James Cameron's Avatar: The Game
Cinema e videogiochi, ancora una volta insieme.
Ad onor del vero, per la recensione non è stato possibile provare il gioco in 3D (questo sistema funziona solo su pochissimi monitor, al momento) ma già in passato avevamo avuto modo di vedere un paio di presentazioni ad hoc che ci avevano a dir poco incuriosito. La sensazione comunque è che, esaurito "l’effetto wow!" (che è la fortuna di molti prodotti abilmente esaltati da abili PR e operazioni di marketing varie), tutto sia abbastanza ridimensionato e riconduca a un binario di normalità che poi è l’elemento su cui tutto ruota, sotto ogni punto di vista.
Avatar è infatti un third person shooter che non reinventa nulla ma cerca semplicemente di sfruttare al massimo gli spunti offerti dall’affascinante ambientazione e dalla storyline studiata in quel di Hollywood per questo blockbuster natalizio che ha richiesto anni e anni di lavorazione prima di essere svelato.
Il setting richiama palesemente quello del nuovo Lost Planet, con la giungla di Pandora protagonista tanto quanto i vari personaggi con cui vi troverete a interagire e due fazioni (gli umani e i bluastri indigeni Na'Vi) impegnati a darsele per portare a casa la pellaccia.
I primi avranno a disposizione ogni ben di Dio per devastare il nemico: insediamenti fortificati, jeep, elicotteri monoposto e un arsenale strepitoso (esoscheletri pazzeschi e lanciafiamme su tutti, con cui sarà possibile incendiare la vegetazione e radere al suolo intere aree ricoperte di piante). I secondi, popolo di guerrieri, combatteranno con armi d'osso come mazze e archi, potendosi servire inoltre della fauna locale, cavalcando animali come fossero scooteroni o svolazzando in cielo in sella a simil draghi bluastri arrabbiatissimi.
Entrambe le razze, godranno poi di una serie di abilità speciali, utili per avere la meglio sul campo di battaglia e riproposte anche nel frenetico multiplayer online che, nella sua semplicità, sembra essere un buon valore aggiunto.
Il movimento dei personaggi è affidato all’analogico sinistro, il mirino al destro. Le mappe, piuttosto vaste, saranno esplorabili utilizzando la camera funzionale completamente ruotabile, mantenendo la visuale in terza persona.
Oltre alla campagna principale e all'online (che naturalmente sarà centrato sui classici Team Deatmatch, CTF, King of the Hill e via dicendo...), è inclusa anche una particolare modalità che ricorda una sorta di Risiko next-gen: accumulando PX infatti, potrete acquistare unità per conquistare determinate aree occupate dagli avversari. Niente di particolarmente coinvolgente, comunque, per una digressione strategica che non lascia il segno, proprio come tutto il resto.
Avatar è un prodotto assolutamente standard che non eccelle e non pecca in nulla. Tecnicamente buono ma assolutamente piatto dal punto di vista del gameplay che, alla fine, consiste in un semplice pellegrinare da un marker all'altro sulla mappa, esplorando o combattendo, prima di essere spediti altrove per compiere le medesime azioni.
Interessante per chi magari si scoprirà fanboy dell'opera di Cameron, solo uno dei tanti shooter disponibili per tutti gli altri.