Journey
Memorie da un viaggio appena iniziato.
Eccoci di fronte al quarto passo di avvicinamento all’uscita di Journey, il misterioso e affascinante nuovo gioco dei talentuosi ragazzi del team thatgamecompany. Dopo ben tre anteprime è finalmente arrivato il momento di mettere le mani su una versione beta del gioco, che gli sviluppatori ci hanno inviato verso la fine della settimana scorsa.
Io stesso scrissi l’ultimo articolo di Journey dedicato a questo magico titolo, ma rispetto a quattro mesi fa ho potuto godere di una porzione nettamente maggiore dell’ultima fantasia partorita dalla mente di Jenova Chen, che finalmente è stata aperta al mondo.
Rispetto ai precedenti titoli della compagnia ci troviamo di fronte ad un titolo più vicino alla definizione classica di “gioco”, nel quale il gameplay è ben definito così come gli obiettivi, che invece in produzioni come Flower erano molto più rarefatti e invisibili.
Rimane invece inalterato lo stile visionario delle precedenti produzioni, così come l’assoluta assenza di una qualsiasi necessità di abilità da parte del giocatore. Per dirla in parole povere, Journey non è un titolo che richiede riflessi rapidi o particolare acume, l’unica cosa di cui si ha bisogno è farsi lievemente trasportare dai movimenti leggeri del protagonista e dalla sua sete di scoperta.
L’oceano di sabbia in cui mi sono ritrovato immerso era solo apparentemente deserto. Misteriose pietre e statue dal cuore pulsante sparse un po’ ovunque raccontavano tramite figure luminose sprazzi della storia, che il team di sviluppo si è ben guardato dallo svelare completamente in questa beta.
La sensazione più frequente che ho avuto vagando in queste lande è stata di solitudine, ma una solitudine strana, tutt’altro che triste. Avete presente quello che provavate giocando a Shadow of the Colossus? Qualcosa di molto, molto simile e altrettanto piacevole.
Di tanto in tanto sono venuto a contatto con altri viandanti, tali e quali a me nell’apparenza e anche loro impegnati nella ricerca di “qualcosa”. La componente multiplayer di Journey è particolare almeno quanto tutto il resto del gioco: non esistono nick sopra le teste dei giocatori, tutto è stupendamente anonimo e (quasi) silenzioso, eppure con quelle figure ammantate ho stretto legami tanto fugaci quanto forti.