Kid Icarus: Uprising
Il ragazzo che sapeva, e sa ancora, volare.
Se state seguendo la serie di hands-on sui titoli che prossimamente potremo giocare sulla nuova 3DS di Nintendo, vi sarete ormai resi conto che ci troviamo alle prese con quella che potrebbe tranquillamente essere definita una "operazione nostalgia". Della line-up fanno parte, infatti, un buon numero di classici rivisitati, il che porterebbe a ragionare sulle vere scelte marketing del colosso nipponico.
In realtà l'intera operazione non sembra essere del tutto sgradita, almeno non agli addetti al settore, come chi vi scrive, che poi in realtà sono anch'essi giocatori. La prova di tutto questo è che la rivelazione della presenza di Kid Icarus tra i nuovi titoli ha provocato una reazione entusiasta tra i presenti alle diverse occasioni in cui questa nuova versione è stata annunciata. L'originale risale addirittura al 1986 e se questa passione ha resistito fino a oggi... qualcosa di speciale lo dovrà pur avere!
E così eccoci a parlare di Kid Icarus: Uprising. La prima versione giocabile sulla quale abbiamo potuto mettere le mani contava soltanto un paio di livelli, accuratamente scelti per dimostrare la varietà del gameplay abbinato alla nuova console portatile. Abbandonata la classica impostazione platform, quello che abbiamo tra le mani è un action game moderno dove si vola ma si cammina anche.
La schiera dei nemici conta su bulbi oculari volanti, cani a due teste, tartarughe corazzate e, da non sottovalutare, una combattiva dea medusa tanto affascinante quanto arrabbiata nel ruolo di boss di fine livello. Per stile, quantità e tipologia di nemici, il pensiero corre subito a God of War, Dante's Inferno o, forse l'accostamento più appropriato, a Bayonetta.
Controlliamo l'eroe utilizzando praticamente ogni congegno che la console mette a disposizione: il pad circolare per il movimento, il pennino sullo schermo touch per la direzione e il puntamento dei nemici, uno dei tasti dorsali per fare fuoco. L'azione è molto intensa. Bastano due mani? Sì. È anche comodo? Un po' meno, ma è solo questione di farci l'abitudine, poi ci si può esibire in schivate e accelerazioni a colpi di pennino.
Dell'impostazione originale è rimasto molto poco. L'accento qui è chiaramente sui combattimenti e non sull'idea del platform verticale delle origini. Ciò potrebbe deludere i fan di vecchia data che si aspettavano un remake nel senso più puro del termine, ma del resto è comprensibile che Nintendo cerchi di attirare giocatori vecchi e nuovi facendo ricorso a un marchio storico per proporre un gioco moderno, e questo dovrebbe rispondere alle nostre perplessità iniziali a proposito delle scelte di marketing.
Il 3D, spiace dirlo, in un gioco di questo tipo è più di impaccio che di aiuto. L'effetto profondità è come sempre molto piacevole da vedere, ma con un'azione tanto serrata e la necessità di usare la bellezza di tre controlli simultanei, il nostro livello di concentrazione è stato messo a dura prova quando abbiamo dovuto fare anche attenzione a non muovere troppo la console.
La pratica, come abbiamo già detto, migliora di molto la situazione, ma è più che possibile che si finisca semplicemente col disattivare l'effetto. Gli autori, probabilmente consci dello sforzo richiesto, non hanno esagerato nel rendere intelligenti i nemici, che il più delle volte si fanno colpire senza protestare troppo.
Luci e ombre, insomma. Inutile però emettere giudizi fino all'arrivo del gioco finito. Ormai ci siamo quasi...