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Kingdom Hearts 358/2 Days

Un seguito autoreferenziale...

La saga di Kingdom Hearts è davvero particolare, al punto tale che o la si ama o la si odia visceralmente. Un merito, però, va riconosciuto a questa serie nata dagli sforzi combinati di Square Enix e Disney: è riuscita a far convivere due universi completamente diversi tra loro con risultati eccezionali, sia dal punto di vista creativo che da quello concettuale.

Questa volta la piattaforma dove andare a caccia degli heartless è il Nintendo DS, scelto più per la sua base installata che per il caratteristico pennino.

Il sistema di controllo di Kingdom Hearts 358/2 Days, infatti, non punta affatto sul touch screen e sulla possibilità di interagire direttamente con lo schermo, ma resta ancorato alla classica croce direzionale e ai tasti frontali e dorsali. Si tratta di una scelta di comodo, che ha permesso ai programmatori di realizzare questo nuovo capitolo senza inserire modifiche troppo profonde.

Questo tipo di approccio traspare chiaramente anche da altri elementi del gioco, a partire dal fatto che musiche e ambientazioni siano rimaste identiche a quelle viste nei capitoli precedenti. Trovarsi ancora un volta a visitare le stesse zone è piuttosto frustrante, soprattutto per chi ha già giocato a fondo gli altri episodi della serie.

Nel passaggio dalla PlayStation 2 il comparto che è stato maggiormente penalizzato è quello audio.

Fortunatamente, però, ci sono anche diversi fattori positivi che faranno fare i salti di gioia ai veterani della keyblade. La storia, prima di tutto, si concentra su ciò che è accaduto a Roxas nel periodo fra il primo e il secondo Kingdom Hearts, facendo luce su alcuni elementi poco chiari e, soprattutto, approfondendo la figura di questo personaggio e dell'Organizzazione XIII.

Per questo motivo Kingdom Hearts 358/2 Days è un titolo consigliato unicamente a chi ha già giocato le precedenti avventure, visto che la trama è piena di riferimenti a vicende narrate nei capitoli per PlayStation 2, dettaglio che renderebbe ogni minuto a dir poco incomprensibile ai neofiti.

Per adattare un gioco lungo e complesso come Kingdom Hearts alle esigenze di una console portatile, i programmatori hanno pensato bene di spezzettare la struttura generale in diversi incarichi, che vengono affidati di volta in volta a Roxas e ai membri dell'Organizzazione.