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Klonoa Phantasy Reverie Series, la Recensione

Un altro gradito ritorno della prima era PlayStation.

Sembra passato solo qualche giorno da quando parlavamo di Sonic Origins, ennesima raccolta di vecchi classici diretti alle vecchie e nuove generazioni di giocatori e console... e a pensarci bene in effetti è realmente passato solo qualche giorno. Neanche il tempo di riprendere fiato dalle velocissime scorribande del porcospino blu ed eccoci pronti a cambiare costume. Stavolta entriamo negli antropomorfi panni di un gattone bianco e nero che se ne va in giro con un cappello di Pac Man e sulla targhetta porta impresso il marchio Namco: Klonoa.

La sua prima uscita risale al 1997 (se avete più di quarant'anni siete autorizzati a piangere) sulla giovanissima PlayStation che già poteva vantare tra le sue fila platform di rango come Pandemonium e il primo Crash Bandicoot. Forse proprio convinta dal successo del marsupiale Naughty Dog, la compagnia di Ridge Racer gettò nella mischia questo longilineo personaggio dalle orecchie lunghissime, immerso in mondi da sogno e impegnato a salvarli dalla solita minaccia malvagia.

Diciamoci la verità, la trama non ha mai rivestito un ruolo fondamentale nei platform, basta una principessa rapita da una tartaruga fuori scala o un regno minacciato da un perfetto Mister X e il gioco è fatto... la palla passa al gameplay che come sempre fa la differenza.

La versione di Klonoa: Door to Phantomile inclusa in questa raccolta è basata sul remake uscito su Nintendo Wii nel 2008.

Nel caso sia del primo che del secondo Klonoa la giocabilità ruota attorno a livelli bidimensionali, che concedono qualche sporadica incursione in una pseudo-terza dimensione che di tanto in tanto “splitta” i percorsi in due dando maggiore spazio all'esplorazione. Il protagonista non è dotato di particolari poteri: sa saltare (e ci mancherebbe altro) e afferrare saldamente i suoi nemici per poi usarli in vari modi.

Può trasformarli in trampolini per arrivare ancora più in alto, spararli come proiettili verso altre minacce e oggetti da rompere o ancora farli rotolare a mo' di palla da bowling verso ostacoli che gli impediscono di proseguire. Queste semplici meccaniche bastano in realtà ad innescare una sorta di modalità puzzle-game, nella quale il giocatore deve imparare ad utilizzare a proprio vantaggio i nemici presenti nell'area per ripulire la stessa da tutti gli oggetti utili.

Ogni stage è opportunamente farcito di collezionabili, spesso e volentieri posizionati in zone bastardissime da raggiungere, che richiedono l'utilizzo di tecniche “combo” a volte non proprio facili da portare a termine. È qui che si traccia la linea di separazione tra i giocatori occasionali, che si accontenteranno di completare Door to Phantomile e Lunatea’s Veil senza troppe pretese impiegando una mezza dozzina di ore, e quelli che tenteranno con ostinazione di recuperare tutti i cristalli e gli abitanti perduti per potersi fregiare del badge “100%” alla fine delle avventure.

La forma dei nemici suggerisce chiaramente il loro potenziale utilizzo. Nel caso doveste mancarli molti di loro riappariranno velocemente.

In loro aiuto potrà venire anche un secondo giocatore, che in modalità drop-in/drop-out potrà entrare in gioco in qualsiasi momento a aiutare il Player 1 a saltare più in alto e non lasciare indietro neanche una briciola. La longevità è quindi soggettiva e dipende dal tipo di giocatore che siete, causale o completista. Entrambe le categorie però potranno divertirsi con i livelli a tempo, dei Time Attack discretamente bastardi che metteranno alla prova i vostri riflessi da speed-runner.

Nonostante i quattro anni passati tra l'uscita del primo e del secondo, le differenze tra i due giochi inclusi in Klonoa Phantasy Reverie Series non sono così marcate. A parte una manciata di nemici diversi, una piccola manciata di poteri aggiuntivi e qualche stage secondario più derivativo Lunatea's Veil è un ispirato “more of the same” che consolida lo stile del capostipite. A spiccare su tutto è l'ottimo level design che nonostante gli anni passati si mantiene ancora valido.

Tecnicamente le remaster sono ben riuscite sebbene con qualche piccolo neo. La risoluzione maggiorata delle texture si nota soprattutto nei personaggi mentre stranamente alcuni elementi dei fondali sembrano rimasti indietro nel trattamento di lifting. I colori sono più brillanti e i 60 fps rendono il gioco solidamente fluido senza alcun tentennamento... ma francamente ci saremmo stupiti del contrario.

Sulla mappa potete vedere tutti gli abitanti di Phantomile salvati nei livelli. Liberateli tutti e avrete accesso ad una “visione” aggiuntiva.

Una bacchettata sulla punta delle dita agli sviluppatori che si sono occupati dell'interfaccia utente. Sarebbe bastato lavorare opportunamente sul materiale originale come avvenuto per i giochi e invece sono state scelte delle nuove font assolutamente orribili per i sottotitoli che sembrano dei placeholder piuttosto che quelle definitive. Intelligente invece l'idea di aggiungere due livelli di difficoltà per allargare il bacino d'utenza. Fin dall'inizio è possibile scegliere una modalità Facile con vite infinite, cuori maggiorati e danni ridotti, finendo i giochi invece se ne sblocca una Difficile per chi ha voglia di una sfida in più.

La modalità coop invece sembra essere stata creata apposta per coinvolgere il pubblico molto piccolo, che può affiancare il giocatore principale in qualsiasi momento aiutandolo nei salti con un potere speciale che va usato con accortezza perché deve essere ricaricato. Ciliegina sulla torta i livelli a tempo, un classico Time Attack che non guasta mai.

Nel corso della sua carriera Klonoa non ha avuto grande fortuna nonostante le sue indubbie qualità. Le prime avventure vennero oscurate da rivali più popolari o da disgraziate tabelle di uscita. Non meglio andò ai capitoli “portable” per Game Boy Advance e Wonderswan, che molti neanche ricordano.

Alcuni boss potrebbero sollevare qualche risata di scherno oggi, ma a parte i primi piuttosto facili vi consigliamo di non sottovalutarli.

A tal proposito, non ci sarebbe assolutamente dispiaciuto vederle in questa raccolta magari insieme ad un bel po' di materiale extra che avrebbe rimpolpato non poco un'offerta un pochino scarna rispetto ad altre raccolte simili. Ci auguriamo che Klonoa Phantasy Reverie Series possa avere successo sia tra i vecchi fan che presso il nuovo pubblico, magari al punto da convincere Namco Bandai a produrne un nuovo capitolo più al passo con i tempi. Crash Bandicoot insegna...

7 / 10