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Iris.Fall - recensione

Una breve ma significativa esperienza, alla ricerca della propria identità.

Next Studios è una software house cinese nata solo un paio d'anni fa, ma già in grado di farsi notare per i propri lavori indipendenti, vari e particolari sia per meccaniche che per estetica.

Iris.Fall è il più recente titolo dello studio: un puzzle game che conquista l'attenzione grazie alla sua estetica particolare, realizzata a partire da una palette di colori per buona parte del tempo monocromatica. Il gioco ha inizio con una misteriosa bambina intenta a inseguire un gatto, ma man mano che il viaggio si avvicina all sua conclusione, le ambientazioni assumono significati sempre più legati alle paure della protagonista e al suo rapporto profondamente conflittuale con la propria identità.

Tuttavia, l'elemento chiave (e ben riuscito) di Iris.Fall è senza dubbio il gameplay: la silenziosa protagonista viaggerà di stanza in stanza e di edificio in edificio per raggiungere lo strano felino nero e dietro ogni porta troverà un nuovo rompicapo da risolvere per poter avanzare. I puzzle del gioco sono vari, per quanto molto classici, mai effettivamente innovativi; buona parte di essi riguarda l'interazione tridimensionale con l'ambiente e come il posizionamento di determinati oggetti nello spazio riesca a creare giochi di luce e oscurità.

Lo spostamento della protagonista tra il regno materiale e quello delle ombre offre grandi opportunità per creare enigmi ambientali a partire da situazioni ordinarie.

La strana bambina controllata dal giocatore può infatti trasformarsi essa stessa in un'ombra grazie a dei grimori opportunamente posti nei livelli: questa meccanica rende più vario il gameplay rispetto al semplice, tradizionale puzzle ambientale, risultando mai troppo complesso, mai ripetitivo o noioso.

Il budget ridotto investito in Iris.Fall si fa però sentire nella limitatezza delle animazioni, tanto dei modelli poligonali che dei filmati 2D. Accompagnata da una colonna sonora curata e mai troppo invadente, la trama del gioco risulta estremamente criptica. Responsabile di ciò è anche e soprattutto la totale assenza di dialoghi scritti e parlati, una scelta senza dubbio stilistica, ma che se resa meno estrema non avrebbe di certo snaturato il concept dietro il lavoro.

Il finale, raggiungibile in circa quattro ore, lascia con più domande che risposte e, pur essendo presente la selezione dei capitoli non appena conclusa la storia, la rigiocabilità complessiva di Iris.Fall è molto bassa: con un gameplay fondato al 99% da enigmi ambientali, una volta trovata la soluzione non vi è reale motivo di ripetere un'esperienza che non offre più alcuna sfida.

Il viaggio avrà inizio con l'inseguimento di un gatto nero, poco incline a farsi avvicinare.

In conclusione, l'indie di Next Studios è un prodotto senza troppe pretese, sicuramente ben confezionato e dal costo onesto: può essere apprezzato sia da chi vive a pane e puzzle game, che da chi cerca un'esperienza visivamente appagante.

Per quanto effimero, Iris. Fall ha quindi le carte in regola per toccare le corde giuste, intrattenendo, divertendo e turbando i giocatori in egual misura.

7 / 10
Avatar di Lara Arlotta
Lara Arlotta: Scrive, blatera e videogioca, spesso contemporaneamente e da oltre due decenni. L'unico modo per fermarla è darle da mangiare, ma l'effetto è solo temporaneo. Sono ancora in corso delle indagini confidenziali per comprendere se si tratti di un essere umano o di una credibile riproduzione, inviata nell'era contemporanea da una civiltà eternauta.

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