Judgment - prova
Un detective a Kamurocho.
Dopo sei capitoli principali, un prequel, una manciata di spin-off e un paio di remake, per la serie Yakuza era giunto il momento di rifiatare. Una pausa breve, ovviamente, dato che finalmente il successo commerciale è arrivato anche al di fuori del Giappone.
Tashihiro Nagoshi e il suo team, secondo noi, avevano bisogno di una piccola pausa per rifiatare e comprendere come gestire una serie che negli ultimi 14 anni si è evoluta nella maniera più inaspettata.
Dall'essere un affresco brutale e spettacolare delle contraddizioni che convivono all'interno della società giapponese e soprattutto del suo sottobosco criminale, le avventura di Kazuma Kiryu si sono trasformate (anche, ma non solamente) in una raccolta di esperienze estremamente variegate, che vanno dalla simulazione di chat erotiche al gioco di combattimento, passando per l'emulazione di classici cabinati di SEGA, il golf e la dettagliata guida di cibi e liquori che è possibile trovare nei ristoranti di Tokyo.
Nel mezzo il protagonista ha fatto da babysitter in un orfanotrofio, risolto i problemi di cuore di alcuni passanti che ha incontrato tra le strade di Kamurocho e ha sgominato (più e più volte) le minacce che hanno minato il potere della famiglia Tojo, il clan criminale che domina questa parte di città. La schizofrenia della serie, capace di passare in un battito di ciglia da vicende drammatiche al più estremo nonsense giapponese, fa sicuramente parte del suo fascino, nonostante a volte, perlomeno per il sottoscritto, si è rischiato di superare i limiti.
Per questo Judgment sembra una vera e propria boccata di aria fresca. Resettando i protagonisti e portando in avanti le lancette degli orologi, infatti, il Team Yakuza ha potuto liberarsi di alcuni orpelli della serie principale che erano diventati troppo ingombranti, ma nonostante questo irrinunciabili.
Per alcuni potrebbe sembrare un'eresia ma tra questi elementi c'è anche lo stesso Kazuma Kiryu. Il Drago di Dojima è un personaggio estremamente carismatico e iconico, ma è stato costruito su stereotipi di 15 anni fa. Certo, è invecchiato e cambiato nel corso della serie, gli hanno affiancato nuovi coprotagonisti ed ha imparato ad adattarsi alla società moderna, ma la sua leggenda è diventata sempre più difficile da gestire. Soprattutto se la serie è ambientata all'interno di uno dei quartieri più vitali di tutto il Giappone.
Questo non vuol dire che Kiryu non abbia più niente da dire e che siamo contenti non sia presente in Judgment, ma al tempo stesso è bello poter controllare un personaggio più giovane e dinamico, con un nuovo carattere e con una nuova storia da costruire: ovvero il detective Takayuki Yagami.
Il protagonista è un ex avvocato che, abbandonata la carriera forense, ha deciso di essere un detective privato al soldo dei bisognosi, ma anche delle famiglie malavitose locali, sempre alla ricerca di una qualche scusa per essere scagionate dalle proprie malefatte.
Similmente a Kazuma, anche Tak è stato allevato da uno Yakuza e per questo motivo conosce molto bene il sottobosco criminale di Kamurocho. Grazie a queste conoscenze ha facile accesso ad informatori e retrobottega segreti, ma soprattutto è addestrato per sopravvivere alla violenta vita di questo quartiere.
Dietro le scintillanti luci della città si nasconde un'anima oscura che è pronta a scatenarsi per un nonnulla. Ci sono bande criminali pronte a venire alle mani per una ragazza ma anche pazzi mitomani che lasciano in giro per le strade pacchi esplosivi. Ci sono gruppi di ladri acrobati che indossano maschere in stile V per Vendetta o i classici Yakuza decisamente poco inclini a concedere a qualcuno il privilegio di pestargli i piedi.
Per risolvere la maggior parte di questi problemi la soluzione migliore sarà menare le mani e, grazie a due stili di lotta differenti e un'enorme quantitativo di mosse da sbloccare, Tak è estremamente convincente da questo punto di vista. Il sistema di combattimento ricorda molto da vicino quello della serie principale, anche se il nuovo protagonista sembra più agile del Drago di Dojima, anche se un po' meno letale.
Combattere è sempre divertente, così come sfruttare i tanti oggetti sparsi per Kamurocho per spaccare i denti ai malcapitati. Funziona tutto egregiamente tranne la telecamera, ancora un po' goffa nell'inquadrare l'azione. Fortunatamente basterà dirigere i colpi nel verso giusto per avere la meglio della gran parte degli avversari.
Oltre a combattere Tak potrà utilizzare diversi strumenti tecnologici per risolvere i suoi casi, dal drone necessario per spiare gli obiettivi dall'alto, al telefono fondamentale per raccogliere le prove e mostrarle al momento opportuno. Il protagonista non disdegna anche i vecchi metodi come il pedinamento, gli interrogatori, gli inseguimenti o la raccolta silenziosa di prove, fatta scassinando porte o recuperando speciali chiavi. Le indagini sono piuttosto lineari, ma danno sempre un po' di varietà all'azione e talvolta sorprendono chiedendo di ricordare qualche dettaglio emerso in precedenza.
Volendo seguire la storia principale il ritmo sembra quasi sempre molto elevato, ma c'è sempre la possibilità di perdersi all'interno del quartiere esplorando ogni ristorante o una delle tante attività nascoste tra i suoi vicoli.
I fan di Yakuza, quindi, si sentiranno a casa, nonostante in Judgment si noti la mancanza di quella follia ormai molto pervasiva nella serie principale. In questa nuova avventura la storia e i personaggi sono più seri e moderni, le situazioni e le soluzioni trovate dal team di sviluppo più attuali e quindi più graffianti rispetto al passato. C'è la critica a coloro che pensano più all'apparenza che alla sostanza e un sempre più netto contrasto tra i valori tradizionali e quelli più liquidi della società moderna.
Come Kamurocho anche Judgment sembra avere diversi livelli di lettura, ma l'impressione che abbiamo a poche settimane dal 25 giugno, giorno nel quale il prodotto di SEGA arriverà su PlayStation 4, è di un'opera più asciutta e coesa, pronta a soddisfare sia i fan di lunga data sia coloro che sono alla ricerca di un videogames bello da vedere e piacevole da giocare.