vorrebbero dire che Sony conta di vendere più giochi per ogni console, ed è disposta a ridurre il proprio profitto per utente.
Ma non è finita: chi comprerà la PlayStation 5 Digital Edition sarà di fatto chiuso fuori dal mercato dei giochi usati, ed è immaginabile che almeno una parte dei soldi che sarebbero stati spesi lì venga dirottata verso l'acquisto di giochi sul PSN. Sony fa spesso ottime offerte nel suo negozio digitale, e i prezzi aggressivi sono spesso una tentazione. Ovviamente, però, cercare di quantificare questo ulteriore margine è difficile, tanto che non sappiamo bene come immaginarci un sistema che mappi il mercato dei giochi usati e che traduca quei numeri in dati effettivamente utilizzabili per previsioni economiche. Di certo c'è che il guadagno extra è lì, ma dubitiamo che Sony voglia quantificarlo e trasformarlo in uno sconto sul prezzo della console.
Jim Ryan parla di una console completamente digitale come fosse un'ulteriore opzione per il giocatore, ma in realtà è abbastanza pacifico che comprandola si riducano i modi che ha il giocatore per procurarsi i giochi. Il costo dei titoli in digitale, sul lungo periodo, è chiaramente superiore alle controparti fisiche perché non beneficiano degli sconti applicati dalle grandi catene, e soprattutto non sono rivendibili. E poi c'è il fatto che la retrocompatibilità con PS4 è probabilmente ridotta parecchio con l'edizione digitale, chiaramente se avete molti giochi in copia fisica.
Pensando a questi aspetti negativi, l'idea di passare a un ecosistema completamente digitale sembra presentare anche diversi contro, e il pensiero di avere una sola fonte dove procurarsi i giochi non è piacevole. Detto questo, ci sono anche degli evidenti vantaggi: si ha un database online per i propri giochi senza più il rischio che le copie fisiche si danneggino, e poi c'è la possibilità di saltare da uno all'altro, anche su console diverse, eliminando la necessità di avere il disco con sé. Ecco insomma che l'idea di comprare i giochi una volta sola e poi condividerli con parenti o amici non è più così raminga.
Qualsiasi sia la vostra preferenza, avere due versioni di PS5 potrebbe rendere più accettabile un prezzo che sospettiamo essere piuttosto alto, diciamo 450 e 499 euro (o magari addirittura 50 euro meno, ma sembra piuttosto improbabile). Potrebbero essere anche 50 euro in più, quindi 499 e 549, ma in ogni caso ce ne sarebbe una nella fascia di prezzo cui abbiamo visto debuttare Xbox One X nel 2017, e cioè 500 euro. Salire troppo, poi, non può che evocare lo spettro del lancio di PlayStation 3 e certo Sony non ha intenzione di perdere miliardi nei prossimi anni.
Un'altra cosa che non possiamo dimenticare, poi, è la situazione mondiale: siamo nel mezzo di grandi incertezze a causa della pandemia e, nonostante Jim Ryan parli dell'industria dei videogiochi con ottimismo dicendo che non ha sofferto il colpo, è pacifico che alzare troppo il prezzo di PS5 ne rallenterebbe l'adozione a favore della concorrenza. Sì, perché manca solo la conferma ufficiale per Project Lockhart di Microsoft, ormai suggerita anche in Windows 10, e che dovrebbe proporsi sul mercato con un prezzo molto aggressivo.
Ancora non sappiamo se una console next-gen più economica, più piccola e orientata sui 1080p o al massimo 1440p possa avere spazio nel mercato ma, se l'alternativa sono scatoloni costosi e ingombranti, potrebbe non essere un'idea così matta.
Nel mezzo troveremo PlayStation 5 Digital Edition? Presto per dirlo ma l'impressione è che Sony non abbia poi così tanto margine di manovra, almeno per quanto riguarda il prezzo.