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Jupiter's Legacy - recensione

È autolesionista dare il buon esempio se nessuno lo segue?

Sono cambiati anche i super-cattivi. Non sono più quelli di un tempo, i ladri, i rapinatori, gli assassini. Sono le grandi aziende, gli affaristi, i politici e per combatterli non valgono più le regole di una volta, bisogna darsi un codice di comportamento diverso.

In questa situazione si trovano gli eroi di Jupiter's Legacy, che per tutta la loro lunga esistenza si sono adeguati a una serie di regole che ormai l'umanità chiede loro di cambiare. Perché loro sono rimasti legati a valori ormai considerati sorpassati e la gente oggi vuole vendetta, vuole sangue.

Anche la seconda generazione non li capisce, ha stili di vita corrotti dal loro senso di onnipotenza e comportamenti disinvolti nella gestione della loro superiorità sul resto degli umani. Loro non si sono sudati il potere che i genitori, messi insieme dal Fato, hanno acquisito a prezzo di lacrime e sangue ai primi del '900.

Loro non sono infatti sempre stati così, un tempo erano comuni mortali con dentro qualcosa di speciale, scatenato da un evento traumatico che li ha portati là dove dovevano essere per "mutarsi". E sanguinano, possono morire durante i combattimenti, e invecchiano anche se molto più lentamente.

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Il perno della narrazione è Sheldon Sampson, che è il leder Utopian (Josh Duhamel), in crisi con i valori di tutta una vita e con i suoi amati figli, con i quali il rapporto è tesissimo. Sapremo del suo passato, figlio di uno dei massimi magnati degli inizi del '900 a NY, famiglia distrutta dalla crisi del '29.

Il figlio Brandon ha gli stessi poteri del padre ma sta imparando a concentrarli per raggiungere la sua potenza, le sue abilità (ma non pensate a Invincible, qui la storia è diversa, va in altra direzione). Il padre però non è mai abbastanza soddisfatto di lui, pronto a riprenderlo aspramente senza mai lodarlo.

Con Chloe, la femmina, sembrano fin peggiori: lei è bellissima e perduta, andata lontano dalla famiglia a fare la modella, ostile al padre da cui non si è mai sentita abbastanza amata, anche se ne è sempre stata la prediletta, incapace di affrontare il mondo se non è strafatta di droga. Poi c'è Grace, l'amatissima moglie che cerca di mediare ma che è stanca dell'intransigenza del pur amato marito.

Come personaggi di contorno ci sono lo zio Walt, fratello di Sheldon con poteri mentali, e l'ambiguo George, frivolo appartenente alla High Society degli anni '20, che ha intrapreso un diverso percorso. Intorno c'è tutto il gruppo di altri supereroi, i primari e i loro discendenti, che conosceremo nello scorrere degli episodi. Ma è chiaro che grandi poteri portano grandi disturbi psicologici e un certo disadattamento sociale. I personaggi li seguiremo quindi in un andirivieni fra il tormentato presente, in cui devono vedersela con attacchi sempre più devastanti di super-cattivi, e il passato, che ci mostrerà cosa e come siano diventati ciò che sono adesso.

I tre patriarchi, Utopian con moglie e fratello.

La storia di Jupiter's Legacy è stata scritta a partire dal 2013 da Mark Millar, autore di Judge Dredd, Swamp Thing, Wanted, Civil War, Kick Ass e Kingsman, solo per citare alcune delle sue opere, con il disegno di Frank Quitely. Ideatore della serie e regista del primo episodio è Steven S. DeKnight, coinvolto a vario titolo in progetti come Buffy, Angel, Smallville, Dollhouse, Spartacus, Daredevil, anche regista di Pacific Rim - La rivolta.

Nel cast si riconoscono volti noti: dopo Duhamel (con un brutto parrucco, quando è più anziano), la moglie è Leslie Bibb, faccia nota per molti film e serie tv, così come il Matt Lanter che è George. Lo zio Walt è Ben Daniels (Locke, Rogue One, le serie The Exorcist e The Crown); la bellissima figlia ha il volto di Elena Kampouris (Il mio grosso grasso matrimonio greco 2, Sacred Lies e American Odissey), mentre il figlio è Andrew Horton, un quasi esordiente.

I Supereroi, nati come una risposta alla paura post Grande Depressione (ma post-tutte le crisi del capitalismo), che ha dovuto insegnare qualcosa e non lo ha fatto, sono finiti a riparare solo piccoli torti, crimini banali, nell'incapacità di opporsi a grandi derive totalitarie, mentre sarebbero stati potenzialmente capaci di influenzare la Storia. Ma nel loro Codice avevano concordato di rispettare sempre il libero arbitrio della razza umana.

Noi non governiamo, non uccidiamo, si erano detti, altrimenti perché non intervenire massicciamente in Germania? Non si fa, sennò ci si sostituirebbe a Dio. Derivativo, perché mescola temi trattati in tanti altri fumetti e film, Jupiter's Legacy riesce però ad appassionare nel suo procedere, specie nella parte ambientata nel passato, lungo la dolorosa ricerca di Sheldon di un misterioso presagio che lo dovrebbe portare a rimediare alle colpe del padre capitalista.

Chloe è la bellissima e autodistruttiva figlia ribelle.

Jupiter's Legacy non è proprio un prodotto per ragazzini, come si potrebbe pensare superficialmente. Per i non conoscitori del fumetto ci mette a un po' a ingranare, anche se il fulcro della storia è chiaro dall'inizio: la grande crisi del supereroe, quando capisce di avere tanto sofferto e tanto lottato per niente.

Il mondo non è migliorato, l'umanità è peggiorata, il suo Codice morale ritenuto sorpassato, ormai inefficace. Se quando si fa del bene non se ne accorge nessuno, e se ogni buon esempio non viene seguito, se i cattivi non si adeguano al Codice e quando uccidono i buoni non c'è adeguato castigo, se anche i nostri figli ci hanno rifiutato, come restare fedeli ai propri ideali, così dolorosamente perseguiti?