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La crisi di Eve Online

CCP sotto pressione per la rivolta dei giocatori.

INTERRUZIONE DELLE COMUNICAZIONI

Non è sufficiente affermare che i giocatori si siano sentiti messi alla porta con l'introduzione delle micro transazioni; per quanto fosse risibile l'idea di un monocolo virtuale dal costo di 70$, è stato piuttosto il timore di un giro di vite del gameplay, maggiormente orientato alle transazioni, che ha stordito il popolo online. Una paura che peraltro è stata lasciata esplodere incontrollata: l'introduzione di acquisti di questo tipo minava infatti alla base la mentalità competitiva che da sempre guida l'universo di EVE.

Se si vuole leggere un eccellente riassunto di molte delle proteste della prima ora dei fan, si può dare una scorsa ai forum ufficiali, ma c'è ancora una domanda aperta che necessita assolutamente di una risposta dopo il primo comunicato da parte di CCP nel topic : Le microtransazioni daranno dei vantaggi all'interno del gioco?

La risposta infatti, oltre che essere tardiva, non ha avuto l'effetto di calmare gli animi quanto di lasciare i giocatori ancora più sconvolti: non solo non vedevano giungere rassicurazioni sulle loro preoccupazioni, ma l'ardito paragone delle transazioni con dei jeans giapponesi dal costo di 1000 $ è stato uno schiaffo all'intelligenza di chi il gioco lo vive da sempre. Potete pertanto immaginare le reazioni dei fan.

"CCP non si è dimostrata capace di dare risposte puntuali e rassicuranti agli appassionati, peggiorando così la situazione."

Il problema comunicativo sottolinea poi come la vera crisi che ora serpeggia sul futuro di Eve in realtà avesse frustrato gli sviluppatori già in passato. È stato un problema che a suo tempo aveva portato al CSM, un gruppo di giocatori eletto dalla community il cui compito era di riportare le critiche alla compagnia, rimandando allo stesso tempo a un NDA aziendale che limitava la comunicazione del team con i giocatori.

Vista l'assenza di comunicazioni sulla vendita di beni virtuali e il voltafaccia della compagnia sulla loro introduzione, dopo l'assicurazione data l'anno passato che non erano pianificate iniziative in questa direzione, numerosi gruppi di giocatori hanno così chiesto le dimissioni del consiglio per protesta.

La futura integrità dello stesso dipenderà dai risultati dalla seduta straordinaria che si è tenuta nei giorni scorsi, laddove veniva sottolineata la passione esistente nella relazione tra gli sviluppatori e il loro pubblico; allo stesso modo è stato sottolineato l'impatto che la perdita di fiducia ha causato all'interno della compagnia.

Le proteste poi si sono riaccese anche a causa della diffusione di una mail interna, presumibilmente inviata dal boss di CCP, Pétursson, sebbene non ci siano ancora certezze sulla sua autenticità. Nell'email si commentava il numero di monocoli venduti e il fatto che le reazioni del pubblico erano facilmente prevedibili; si invitava poi i dipendenti a tener duro contro le proteste dei giocatori, monitorando con attenzione cosa gli stessi facevano o dicevano. Il risultato è stata una lista interminabile di cancellazione delle iscrizioni.

UNA QUESTIONE DI FIDUCIA

Grida di protesta sulla progressiva monetizzazione dei giochi non sono nuove: Valve ad esempio ha dovuto recentemente affrontare l'ira dei fan per il marketplace di Portal 2, ma il caso di Eve è diverso e in parte inusuale.

Uno dei fattori di successo di Eve Online è stato infatti da sempre la fiducia che lega una visione senza compromessi dello sviluppatore ad un pubblico disposto a tutto per un'esperienza unica e coinvolgente. L'esplicita ammissione che lo sviluppatore vede il suo “popolo” come una gallina dalle uova d'oro, ha sicuramente danneggiato questo legame.

"Lo staff della compagnia islandese, stando alle dichiarazioni, starebbe operando in questi giorni in condizioni di forte stress."

La scelta di adottare una mentalità alla Gordon Gecko e capitalizzare al massimo in Eve Online è del resto una diretta volontà dei giocatori: la struttura sandobx alle spalle delle storie che nel tempo hanno ammaliato chi vedeva il tutto dall'esterno, non appartengono alla CCP ma a loro. O perlomeno, la community percepisce la situazione in questo modo.

Eve è un esperimento visionario che non ha un obiettivo da raggiungere: il gioco va semplicemente dove i giocatori e gli sviluppatori decidono di portarlo. Il risultato di questa mentalità è stato pertanto l'immediato rifiuto di inserire delle transazioni che hanno tradito i sentimenti dei molti che hanno passato centinaia di ore della loro vita all'interno del gioco.

Efficacemente alcuni giocatori hanno poi offerto la disponibilità di incrementare la sottoscrizione se ciò avesse tenuto lontano le micro transazioni di Eve: molti infatti sono disposti a pagare di più per preservare l'integrità di quello che può essere definito come un grande esperimento sociale, quell'integrità che molti vedono ora in pericolo e i cui timori non sono ancora stati sciolti.

Qualcosa però si è rotto nel rapporto fra CCP e i suoi giocatori, forse anche in maniera irreversibile, sebbene ci sia la speranza che il rapporto si possa recuperare. È però sicuramente più preoccupante il fatto che la continua fuga di notizie lasci gli sviluppatori in uno stato precario, senza di contro tranquillizzare gli animi.

Al riguardo il CEO di CCP in questi giorni ha affermato in più occasioni che molti dei dipendenti della compagnia sono in una forte situazione di stress, sebbene abituati da anni ad avere a che fare con le proteste naturali in un gioco di questo tipo. La montante protesta di giocatori riunitisi in gruppi ha infatti soverchiato la capacità di risposta del team, per non citare poi episodi come l'invio di mazze da baseball e proiettili alla compagnia, alla stregua delle minacce terroristiche della cronaca nera.

La richiesta imperante da parte della software house è pertanto di esprimere le proprie opinioni in maniera civile, rivolgendosi a chi le decisioni concretamente le prende e non a chi si dà da fare per rispondere nella maniera più tempestiva possibile alle legittime proteste che continuano a diffondersi.

Una cosa è chiara: EVE è al momento in un punto morto nella più grande battaglia della sua storia e, indifferentemente, da chi verrà sconfitto in questo scontro, nessuno potrà dirsi davvero vincitore.

Avatar di Roberto Bertoni
Roberto Bertoni: Proveniente dalla ridente Brianza, è cresciuto a pane e Amiga. Ama inoltre in maniera viscerale il retro, ma solo videoludico. Piatto preferito: pollo con la carrucola in mezzo.
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