La lenta scomparsa di Demon's Souls - editoriale
Dissolvenza in nero.
Vi siete mai soffermati a pensare a quanto le cose del passato siano ineluttabilmente destinate a scomparire, a prescindere da quanto siano state famose ed amate? Avete presente quella leggera malinconia che vi coglie quando una festa sta per finire, quando state per tornare a casa dopo una bella vacanza o quando riguardate delle foto da un album che non aprivate da tanto tempo? A volte capita di notare i dettagli più insignificanti, quelli a cui all'epoca non avevate neanche fatto caso. Anche oggi ci sono cose che rendono la vita interessante e felice, eppure il lento scomparire di quei "qualcosa" non abbandona le nostre viscere.
Uno di "quei qualcosa" è legato al recente annuncio fatto da Bandai Namco e From Software sull'imminente chiusura in tutto il mondo dei server di Demon's Souls a partire dal prossimo febbraio. Se non avete mai giocato online a questo stramaledetto e imperfetto capolavoro, avete ancora poco tempo per farlo... ammesso che riusciate ancora a trovare una copia del gioco, diventato ormai piuttosto raro.
Se non lo avete mai giocato probabilmente sapete comunque di cosa stiamo parlando: un mondo oscuro, pieno zeppo di presenze malvagie, nel quale i giocatori hanno sudato ben più delle proverbiali sette camicie per sopravvivere fino alla fine. È stato il titolo che ha dato vita ad un genere, quello dei Souls-like, che negli ultimi anni va tanto di moda. Chi lo ha provato sulla sua pelle ricorda ogni istante degli interminabili minuti passati a cercare un varco nelle difese dei nemici. Poi un lampo, un rumore sordo di armi che colpiscono gli scudi. Un gemito e poi un (breve) sospiro di sollievo: siamo ancora vivi. Per qualche secondo almeno.
Se non fate parte di questa schiera di fortunati/sfortunati pionieri del sangue gettato sul controller, sicuramente avrete visto un bel po' di video in giro. Dark Souls ha fatto esplodere in tutto il mondo la passione per questi giochi "dannatamente difficili ma incredibilmente appaganti" e questo ha avuto un dirompente effetto retroattivo: tutti volevano provare Demon's Souls perché si diceva che fosse 10 o 100 volte più difficile del primo "Dark". Avrete sentito leggende di segreti inenarrabili, scovati a distanza di anni dall'uscita del titolo. Di battaglie quasi impossibili che una volta vinte lasciavano i giocatori esausti sul divano di casa. Di altri giocatori che potevano invadere la tua partita e metterti addirittura più in difficoltà dei nemici stessi. Un universo incredibile che ora può contare su milioni di fan e può vantare (come la famosa Settimana Enigmistica) innumerevoli tentativi d'imitazione.
Senza la sua parte online, che verrà spenta tra poche settimane, Demon's Souls sarà comunque giocabile ma sarà ancora degno della sua fama? Ci auguriamo che la cosa non impatti troppo sul gameplay ma è difficile immaginare il gioco senza quegli elementi così originali e distintivi che lo hanno reso famoso e celebrato. Probabilmente il titolo dei From Software verrà avvolto da un ulteriore strato di mito, diventerà il Sacro Graal dei giochi che solo pochi eletti sono riusciti a finire.
Se avete qualche minuto di tempo vi consigliamo di leggere (purtroppo solo in Inglese) questo bel pezzo giornalistico pubblicato sul sito del New Yorker. Apparentemente non ha nulla a che fare con quando detto finora, ma se avrete la pazienza di continuare a leggere vi accorgerete che l'accostamento non è poi così improbabile.
L'articolo parla di William Henry Fox Talbot, un distinto signore nato nel 1800. Era uno di quegli uomini del 19mo secolo che oltre ad avere un nome molto "cool", era anche capace di fare e inventare praticamente qualsiasi cosa. Come tutti i geni era schiavo di varie ossessioni ma aveva una mente brillante come poche. Questi due elementi hanno fatto sì che Mr. Talbot venga ancora oggi ricordato (tra le altre cose) come uno dei pionieri della fotografia. Il buon William Henry, tuttavia, era corrucciato dall'impossibilità di mantenere abbastanza a lungo la qualità dei suoi ritratti.
Sviluppò un suo metodo personale di riproduzione fotografica, spiegata con dovizia di particolari nel suddetto articolo, che utilizzava "ingredienti" bizzarri tra cui il sale e la luce solare. Purtroppo, come dicevamo, tale metodo non permetteva di mantenere a lungo le immagini impresse. Da anni gli esperti della Biblioteca Bodleiana dell'Università di Oxford stanno tentanto di recuperare e preservare oltre 25.000 immagini realizzate con questa tecnica, ma l'impresa non è semplice e il tempo non gioca a loro favore.
"Sono moltissime le immagini che con il tempo sono diventate completamente indecifrabili", scrive l'autore dell'articolo. "Gran parte di queste hanno mantenuto solo sporadici e pallidi dettagli delle 'foto' originali, molte delle quali ritraevano scene familiari."
Alcune, spiega il giornalista, fanno però pensare agli infiniti sforzi che Talbot fece per cercare di fissare le immagini sulla carta. Sono piccoli dettagli, contorni sfocati o angoli scuri, che rappresentano però gli esperimenti fatti dal geniale creatore durante il suo lavoro pionieristico. Il pezzo si conclude parlando delle tecniche che i ricercatori di Oxford stanno usando attualmente per salvare le immagini che ancora possiedono una qualità sufficiente per essere restaurate."
In ogni caso tutte le opere di Talbot, anche quelle ormai sbiadite e irriconoscibili, contribuiscono a consolidare il lavoro da lui fatto. Sono state un passo fondamentale per raggiungere quella che oggi è la fotografia moderna e questo è un fattore che nessuno potrà mai cancellare. Lo stesso si può dire, tanto per chiudere il cerchio, anche dei videogiochi scomparsi o modificati dal passare del tempo.
Come una vecchia fotografia, Demon's Souls e tutti gli altri titoli del passato possono sbiadire ma non scompariranno mai dalla memoria di chi ha avuto la fortuna di vivere il loro momento. Lo stesso processo di dissolvenza fa parte della loro storia e contribuisce a renderli immortali. Se ne avete l'occasione recuperate il gioco di From Software, anche dopo febbraio, e godetevelo (sudando) anche senza la sua componente online. Non sarà come giocarlo all'epoca della sua uscita. Sarà diverso, ma comunque unico.