Just Cause 2
Una movimentata vacanza nel Pacifico.
A volte si sente il bisogno di staccare la spina al cervello e di dedicarsi ad attività esplosive e scarsamente didattiche. Questa esigenza colpisce chiunque, dagli studenti perennemente chini sui libri ai lavoratori sfrenati. Si tratta di una richiesta di aiuto del nostro fisico, messo costantemente sotto pressione dai ritmi frenetici della vita quotidiana.
Fra le numerose forme ricreative esistenti, i videogiochi hanno la capacità di offrire una marea di esperienze differenti. Quella garantita da Just Cause 2 è semplicemente la più adatta a eliminare le tossine della stanchezza mentale, una vera gioia per gli occhi e per il cuore.
Non starò a tediarvi con i dettagli legati alla trama di questo interessante titolo, visto che si tratta del classico pretesto per gettare nella mischia l'eroe di turno, ma mi concentrerò sul pezzo forte di Just Cause 2: il gameplay esplosivo e carico di folle divertimento.
Se siete alla ricerca di un gioco che vi permetta di creare esaltanti reazioni a catena utili a far esplodere contemporaneamente decine di oggetti su schermo (in pratica un erede di Crackdown, sotto questo punto di vista), la nuova fatica degli Avalanche Studios è davvero ciò che fa per voi.
Già dai primi minuti di gioco Just Cause 2 scopre quasi tutte le sue carte, permettendo al giocatore di sperimentare gran parte delle possibilità di Nico Rodriguez, il mai così tamarro protagonista dell'avventura. Gettarsi da un aereo a migliaia di metri di quota per scendere come un razzo fra i colpi della contraerea e atterrare docilmente aprendo il proprio paracadute portatile all'ultimo momento (o sfruttando sempre pratico rampino retrattile per agganciarsi da qualche parte), fa salire subito l'adrenalina a mille.
Personalmente non amo troppo i free roaming. Li trovo dispersivi e spesso rovinati dai lunghissimi tempi morti legati agli spostamenti dalla parte X alla parte Y della mappa, ma devo ammettere che Just Cause 2 offre così tante distrazioni da eliminare quasi completamente il problema in questione.
L'isola di Panau è un vero paradiso, sia dal punto di vista strettamente naturalistico che da quello del gameplay vero e proprio, visto che offre una quantità eccezionale di scorci differenti, che vanno dalle montagne innevate ai piccoli villaggi di pescatori, garantendo un colpo d'occhio sempre impeccabile e ricco di colori sgargianti.
Dal punto di vista tecnico i programmatori hanno lavorato davvero in modo egregio, visto che l'impatto globale garantito dal gioco è di prim'ordine, nonostante gli immancabili fenomeni di pop-up che da sempre affliggono i titoli di questo tipo. Le texture e i dettagli delle vastissime ambientazioni si caricano in tempo reale al passaggio del giocatore, e capita spesso di notare la comparsa improvvisa di piccole parti del paesaggio.
Nonostante questo, comunque, Just Cause 2 è in grado di far letteralmente sanguinare gli occhi del giocatore, inondando lo schermo di esplosioni apocalittiche, vere protagoniste del gioco. Una volta atterrati sull'isola e sbrigate le formalità iniziali legate alla trama, viene naturale ignorare le missioni principali in favore dell'esplorazione nuda e cruda, favorita dalla necessità di contattare le varie fazioni sparse per l'isola alla ricerca di lavoretti extra con cui guadagnare soldi, armi e mezzi.