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Itagaki: sviluppatori giapponesi poco sociali

E manager poco informati.

Secondo Tomonobu Itagaki, ex boss del Team Ninja, se gli sviluppatori giapponesi vogliono competere al meglio con quelli occidentali devono migliorare le proprie capacità sociali.

In un'intervista rilasciata a Gamasutra Itagaki ha sottolineato quanto molti sviluppatori nipponici manchino di senso dell'umorismo, dettaglio che gli rende molto più difficile la promozione del proprio lavoro a livello globale.

"Avere le abilità per esprimere ciò che si sta facendo è fondamentale. Bisogna sapere come esprimersi. Ovviamente sto parlando delle abilità sociali", ha spiegato.

"Gli sviluppatori giapponesi non hanno le abilità sociali necessarie", ha continuato Itagaki. "Non hanno senso dell'umorismo. Non sanno come scherzare e senza queste capacità non importa quanto si sforzeranno per creare giochi accettati a livello globale".

Nella stessa intervista Itagaki ha riservato qualche colpo anche ai pezzi grossi del settore management nipponico legato all'industria dei videogiochi, sottolineando quanto sia fondamentale che queste persone sappiano nel dettaglio come funziona il processo creativo di un videogioco. Parlando di quest'argomento il buon Tomonobu ha preso come esempio Danny Bilson di THQ, con cui è attualmente in collaborazione.

Riferendosi alle abilità di Bilson Itagaki ha sottolineato quanto sia raro avere nel team una persona in grado di scrivere libri o creare film e videogiochi e quanto, in ogni caso, i manager informati su come si crea un videogioco si trovino molto di più in America che in Giappone.

"In Giappone gli impiegati del settore management fanno finta di sapere ciò che stanno facendo", ha continuato il game designer. "Quelle persone dicono di amare i videogiochi, ma non hanno idea di come si facciano".

"Proprio per questo le istruzioni che danno agli sviluppatori sono cose del tipo 'Okay, dovete farlo uscire questo giorno, non dovete sforare questo budget e dovete fare in modo che venda almeno questo numero di copie'. E questo è tutt'altro che pratico".