Indiegamer #50
Uno strano viaggio a bordo di un taxi, ragazzi scomparsi e indagatori dell'occulto, uno stealth game minimalista e un divertente FPS retrò.
Taxi Journey (Lexis Numérique)
Sulla scia di due successi indie degli anni passati come Limbo e Machinarium, i francesi Lexis Numérique propongono un interessante mix tra platform e avventura grafica in Taxi Journey, declinandoli secondo la loro personalissima visione.
Tutto ruota intorno alle vicende del robusto Gino e della mingherlina Zoey, le cui speciali abilità saranno la chiave per risolvere gli enigmi e superare gli ostacoli. Gino è in grado di raccogliere qualsiasi cosa attraverso il suo riflesso e quel "qualsiasi cosa" sembra vada preso in senso letterale: negli artwork e nel video di presentazione del gameplay, infatti, Gino riesce addirittura a prendere la luna che si riflette su uno specchio d'acqua. Un'idea interessante che potrebbe dar vita a tanti puzzle originali. Zoe, dal canto suo, è capace di catturare gli elementi immateriali, come il canto di un uccellino.
Il focus dell'intera produzione sarà però la storia, un racconto che vuol far ridere, sorridere e commuovere, coinvolgendo il giocatore al punto da fargli prendere a cuore le sorti dei due protagonisti. Taxi Journey riprende il suo intento di voler raccontare una favola anche dal punto di vista estetico, con sfondi e personaggi disegnati a mano in uno stile delizioso che ricorda le illustrazioni dei libri per bambini.
Lo sviluppo del gioco è appena iniziato e gli sviluppatori parlano di gennaio 2015 come di una possibile data d'uscita: non lo vedremo tanto presto, dunque. Ci sono però già delle conferme per quanto riguarda le piattaforme: se il PC appare scontato, meno ovvia è la presenza di Wii U, segno che Nintendo sta diventando sempre più indie-friendly con la sua ultima console casalinga. Le altre piattaforme potrebbero arrivare in un secondo momento, a seconda delle disponibilità economiche del team.
A tal proposito è stata aperta l'inevitabile raccolta fondi su Kickstarter, che però non pare stia andando molto bene: a una settimana circa dal termine sono stati raccolti meno della metà dei 130mila dollari richiesti, il che probabilmente costringerà i Lexis Numérique a darsi da fare per trovare un publisher che finanzi il progetto.
The Vanishing of Ethan Carter (The Astronauts)
Il team The Astronauts è formato da un gruppo di esuli dei People Can Fly che, dopo l'esperienza con Epic, ha deciso di fondare il proprio studio indipendente e realizzare dei progetti particolari che si distanzino dagli shooter realizzati fino ad ora.
Il primo di questi è The Vanishing of Ethan Carter, avventura dalle tinte horror caratterizzata da una storia matura e dalla totale assenza di combattimento. Le cicatrici che intende lasciare, affermano gli autori, sono di quelle che non si possono vedere. La paura è generata attraverso le atmosfere, le sensazioni e la caratterizzazione dei personaggi.
L'Ethan Carter del titolo è un ragazzino scomparso in circostanze misteriose, legate a un brutale omicidio, e noi, nei panni dell'investigatore dell'occulto Paul Prospero, dovremo scoprire cosa sia accaduto utilizzando anche abilità sovrannaturali. Tali abilità permettono a Prospero di visualizzare gli ultimi attimi di un omicidio e maggiori saranno gli indizi raccolti, più chiara sarà la visione.
Grande enfasi viene dunque data all'esplorazione e la quantità d'informazioni che si riuscirà a raccogliere dipenderà dal giocatore. Solo così si potrà scoprire il movente del delitto o dove andare per proseguire la storia. Oppure entrambe le cose.
Gli Astronauts credono molto nella capacità dei videogiochi di raccontare storie e The Vanishing of Ethan Carter è il loro tentativo di dimostrare come questi possano avere uno strato narrativo profondo e complesso e, al tempo stesso, utilizzare atmosfera e gameplay per coinvolgere il giocatore in maniera diversa da altri media.
Nessuna data di rilascio è ancora stata comunicata ma gli sviluppatori assicurano si tratti di una questione di mesi, mentre per le piattaforme su cui verrà diffuso al momento il PC è l'unica confermata ma non è escluso che successivamente possa essere convertito anche per le console next-gen.
Light (Just a Pixel)
Uno stealth game minimalista con inquadratura top-down: questo in sintesi è Light, titolo dei Just a Pixel che trae ispirazione da due giochi molto diversi tra loro come Hitman Absolution e Payday 2, combinandoli in una struttura che ricorda Monaco.
Nonostante il succitato Payday stia influenzando lo sviluppo, il gameplay di Light sarà fortemente basato sullo stealth, quindi su movimenti silenziosi, guardie da evitare e computer da hackerare per aggirare i sistemi di sicurezza, in missioni che spaziano dal trafugare documenti top-secret al derubare banche, passando per l'uccidere obiettivi specifici senza lasciare traccia.
Light è nato quasi per caso, il risultato del lavoro di un mese di due persone, Danny Goodayle e l'italiana trapiantata in Gran Bretagna Roberta Saliani, che dopo aver visto quanto il prototipo divertisse gli amici hanno deciso di sviluppare il prototipo e farne un gioco completo.
Per questo anche loro si sono rivolti a Kickstarter, con lo scopo di raccogliere almeno 20.000 sterline per proseguire i lavori, ma a meno di una settimana dal termine della campagna sono arrivati a poco più di un quarto della cifra richiesta e le possibilità di centrare l'obiettivo sono, purtroppo, piuttosto scarse.
In sviluppo per PC Windows, Mac e Linux, Light dovrebbe arrivare il prossimo febbraio ma considerando il prevedibile esito della raccolta fondi è possibile che l'uscita slitti, in attesa di trovare altre forme di finanziamento. Chiunque fosse curioso può in ogni caso provare la versione demo, basata sull'alpha in lavorazione, disponibile a questo indirizzo.
Gun Godz (Vlambeer)
Lo scorso hanno i Vlambeer, autori di vari giochi in pixel art ma noti soprattutto per lo strepitoso successo di Ridiculous Fishing su iOS, hanno realizzato un FPS per promuovere un sito internet ed ora, per il loro terzo anniversario dalla nascita del team, hanno deciso di renderlo freeware e liberamente scaricabile dal sito ufficiale.
L'espressione "old-school" è spesso abusata tra i titoli indie ma mai come in questo caso è azzeccata, trattandosi di uno shooter in prima persona che riprende la struttura di Wolfenstein 3D, quindi con una grafica semplicissima e livelli su un unico piano, e nemici fatti unicamente di sprite e tanta tanta azione.
Nonostante la sua natura volutamente grezza, l'immediatezza del gameplay e l'azzeccata scelta della colonna sonora ne fanno un divertente FPS da giocare; il feeling delle armi dà soddisfazione e le statistiche alla fine dei brevi livelli invogliano a ripeterli per migliorare i propri record.
Gun Godz è un gioco tutt'altro che innovativo ma è gratuito e vale la pena dargli una possibilità. Provatelo e vuoi per divertimento vuoi per nostalgia, non lo lascerete tanto facilmente.