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Know by Heart Recensione: Una storia semplice ma intensa

E se ogni singolo ricordo svanisse nel nulla?

Molti di noi custodiscono gelosamente dei ricordi specifici. Quei momenti sono cicatrizzati nell'anima, nonostante a volte sembrino così lontani, quasi come se non ci appartenessero più. In effetti, non siamo più le persone di prima. Il tempo plasma i nostri atteggiamenti, le nostre convinzioni e il nostro ego. Possiamo solo affidarci al prezioso cassetto dei ricordi, quello che giace nella nostra mente e che nessuno può distruggere. Ebbene, non proprio nessuno...

La vita è fatta di incognite, di situazioni che improvvisamente distruggono il nostro cuore in mille pezzi, di malattie che si nutrono letteralmente del nostro cervello. Quei ricordi preziosi si sgretolano inesorabilmente e non abbiamo più il controllo di nulla. Neanche della nostra stessa esistenza.

Know by heart è un'esperienza semplice, eppure tremendamente strana. Misha, il protagonista di questa storia, è un semplice essere umano come noi. Ha una routine noiosa, un lavoro che non gli piace, pensa troppo e vive solo di nostalgia. Ma i suoi ricordi erano davvero belli, nonostante fossero macchiati di oscurità.

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L'inizio del gioco si plasma proprio sulla monotonia e la lentezza della sua vita. Si sveglia, va al lavoro, torna a casa, mangia e dorme. Un loop continuo che l'uomo sembra accettare, ma che intanto lo logora lentamente. Per fortuna, le sue giornate vengono scosse dai suoi ricordi: la famiglia, gli amici e Asya.

In questo walking simulator veniamo catapultati in quella che è la classica giornata di un uomo normale, con i suoi momenti di monotonia misti a divertimento. Tra un piccolo puzzle e l'altro, come trovare delle persone o ricomporre pezzi di mappa e fotografie, scopriamo perché i suoi ricordi siano così importanti.

I meravigliosi momenti spensierati dell'infanzia e dell'adolescenza, però, rischiano di essere definitivamente distrutti da qualcosa di oscuro. Ebbene, è esattamente in questo frangente che la storia inizia a farsi realmente interessante. Tuttavia, per assistere a un capovolgimento degli eventi, abbiamo dovuto attendere circa tre ore su cinque totali di gioco.

Da un lato capiamo le motivazioni degli sviluppatori, i quali probabilmente hanno voluto che empatizzassimo con la vita estremamente monotona del protagonista. Dall'altro lato, i giocatori rischiano di abbandonare la storia dopo le prime due ore, essendo troppo lenta e poco coinvolgente.

Siamo in bilico tra i ricordi del passato e la spaventosa incognita del futuro. Non cadere dipende esclusivamente da noi.

Lo ammettiamo, inizialmente non siamo riusciti a lasciarci trasportare dal comparto narrativo e dal gameplay. A contribuire sono stati anche i puzzle un po' troppo prolungati e ripetitivi. Nonostante ciò, le avventure di Misha hanno finalmente iniziato a splendere verso metà gioco. A quel punto, abbiamo capito per quale motivo l'inizio fosse stato strutturato in quel modo.

Certo, gli sviluppatori avrebbero potuto prestare maggiore attenzione ad alcuni dettagli, ma hanno saputo coinvolgerci nel corso del tempo. Uno degli aspetti più interessanti è la possibilità di prendere decisioni; quest'ultime, infatti, influiscono sui finali della storia. Semplici scelte, come andare a piedi alla stazione o non dare i biglietti sottobanco alla zia, possono rendere la nostra esperienza più o meno unica.

Rispecchiarsi in Misha non è poi così complicato, e i suoi pensieri (accessibili attraverso una vera e propria interazione) ci hanno permesso di conoscere maggiormente la sua personalità. Saremo chiari: avremmo sicuramente preferito un comparto narrativo e delle interazioni che stimolassero di più. Nonostante ciò, Know by heart ci ha mostrato il prezioso valore dei ricordi e l'importanza di accettare la perdita. A contribuire è anche una scrittura ben realizzata, nonostante le sbavature di cui vi abbiamo parlato.

Le ambientazioni sono decisamente semplici, ma la storia riesce a farsi apprezzare nonostante tutto.

Sebbene il comparto grafico non sia poi così eccezionale, abbiamo molto apprezzato il fatto che i personaggi non avessero un volto. Certo, è una sfaccettatura un po' spartana, ma ci ricorda che non abbiamo così tanto bisogno di dettagli simili per emozionarci. I personaggi di Journey ce l'hanno insegnato decisamente bene, così come i dolci protagonisti di Last Day of June.

Purtroppo, il gioco non è localizzato in Italiano, e perfino l'audio in lingua inglese lascia trasparire la tipica cadenza della lingua d'origine dei doppiatori. Tuttavia, quest'ultimo elemento ci ha fatto provare una grande tenerezza e, anzi, ha dato ancora più unicità alla storia. Per quanto concerne il comparto tecnico, invece, la nostra esperienza è stata quasi perfettamente fluida, con un comparto musicale che ha saputo timidamente deliziarci.

Insomma, Know by heart è consigliato a chiunque voglia vivere brevi e semplici avventure. Essendo un walking simulator, non potete aspettarvi grandi interazioni. Alcuni elementi meritano sicuramente una maggiore attenzione, ma crediamo che questo gioco possa intrattenervi senza troppi problemi, seppur per cinque ore.

Accedere ai pensieri di Misha permette di riflettere meglio sulle decisioni da prendere.

Il nostro più grande consiglio è quello di non lasciarvi sopraffare dalla forte monotonia iniziale. Entrate nella vita di Misha e dei suoi amici, assaporate i loro ricordi pensando alla vostra infanzia e, infine, fatevi travolgere dai pericolosi imprevisti. La storia di questo gioco non spicca per la sua originalità, ma offre importanti spunti di riflessione. Cosa accadrebbe se perdessimo i nostri ricordi? A quale immagine ci aggrappiamo disperatamente? E se i nostri cari non ci riconoscessero più?

Purtroppo, certe situazioni sono fin troppo reali e sappiamo quanto possano ferire. Non crediate di avere a che fare con una storia deprimente, però. È proprio come la vita: strana e bella, con i suoi imprevisti e i suoi momenti straordinari.

7 / 10
Avatar di Stefania Netti
Stefania Netti: Classe 1995, Stefania ama follemente qualsiasi videogioco dalla trama coinvolgente, non a caso si definisce una “cacciatrice di emozioni”. Nella sua lista non possono mancare le avventure grafiche e, tra una sessione e l’altra di gaming, coccola i suoi gatti.

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