L'industria ha bisogno dei “super” tripla A - editoriale
Red Dead Redemption 2 in prima fila.
L'industria videoludica ha più che mai bisogno delle produzioni ad altissimo budget. Giochi capaci non soltanto di trascinare con sé l'interesse degli appassionati, ma di diventare veri e propri eventi di intrattenimento, non diversamente da un blockbuster al cinema. Ce n'è bisogno perché tali videogiochi rappresentano una costante accelerazione dell'asticella del videogioco, non tanto in termini artistici, bensì in una più ampia prospettiva di valore produttivo (e non parliamo solo di vendite).
Red Dead Redemption 2 arriverà a ottobre. Da oggi a quando sarà lanciato nei negozi, ne sono certo, saprà catalizzare l'attenzione di stampa e giocatori in modi in cui pochissime altre produzioni, storicamente parlando, sono riuscite. Quest'ultime sono quasi sempre a firma Rockstar Games, che con organizzazione impeccabile, notizie fornite con il gontagocce e, infine, una dirompente esperienza di gioco trascende ogni precedente paradigma (che magari proprio un gioco di Rockstar Games aveva fissato) per superare il livello.
Basti pensare che GTA V, pubblicato originariamente nel 2013, è ancora oggi fra i titoli più venduti ogni anno: ha superato le 90 milioni di copie spedite dal lancio. Un dato che esprime chiaramente il perché giochi di questo calibro sono maxi eventi dell'intrattenimento a 360 gradi e non soltanto di quello videoludico: cifre del genere non vengono raggiunte abbracciando soltanto i videogiocatori appassionati.
Red Dead Redemption 2, insomma, non sarà importante soltanto da un punto di vista singolo, ossia come produzione ad alto budget che concentrerà su di sé molti degli acquisti nel periodo pre-natalizio. I videogiocatori balzano dalla sedia quando lo sviluppatore pubblica due immagini; produzioni di questo calibro, però, hanno il grande potere di riuscire ad avvicinare e sorprendere chi i videogiochi li prova di tanto in tanto: diventano eventi di intrattenimento che saltano oltre il recinto dei videogiochi.
La loro importanza, quindi, non può essere soltanto giudicata con parametri di recensione videoludica (bello, brutto, divertente, longevo, caratteristico, etc), ma deve essere validata in una prospettiva più ampia: va preso in considerazione l'effetto trasversale che hanno nella percezione del medium e nella sua evoluzione. E in questo modo, produzioni come Red Dead Redemption 2, ma anche GTA V o un The Elder Scrolls V: Skyrim possono essere equiparati ai "film-evento" o ai grandi romanzi che concentrano su di essi, trascinando per settimane e mesi l'intrattenimento a tutto tondo, l'attenzione di appassionati e non.
Rappresentano (e devono rappresentare) la summa di tutto ciò che di eccellente può esserci in un videogioco: storia, esperienza, valore produttivo, grafica, risonanza. Un effetto che rimbomba fra le pareti televisive e che galvanizza l'intero giro di affari. Uno tsunami interattivo.
Non sarà soltanto Red Dead Redemption 2, però, a rappresentare il cavaliere dalla fulgida armatura dell'industria videoludica. Anthem di Electronic Arts, per esempio, dà l'impressione di essere un altro gioco capace di scardinare le insicurezze del grande pubblico nei confronti dei medium e di aizzare la fervida immaginazione in un mondo fantascientifico che sembra nato da una costola di Mass Effect e della cultura popolare di un'avventura futuristica.
Trascendere il confine fra "videogioco atteso" e "vero e proprio evento di intrattenimento", in ogni caso, è una caratteristica di pochi. È proprio la rarità di produzioni di questo tipo a renderli così importanti per questa industria: se fossero situazioni a cadenza mensile, non avrebbero valore. Richiedono ingenti investimenti e un tempo di sviluppo che viene misurato in anni.
Se la carta sarà giocata bene, anche il futuro progetto di Square-Enix legato ai Vendicatori di Marvel (perlopiù ancora avvolto nel mistero) potrà tramutarsi in un gioco enorme, a maggior ragione vista la risonanza mediatica che questa licenza ha avuto nel corso degli ultimi anni a livello cinematografico.
Altrettanto varrà per il prossimo The Elder Scrolls di Bethesda Game Studios, ma anche in questo caso potrebbero volerci anni prima di vederne un altro sugli scaffali dei negozi.