Ivy the Kiwi?
C’è vita dopo Sonic?
Le possibilità offerte da questo tipo di meccanica di gioco non sono moltissime ma rendono comunque il gameplay piuttosto vario. Non "ancorando" una liana a punti particolari del livello, ad esempio, la si può usare come trampolino, utile per sparare in aria Ivy o per attutire una sua possibile caduta. La difficoltà è rappresentata dalla necessità di tenere sempre d'occhio il percorso del protagonista e agire poi di conseguenza. Inizialmente la cosa è piuttosto facile ma, credetemi, nell'ultimo terzo di gioco le cose si complicano decisamente.
Questo comunque non rovina l'esperienza, anzi se possibile la esalta ancora di più. Quando infatti avrete preso il ritmo e capito alla perfezione il gameplay, creare e allungare le liane dove far passare Ivy diventerà quasi un'operazione automatica e la voglia di sperimentare qualcosa di più ardito e veloce si impadronirà di voi.
Peccato che proprio in questo campo il gioco presenti uno dei suoi difetti maggiori ovvero la poca libertà concessa al giocatore. Ovviamente avrete a disposizione qualche opzione differente da quella di creare semplici rampe e ponti, ma il sottoscritto avrebbe apprezzato una maggiore apertura dei livelli e qualche elemento esterno in più... in fondo il gioco è stato creato da colui che ci ha regalato gli splendidi livelli dei primi Sonic, quindi è lecito attendersi sempre il massimo.
Sembra paradossale ma la semplicità, ovvero il concetto con cui ho iniziato questa recensione, è al tempo stesso il miglior pregio ma anche il peggior difetto di Ivy the Kiwi. Se da un lato gli consente di essere portato a termine da una fetta di giocatori decisamente ampia grazie alle sue meccaniche semplici ed accattivanti, dall'altra non è in grado di soddisfare in pieno i palati più esperti e raffinati.
I circa 100 livelli (compresi quelli avanzati) da cui è composto il titolo possono anche sembrare tanti, ma un giocatore medio non impiegherà più di una mezza dozzina di ore per completarli. In aiuto dei collezionisti e di chi vuole prolungare maggiormente l'esperienza vengono i soliti "collectibles", che in Ivy the Kiwi hanno la forma di medaglie. Per guadagnarle tutte dovrete recuperare le 10 piume nascoste in ogni stage, un'impresa tutt'altro che semplice.
In qualsiasi momento un secondo giocatore può entrare nella partita e raddoppiare così il numero di liane utilizzabili, cosa questa che rende ogni operazione decisamente più facile. Il multiplayer, fino a quattro giocatori, si è dimostrato decisamente valido anche se poco longevo.
Il numero di livelli a disposizione per questa modalità non sono moltissimi ma il gameplay in questo caso si impreziosisce di un elemento: oltre a dover portare in salvo il proprio Kiwi è possibile mettere i bastoni tra le ruote (pardon, tra le zampe) degli altri giocatori "disegnando" liane nei loro stage: decisamente divertente!
Un'ultima nota prima di concludere. In contemporanea con la versione Wii ho avuto modo di provare abbastanza a lungo anche quella per Nintendo DS e devo dirvi che dovendo scegliere tra le due, la mia preferenza ricadrebbe su quest'ultima. Il gioco è praticamente identico se si eccettuano le ovvie differenze a livello grafico ma il sistema di controllo tramite pennino è decisamente più comodo rispetto a quello (comunque ottimo) offerto dal Wiimote.
Se Ivy the Kiwi fosse stato venduto al prezzo di un normale gioco Wii sicuramente avrebbe meritato una valutazione leggermente inferiore a quella che vedere qui sotto, ma il costo indicativo intorno ai 25 euro fa sì che il rapporto qualità/prezzo dell'ultimo nato in casa Naka si innalzi e non poco.
Il gioco ha i suoi punti di forza e i suoi difetti, che potrebbero tranquillamente (e facilmente) essere corretti in un eventuale sequel. Anche così però, specialmente a quel prezzo, non si può non consigliarne l'acquisto, soprattutto ai giocatori più giovani che cercano un gameplay semplice ma accattivante.